Per la prima volta in un ospedale spoke della Calabria si realizza un accesso intraosseo pediatrico per salvare la vita ad una bambina.
Lo fa sapere l’Asp di Crotone con una nota stampa nella quale si rivela l’attivazione di una particolare procedura che è stata necessaria per soccorrere e stabilizzare una bambina di 8 anni giunta nel reparto di pediatria dell’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone in gravi condizioni a causa, spiega la nota dell’Asp, “di uno shock ipovolemico grave da chetoacidosi diabetica (Dka), caratterizzato respiro di Kussmaul e alterazione dello stato di coscienza”.
La bambina non riusciva più a respirare ed era completamente disidratata. Condizioni che non permettevano un accesso venoso per attuare i tradizionali protocolli di stabilizzazione.
“L’equipe pediatrica – spiega l’Asp – ha applicato tempestivamente i protocolli internazionali per la gestione del paziente critico, un approccio che comporta in prima istanza la stabilizzazione del paziente con somministrazione di O2, mantenimento della pervietà delle vie aeree e posizionamento accessi venosi. La difficoltà nel reperire un accesso venoso tradizionale a causa del grave stato di shock è stata brillantemente superata posizionando un accesso intraosseo grazie all’utilizzo di un trapano elettrico. Come noto, rispetto agli accessi venosi tradizionali, la via intraossea ha il vantaggio di sfruttare una fitta rete vascolare che non collabisce neanche nel paziente gravemente compromesso”.
La paziente, stabilizzata con successo, è attualmente gestita e monitorata nel reparto di pediatria e sta ricevendo tutte le cure subintensive necessarie. “Le sue condizioni sono stabili e non è più in pericolo di vita” scrive l’Asp di Crotone che sottolinea: “Questo caso evidenzia l’importanza vitale della formazione continua e della preparazione del personale sanitario. E’ un traguardo notevole per il nostro ospedale, in quanto è la prima volta che un intervento di questo tipo viene eseguito in un ospedale spoke calabrese”.