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Cinquefrondi: collaboratore scolastico arrestato per abusi a scuola su bambina di sette anni

Un collaboratore scolastico 60enne arrestato a Cinquefrondi con l'accusa di aver abusi su una bambina di 7 anni

di Sebastiano Plutino

Un collaboratore scolastico, sessantenne originario della provincia di Reggio Calabria, è stato colpito da ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Palmi su richiesta dalla locale Procura della Repubblica, diretta dal Dottor Emanuele Crescenti, per violenza sessuale aggravata poiché, nella qualità di collaboratore scolastico presso un Istituto Comprensivo Statale, abusando della predetta autorità nonché delle condizioni di inferiorità fisica e psichica di una minore, costringeva la stessa a subire atti sessuali, avendola prima baciata e poi infilatole le mani nelle parti genitali.

Stando al contenuto della denuncia formalizzata dai Carabinieri di Cinquefrondi, nonché sulla scorta delle dichiarazioni rese alla presenza di una psicologa nominata dalla Procura palmese, il collaboratore scolastico, avendo notato la ragazzina raggiungerlo all’interno di una stanza per effettuare una fotocopia in seguito alla richiesta di una sua insegnante, approfittando del fatto che si trovassero da soli, le avrebbe dapprima fatto un complimento, per poi baciarla sulle guance ed toccarle, infine, le parti intime.

La giovane studentessa, sebbene non avesse raccontato nulla del triste accaduto nell’immediatezza dei fatti agli insegnanti ed ai compagni di classe in quanto provava vergogna, al termine dell’orario scolastico, si era confidata con la madre, raccontandole nel dettaglio i comportamenti adottati nei suoi riguardi dal bidello.

La rapida attivazione del “codice rosso”, applicato tempestivamente d’intesa e con il coordinamento della Procura di Palmi, ha consentito ai militari dell’Arma di sviluppare i necessari accertamenti in pochi giorni, raccogliendo la genuina testimonianza della bambina e concludendo in brevissimo tempo l’attività d’indagine.

L’indagato, da ritenersi innocente sino a giudizio definitivo, potrà fornire al giudice ogni elemento difensivo che sarà vagliato e sottoposto a pronta verifica.

Il procedimento è attualmente pendente in fase di indagini e l’effettiva responsabilità della persona destinataria della misura cautelare sarà vagliata nel corso del successivo processo. Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori, anche in favore della persona sottoposta ad indagine.

 

Marziale su abuso della bambina a scuola, a Cinquefrondi: “Nelle scuole aumentati abusi del 19%, si alzi soglia d’attenzione”

“Una bambina di sette anni può stimolare sessualmente solo una mente malata e, purtroppo, si ha contezza che anche su bimbi più piccoli si concentra l’attenzione morbosa dei pedofili. Questi soggetti devono essere curati, ma giacché l’abuso sull’infanzia è da considerarsi fra i più turpi crimini contro l’umanità, devono essere condannati senza condizionali di sorta”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, commentando il fermo di un collaboratore scolastico, emesso dalla Procura della Repubblica di Palmi.

“Ferma restando la presunzione d’innocenza per l’indagatocontinua il Garante desta sconcerto che tutto possa essere avvenuto a scuola, laddove i bambini dovrebbero trovare protezione e non violenza. I più recenti dati ci informano che gli abusi sessuali sui minori a scuola sono aumentati nel solo primo semestre 2022 del 19%, da 1.838 casi nel gennaio-giugno 2021 a 2.196 nel gennaio-giugno 2022. Temo che i dati del 2023 non si discostino di molto”. 

Per Marziale: “È necessario che gli istituti scolastici innalzino il livello di guardia, che allo stato non è evidentemente bastevole. Programmino incontri con specialisti coinvolgendo tutto il personale scolastico e non sottovalutino eventuali “stranezze” comportamentali di chicchessia, perché l’orco si nasconde dietro mentite spoglie ingannando con tecniche di perbenismo di maniera gli interlocutori. Così comeconclude il Garantemeglio sarebbe se i bambini fossero sempre accompagnati nelle commissioni. Capisco che può risultare stucchevole anche solo immaginare che quella data persona possa compiere abusi, ma i dati parlano chiaro e ciò impone un’attenzione maggiore”. 

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