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USB: assolto dopo 10 anni il sindacalista Hanoun Abdelmjid 

il sindacalista Majid accusato in un procedimento penale insieme ad altri cittadini italiani e stranieri. assolto dal Tribunale di Reggio

di Sebastiano Plutino

A distanza di più di dieci anni dai presunti fatti, si può affermare che la giustizia italiana funziona. Anche per gli stranieri residenti in Italia, come dettato dalla Costituzione antifascista e antirazzista del 1948. 

Questo comunicato stampa trae origine dalla sentenza n. 955/2020 del Tribunale di Reggio Calabria e serve a ristabilire la verità dei fatti così come verificata dalle istituzioni preposte. “Letto l’art. 530 c.p.p. – si legge nella decisione del collegio presieduto dal dott. Fabio Lauria – assolve […] e HANOUN Abdelmjid dai reati loro ascritti perché il fatto non sussiste”. 

Abdelmjid Hanoun (conosciuto come Majid), sindacalista dell’Unione Sindacale di Base, è cittadino marocchino di Casablanca residente in Italia da diversi anni. 

Il 25/07/2011 il sindacalista Majid è stato accusato e, pertanto, coinvolto in un procedimento penale insieme ad altri cittadini italiani e stranieri.

Questa una delle accuse: “Nello specifico, HANOUN ABDELMJID(…), in data 20.05.2009 raggiungeva MLISSA ABEDERRAHIM presso la sua abitazione per indurlo a ritirare la denuncia da lui sporta in data 23.08.2008, consegnandogli un bigliettino sul quale era scritta l’utenza cellulare del difensore di BEVILACQUA Mario e di BEVILACQUA Antonio, con il quale avrebbe dovuto concordare la versione da fornire in sede di ritrattazione”. Poi tra il 22 e il 23 maggio 2009, Majid avrebbe riferito a Mlissa che il suo motorino era stato rubato dai nomadi e che questi ultimi l’avrebbero restituito il 25.05.2009, “solo dopo aver concordato con il difensore dei Bevilacqua la versione da fornire ai fini della ritrattazione”. Peccato però che tutto ciò non è mai avvenuto.

Infine laccusa di violenza sessuale. “All’udienza del 5 dicembre 2016 – si legge sempre nella stessa sentenzasono stati poi acquisiti i verbali di denuncia di BennourFatima nei confronti di Hanoun Majid del 23/07/2011 per violenza sessuale e diEssamoudi Nourredine (marito di Bennour Fatima) del 19/08/2011 contro l’HANOUN per la mancata consegna della raccomandata più volte citata e per lesioni personali. Alla stessa udienza è stato poi acquisito il dispositivo di sentenza n.1662/2016 del Tribunale collegiale di Reggio Calabria con il quale Mlissa Abderrahim e Essamoudi Nourredine erano condannati per il delitto di cui all’art. 610 c.p. (a fronte di un’originaria imputazione per rapina) nei confronti di HANOUN Abdelmjid, a cui erano tenuti anche a corrispondere la somma di euro 5.000 a titolo di risarcimento del danno”.

Se tutte queste vicende fossero rappresentate in una pellicola non mancherebbero di certo i colpi di scena degni delle migliori rassegne cinematografiche mondiali. Infatti, tutti questi presunti fatti non si sono mai verificati.

Primo colpo di scena, la parte offesa del procedimento non si presenta alle udienze. Diverse volte dev’essere accompagnato dalle forze dell’ordine in tribunale. Per di più, alle domande dei giudici e degli avvocati risponde con reticenza, talvolta in maniera contradditoria, talvolta ha taciuto alla richiesta di maggiori delucidazioni mentre altre volte ha aggiunto dettagli inventati. “Sul punto il collegio ritiene si legge al punto 2.1 della sentenza 955/2020, RGNR 4773/2009 – non credibile il Mlissa ed inattendibili le dichiarazioni rese dal teste, ciò sulla scorta di plurime ragioni. Innanzitutto va evidenziato che lo stesso è stato escusso in dibattimento solo a seguito di plurime ammende ed accompagnamenti coattivi, senza che il Mlissa abbia mai giustificato, anche a posteriori, la propria assenza”. Poi, aggiunge il collegio giudicante, a domande riguardanti i suoi connazionali ha risposto minimizzando il loro coinvolgimento con espressioni come “ormai abbiamo fatto pace” oppure “ora siamo tutti fratelli” in riferimento al fatto che le accuse reciproche erano state ritirate. 

“Deve evidenziarsi si legge nella stessa sentenza che il Mlissa nella descrizione dei fatti è stato in alcuni casi estremamente particolareggiato e puntuale, mentre in altri casi è stato vago, contraddittorio, come, ad esempio, con riferimento ai dettagli del contributo dell’HANOUN e dell’altro oltre che in merito al secondo furto del motociclo subito”. 

Dopo più di dieci anni, vari rinvii di udienze e cambi di collegi giudicanti, 14 giorni di reclusione e 14 giorni di domiciliari il sindacalista Majid è assolto con formula piena perché il fatto non sussiste.

Ovviamente ciò ha causato danni all’immagine, alla reputazione della persona, danni economici per non aver potuto lavorare e, infine ma non meno importante, il sindacalista Majid ha perso 28 giorni della propria vita. 

Restano, tuttavia, una serie di domande senza risposta: perché accusare qualcuno e coinvolgerlo in un procedimento penale per tanti anni sapendo della falsità di queste accuse? Si voleva, forse, bloccare l’azione sindacale a favore dei più indifesi? Vi sono mani invisibili dietro questa vicenda? 

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