Discutiamo oggi del Documento unico di programmazione e, a stretto giro, del Bilancio previsionale. Seppur fermamente convinta che “Avere ragione troppo presto significa avere torto”, in questo cammino da consigliere comunale continuo ad aspettare che, prima o poi, qualcuno mi smentisca e mi dia torto così che, forse, nel lungo periodo, con qualche stimolo in più, la Città possa ottenere risultati tangibili.
Registriamo, ad oggi, i medesimi ritardi, le stesse diffide della Prefettura, identici obiettivi strategici approvati e mai realizzati. E’ inutile presentare documenti di programmazione quando, ad esempio, per il settore Ambiente non sono riconosciute le risorse necessarie e richieste e, dunque, nulla potrà farsi anche per il randagismo, che continuerà ad essere un grosso problema mai seriamente affrontato. Succede anche che si approvi il Piano di Protezione civile e non si inserisca nello stesso il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (così come previsto dalla delibera regionale n. 611/2019) con l’inconcepibile scusa che “è competenza di un altro settore”.
Potremmo anche non venire in Consiglio comunale perché le deliberazioni consiliari spesso vengono ignorate. Mi chiedo che fine abbia fatto l’emendamento presentato lo scorso anno riguardante le spese della manutenzione del patrimonio edilizio. In particolare, laddove si impegnava l’Amministrazione a rispettare il vincolo di destinazione a spendere, come previsto dalla legge, i proventi provenienti dall’ERP per manutenere l’edilizia residenziale pubblica.
Mi chiedo, altresì, dove sono finiti i bei propositi di promuovere la cultura specie nelle zone decentrate, basterebbe fare l’esempio del trattamento inqualificabile ricevuto da Catona Teatro, realtà prestigiosa che esiste ed opera da ben 38 anni.
O fare cenno al progetto del Mediderranean life sepolto sotto una coltre di indifferenza.
In questo scenario continuano a fioccare i debiti fuori Bilancio, che, nonostante gli sforzi della Commissione consiliare, si susseguono senza sosta e, quel che è peggio, il più delle volte senza senso e cioè per mettere pezze ad una mancata o cattiva programmazione.
Per ragioni di opportunità mi soffermerò sul PTOP che è parte integrante del DUP.
La prima cosa da chiedersi, peraltro segnalatami da più cittadini, è perché a Reggio Calabria chi volesse conoscere i vari programmi delle Opere Pubbliche, le delibere ecc., non possa farlo, una volta trascorso il breve termine di 15 giorni di pubblicazione sull’Albo Pretorio.
Sul Sito del Comune non si trova quasi niente e gli ultimi programmi triennali pubblicati risalgono al 2021-2022. Se, invece, andiamo a cercare le medesime informazioni sui portali di un qualsiasi altro Comune, ad esempio Genova, Firenze, Messina, Catanzaro, troviamo non solo tutti i Triennali pubblicati, ma anche gli appalti, le delibere, le determine dirigenziali e tutta l’attività dell’Amministrazione. Forse il cittadino reggino non deve sapere? E la trasparenza? Che fine ha fatto?
Sul Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2024-2026 si notano diverse anomalie che cercherò sinteticamente di elencare:
La scheda “A” è, nella sostanza, il riepilogo dei vari finanziamenti per la realizzazione delle opere pubbliche nel prossimo triennio. Ebbene, il totale complessivo dei finanziamenti è di oltre 397 milioni di euro. Tra questi, ben 27 milioni risultano derivanti da entrate acquisite mediante contrazione di mutui: non si capisce, però, se si tratta di mutui nuovi da contrarre o di residui di mutui già contratti in epoche passate e non utilizzati.
Poi si passa alla scheda “B” del Programma triennale dei lavori pubblici, dal titolo “Elenco delle opere incompiute”, che stranamente risulta vuota. Ciò vorrebbe dire che non esistono opere incompiute nel Comune di Reggio Calabria? Basta guardarsi attorno per capire che non è così. Questa risultanza viene, tra l’altro, smentita clamorosamente nello stesso Triennale, laddove, accanto a diverse opere si legge la dicitura “Completamento” ovvero la sigla COP che significa “Completamento Opera Incompiuta”.
Che un Piano triennale smentisca se stesso mi pare alquanto singolare.
Facciamo qualche esempio?
(Al n. 2115 “Lavori di completamento del ponte sul torrente S. Agata di collegamento tra la zona Ciccarello Sant’Antonino di Arangea ( la dicitura corretta è “Sant’Antonio”). Al n. 1765 – “Patto Reggio Calabria – Completamento lavori di recupero e riqualificazione Monastero della Visitazione da destinare a Museo civico”, di importo di €. 2.850.000 inserito nel triennale già dal 2019, ma mai completato, adesso è inserito nell’elenco annuale 2024;
Poi vi è il “Completamento ponte di Rosalì – Completamento strada via Lia/Vito e collegamento strada Vito/Ortì – Opere di completamento dell’intervento sul viale Europa – Parcheggio di via Rausei“– e si potrebbe continuare.)
Ma vi sono anche opere incompiute che sono state dimenticate da molto tempo penso, ad esempio, alla “Casa di riposo per anziani in rione Gebbione ”, che offrirebbe un prezioso servizio ai cittadini.
Ci sono poi diversi indici nel Piano triennale, che testimoniano la cattiva amministrazione di questi ultimi anni.
Del Waterfront – Museo del Mediterraneo pensavo di aver detto abbastanza lo scorso anno. Ed invece, nonostante i 122 milioni del PNRR e il finanziamento del “Pon Metro Plus 2021- 2027 RC per il Centro per le culture del Mediterraneo, ancora si subiscono ritardi per una sentenza del Tar che chiude una controversia per lo sgombero dell’area del cantiere nautico, che l’Amministrazione ha perso e avrebbe potuto e dovuto evitare.
Speriamo che l’opera non faccia la fine dell’assai meno prodigioso progetto dei 57 pannelli fotovoltaici installati, ormai da 5 anni, nell’area del waterfront che ricade all’interno del porto di Reggio Calabria, mai messi in funzione a causa della mancanza (udite-udite) di una cabina elettrica necessaria per immettere nella rete comunale l’energia solare prodotta dai pannelli. Eppure la produzione di energia pulita da utilizzare anche per caricare gratuitamente punti di sosta per auto elettriche dovrebbe rappresentare un obiettivo non più rinviabile nel 2024, tanto più se viene indicato come obiettivo strategico sul Dup.
Tra le scelte più assurde si registra il mancato inserimento di un’opera (mi auguro per mera dimenticanza) cioè la “Messa in sicurezza della viabilità di snodo in zona Sant’Anna -Via Pio XI”, inserita nel Programma triennale nel 2022 per complessivi 20 milioni di euro e ripetuta nel 2023/2025 al n.2078. Quest’opera, ritenuta indispensabile fino allo scorso anno, era stata inserita per la situazione di degrado e di imminente pericolo, in cui si era venuto a trovare il cosiddetto ponte di Sant’Anna. Come mai è stata eliminata tra le opere in programmazione? La situazione di pericolo è venuta a cessare? Eppure il ponte continua ad essere avvolto da una rete di protezione e parte di esso, e precisamente un tratto della corsia lato mare, è sempre interdetto alla circolazione. Sono forse stati appaltati i lavori per la messa in sicurezza e non ce ne siamo accorti?
E, quanto ad interventi di sicurezza trascurati, ve ne sono decine e decine nel Triennale di quest’anno che si ripetono dal 2017 e che addirittura troviamo nell’elenco annuale del 2024 (es.1415. Interventi di messa in sicurezza dal rischio idrogeologico fiumare cittadine; 16637 Messa in sicurezza dell’ex discarica comunale loc. Pietrastorta; n.1381. Bonifica e risanamento ambientale dei siti inquinati ad alto rischio. Loc. Pentimele. Torrente Fiume Torbido).
Penso ancora ad altri interventi di messa in sicurezza:
– al n. 2011: Interventi di costruzione, ristrutturazione e messa in sicurezza della scuola di spirito santo-realizzazione nuovo polo di infanzia per complessivi €. 1.300.000,00 nel Triennale dal 2021;
– Al n. 2019: Messa in sicurezza del tratto di strada San Gregorio Santa Venere- per complessivi €.7.050.000,00 di fondi ministeriali nel triennale dal 2021 e si attende ancora la progettazione.
– Al n. 1751 è inserita l’opera “Progettazione,costruzione e gestione di un forno crematorio nel cimitero di Condera”, già nell’elenco annuale dal 2019, come mai dopo 5 anni ce lo ritroviamo sempre ancora da realizzare nell’elenco annuale? Per un costo di €. 6.665.256,48 con “risorse acquisite mediante apporti di capitali privati”.
Tanti altri sono gli interventi di importo minore, ma non per questo meno importanti sul fronte della sicurezza, che dopo anni non sono stati neppure avviati.
Mi auguro che si ripensi al concetto di “manutenzione” e “messa in sicurezza” riconoscendo risorse adeguate ai settori, altrimenti ci ritroveremo a spendere il triplo pagando risarcimenti ai malcapitati cittadini per i danni subiti da incidenti (anche mortali) causati da cattiva manutenzione.
Sapete cosa è stato fatto in via San Giuseppe, dove purtroppo sotto un albero ha perso la vita un signore? Il Comune, dopo la segnalazione dei Vigili del Fuoco, ha emesso l’ordinanza n. 236 (per giunta, erroneamente datata 5 maggio 2024) per interdire la sosta e la circolazione veicolare e pedonale. E i cittadini che abitano in quella zona? Come fanno ad uscire da casa? E se escono, rischiano una sanzione a carattere penale come recita l’ordinanza? La zona risulta sbarrata e con cartelli bene in vista.
Per garantire la sicurezza dei cittadini non può più ammettersi il metodo utilizzato per Piazza della Pace, adiacente allo Stadio “Granillo”, dove invece di risolvere il problema della canalizzazione e del corretto deflusso delle acque meteoriche, si è preferito affiggere un cartello con su scritto “zona soggetta ad allagamento”. Quello è il simbolo del fallimento di un’Amministrazione. Così come alquanto discutibile appare la scelta di chiudere senza preavviso i locali della Procura generale per poi (dopo il ragionevole scorcerto manifestato dal Procuratore Dominijanni e dalla Presidente del Tribunale Arena) fare marcia indietro e ritirare l’ordinanza di inagibilità degli stessi.
Di questo passo finiremo per ingererare solo confusione e sfiducia nella cittadinanza o peggio al fine di garantire la sicurezza potremmo ritrovarci scritto fuori dall’uscio di ogni abitazione : “Non uscite di casa, perché tra alberi, cartelloni pubblicitari e recinzioni che cadono (anche sul Corso Garibaldi), voragini per le strade e ponti pericolanti rischiate la vita”. “E, comunque, se si devono pure pagare 2 euro l’ora per prendere un gelato con la famiglia sul lungomare, tanto vale restarsene a casa”.