Sono i giorni cruciali per la mobilitazione a difesa del porto di Gioia Tauro.
Ormai mancano poco più di ventiquattr’ore al grande flash mob contro conseguenze della normativa europea sulle emissioni che entrerà in vigore dall’1 gennaio del prossimo anno e agevolerà, paradossalmente, i porti fuori dall’Ue.
Allarme di sicuro suonato sicuramente in ritardo ovunque, non solo nel nostro Paese dove lo scalo di Gioia Tauro rischia il collasso. In ballo è anche l’esistenza dello scalo dell Pireo in Grecia, Sines in Portogallo, Algeciras e Valencia in Spagna, Marsaxlokk a Malta, a vantaggio sicuramente di Port Said in Egitto e Tangeri in Marocco ma anche altre realtà in rapida espansione su tutto i bacino del Nord Africa.
Su questo caldissima questione, proprio oggi, in Consiglio Ambiente Ue, le delegazioni italiana, greca e portoghese presenteranno nella sede europea lussemborghese intitolata “Attuazione dell’Eu Ets (direttiva 2023/959): questioni che destano preoccupazione per il trasporto marittimo di merci”. Contesto sul quale il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha rassicurato che «il governo difenderò i porti italiani», e in primis Gioia Tauro.
Al grande flash mob di domani aderiranno numerose personalità politiche, sindacati, tra cui il Presidente della Regione Calabria Occhiuto, del Consiglio Regionale, Mancuso e la Cigl