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Riace: un commosso Mimmo Lucano riabbraccia il suo popolo

All'iniziativa "Riace non si arresta", Lucano ha riabbracciato il suo popolo al Villaggio Globale e dedicato giornata al popolo palestinese

di Sebastiano Plutino

Riabbracciare la sua gente, il suo popolo, finalmente da uomo libero.  Una giornata di festa al Villaggio globale di Riace, quel borgo divenuto simbolo di accoglienza, umanità, in tutto il mondo, all’iniziativa “L’Umanità non si arresta”. A fianco a lui padre Alex Zanotelli, Luigi De Magistris, Mario Oliverio, il suo avvocato Andrea Daqua, il giornalista Pietro Melia.

Quel popolo che insieme a lui ha sofferto in questi anni, ha atteso per ore la decisione della Corte d’Appello di Reggio, ha patito la sofferenza infertagli tramite le condanne, i domiciliari, lo sgombero e smantellamento di Stato su Riace, le condanne ed infine l’esplosione di gioia quando i giudici di secondo grado non hanno creduto alla mole di reati che gli venivano contestati, mossi dalla Procura di Locri e fatto crollare quella montagna di accuse che lo accusava di reati gravi come l’ utilizzato per fini personali i fondi destinati all’accoglienza dei migranti e che aveva retto in primo grado ed avevano portato ad una mostruosa condanna a oltre 13 anni, il doppio della pena chiesta dalla Procura stessa, fino ad arrivare alla fine di un calvario giudiziario che ha visto ridurre drasticamente la condanna all’ex sindaco la condanna è stata decisamente ridimensionata a un anno e sei mesi, con pena sospesa, per una residua ipotesi di falso su una delibera).

Un grande striscione che inneggia all’umanità ed alla Pace: “Noi Riace, Voi Cutro”

«Noi Riace, voi Cutro», è la scritta su un enorme striscione nella quale viene ricordata la strage accaduta lo scorso febbraio si consumò sulle coste crotonesi. Ma Lucano parte dall’inizio, da dove tutto cominciò, dallo sbarco di migranti curdi nel ’98 che fu la scintilla di un sistema di accoglienza destinato a fare la storia. Si dice «felice» per il risultato giudiziario, ma allo stesso tempo «dispiaciuto» per quello che sta accadendo a Gaza. «Mi dispiace – ha detto – per quello che sta accadendo al popolo palestinese. Stanno subendo una ingiustizia. Un appello che faccio da Riace è che deve finire questo massacro di innocenti. Niente può giustificare la violenza. Vogliamo veicolare da Riace un messaggio di pace». «Abbiamo il cuore in subbuglio per quello che sta avvenendo a Gaza», afferma anche il missionario comboniano padre Alex Zanotelli. Sono diverse le bandiere palestinesi sventolate in piazza. Così come quelle della pace. Tra i partecipanti alla manifestazione c’era anche Omar Sileiman, rappresentante della comunità palestinese di Napoli.

Il commosso racconto dell’avvocato Dacqua: «Abbiamo sempre creduto nell’innocenza di Lucano»

L’avvocato Andrea Daqua è stato uno dei primi ad intervenire, legale che in questi anni ha difeso Lucano in tribunale. Commosso il compianto verso il ricordo dell”avvocato Antonio Mazzone: «È stato lui che ha tracciato le linee maestre del percorso da seguire. Non si è sbagliato mai e non si è sbagliato nemmeno questa volta». E poi il commento alla sentenza del tribunale di Locri che vide Lucano condannato a 13 anni e due mesi di carcere. «Una condanna abnorme e aberrante» fu definita da Daqua e Giuliano Pisapia, legali di Lucano: «Non abbiamo mai avuto alcun dubbio sull’innocenza di Mimmo Lucano. – ha affermato Daqua – Abbiamo dimostrato il grossolano e gravissimo errore del tribunale di Locri. La abbiamo definita una sentenza aberrante perché abbiamo subito capito che c’era un divario tra le risultanze istruttorie e la decisione del tribunale», le parole dell’avvocato, visibilmente commosso nel raccontare le tappe di tutto il percorso giudiziario.

«Per me Mimmo è l’antitesi del reato. – ha dichiarato De Magistris – oggi è una giornata di giustizia anche se c’è ancora da fare perché credo che Mimmo debba uscire estraneo da ogni fatto». Secondo l’ex sindaco di Napoli, Lucano è stato vittima di «una violenza istituzionale che è pesante perché vive di legge, di campagne di stampa, di calunnie e di diffamazioni».

L’urlo di gioia di Mimmo Lucano: «Riace ha ribaltato il paradigma che immigrazione e invasione sono un problema di ordine pubblico»

E’ proprio l’ex Sindaco di Riace stesso che lo conferma. Con gli occhi lucidi, nonostante il ricordo di quella grande sofferenza, di quell’ideale di umanità processato, dell’onestà di un uomo messa in discussione con l’infamante accusa di lucrare sulla povera gente che arriva nelle nostre coste, la ferma convinzione che la speranza non è mai venuta meno: «La giustizia – ha detto – è strettamente connessa con la democrazia. Non può essere solo nelle aule di un tribunale, riguarda tutti. Viene detto “in nome del popolo”, ma questo è il popolo. Ho avuto sempre la speranza che la sentenza di primo grado sarebbe stata ribaltata. Tre giorni prima della sentenza in appello avevo fatto sapere a tutti che avrei rifatto le stesse cose, non ho avuto incertezze e non potevo sapere che si sarebbe ribaltato tutto». Durante il suo intervento, l’ex sindaco ha attaccato la destra che «ha nella sua struttura molecolare – ha detto – il senso della disumanità. Questo dobbiamo ammetterlo. Come dice sempre padre Zanotelli, come può un cristiano votare per Salvini. Non è compatibile. Riace ha ribaltato il paradigma che immigrazione e invasione sono un problema di ordine pubblico»

Ha parlato di «una vittoria importante» padre Alex Zanotelli: «Finalmente abbiamo avuto giustizia. Una delle cose che sono fondamentali oggi è fare verità, fare giustizia. E’ fondamentale non solo per Mimmo Lucano ma perché questa esperienza di Riace è significativa per tutti i paesini dell’Appennino e delle Alpi. Io vengo da paesini del Trentino semivuoti. Possiamo davvero accogliere, usare i soldi per farlo, anziché usarli malamente come il governo sta facendo. I nostri piccoli villaggi, i piccoli paesini di montagna possono risorgere».

Giornata quindi della festa, ma anche della consapevolezza, di un mondo incanalato sempre più verso la discriminazione, la diseguaglianza, l’aumento dell’iniquità della distribuzione della ricchezza, la rabbia, l’odio verso lo straniero; come ricorda Lucano: “Si è processato un ideale. Dalla nostra parte c’era un’idea di umanità. Riace ha dimostrato che lo straniero non è un pericoloso invasore, ma facente parte di quell’infinita schiera di persone nate nella parte sfortunata del mondo e che scappa da guerre, torture e carestie. ma col quale la convivenza è possibile.”

E la ripartenza. Perchè quanto accaduto non può restare solo nelle pagine della cronaca giudiziaria. Non può essere pretesto su cui basare campagne razziste dei seminatori d’odio, ma ripartenza verso la costruzione di un mondo nuovo, ricreare quella Riace che è stata smantellata, distrutta e che tante Riace germoglino in Italia e nel mondo, ora, semmai ce ne fosse stato bisogno, che la Giustizia ha stabilito che la convivenza umana non è illegale, non è reato. Questo è possibile solo praticando quotidianamente i valori di solidarietà ed accoglienza, schierandosi contro ogni forma di violenza, odio ed a fianco dei popoli oppressi ed in guerra, come quello palestinese.

Speranza, Perchè la Giustizia, si è schierata a fianco di un Sindaco umano, onesto e libero. Perchè “non esistono grandi scoperte o reale progresso, finchè sulla Terrà esisterà un bambino povero o infelice”

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