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Per il quarantesimo anniversario di “Bollicine” ecco l’inedito videoclip di “Vita spericolata”.

In occasione dei 40 anni di “Bollicine”, viene pubblicato per la prima volta un videoclip ufficiale di “Vita spericolata”.

di Pierluigi Gabriele

In occasione dei 40 anni di “Bollicine”, sesto album in studio di Vasco Rossi, viene pubblicato per la prima volta un videoclip ufficiale di “Vita spericolata”. Proprio la Carosello Records, storica etichetta del cantautore emiliano-romagnolo con la ri-pubblicazione di “Bollicine” ha dato il via alla realizzazione di questo inedito videoclip di un brano simbolo di diverse generazioni. Il singolo venne eseguito sul palco del Festival di Sanremo nel Febbraio del 1983, colpendo al cuore un Paese ancora molto falso-perbenista, e portando un’intera generazione a ribellarsi ad un futuro già impacchettato, figlio del benessere di quegli anni.

 

“Vita spericolata” era già nata musicalmente nell’82’ con la composizione di Tullio Ferro, ma Vasco ancora non riusciva a scriverci su un testo, ma in estate (proprio quella dei Mondiali di Zoff e Bearzot) il cantautore si trovò a Cagliari per un concerto che fu annullato per la forte pioggia. Così in un’auto per ripararsi dall’acqua ed in un posto sconosciuto Vasco si domandò cosa volesse della sua vita, e così dal titolo poi vennero le parole. Da questa vicenda nasce il video d’animazione che vede il giovane cantautore alle prese con il percorso creativo, con l’alternarsi di sogni e visioni messe su carta, ma anche di situazioni che possono sembrare pericolose.

 

La clip è prodotta da Chiaroscuro Creative e diretta da Arturo Bertusi, e proprio il regista racconta: «Il concept del video ha a che fare con l’interpretazione sbagliata della canzone all’epoca in cui uscì: inizialmente era stata letta dai benpensanti di allora come un inno all’autodistruzione e allo sballo. E invece il vero senso di questo brano è un invito alla vita, a vivere liberamente e pienamente, emancipandosi dalle convenzioni, dalle sovrastrutture che portano a un’esistenza piatta. Per farlo è inevitabile correre dei rischi.” Così, in uno di questi micro-racconti, il robot del crash test decide di ribellarsi e fuggire verso la libertà, invece che schiantarsi passivamente contro una parete come vorrebbe il suo destino. Il messaggio è un’esortazione a prendere in mano la propria esistenza: «La canzone coglie perfettamente lo spirito di quei primi Ottanta. Dopo gli anni di piombo, cominciavano a cadere molti degli ideali figli del Sessantotto e c’era una grande voglia di riscatto, di sognare, di avere un futuro luminoso davanti» continua il regista. Nel videoclip appaiono molti elementi cardine del brano, come il Roxy Bar di Bologna, che però incredibilmente nulla ha a che fare con “Vita spericolata”, che in realtà cita la canzone di Fred Buscaglione, ma che comunque è entrato a fare parte dell’immaginario collettivo.

 

C’è anche un omaggio ad una pioniera dell’aviazione come Amelia Earhart, prima donna ad attraversare gli oceani da sola alla guida di un velivolo tra gli anni 20’ e 30’ del 900’. In questo viavai un ascensore temporale porta tutti questi personaggi nel presente, compreso Vasco, quarant’anni dopo quel fatidico giorno di pioggia, pronto per un nuovo concerto. Bertusi ha scritto il soggetto con Veronica Raimo, la sceneggiatura con Valentina Gazzoni e Tommaso Arosio. Anche il video di animazione è nato dal lavoro congiunto di più mani – un team internazionale di artisti tra Modena (Delumen), Milano (Matteo Manzini) e il Canada – e vede la commistione di diverse tecniche, dal 2D, al 3D, alla scansione a 360° del viso e del corpo di Vasco per trasformarlo in cartoon (come avviene per le grandi star di Hollywood!).

 

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