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Corigliano: studente picchia professore per voto troppo basso. Marziale: “Scuola aperta è solo esposta”

Studente 16enne ha aspettato e picchiato il professore fuori dall'istituto. Il Garante Marziale: "Scuola aperta è solo esposta"

di Sebastiano Plutino

Ha atteso l’uscita da scuola del professore che lo aveva appena interrogato, lo ha affrontato e, dopo avergli rivolto una serie di insulti, lo ha schiaffeggiato più volte.

Un comportamento che é costato una denuncia in stato di libertà alla Procura per i minorenni di Catanzaro ad uno studente sedicenne dell’istituto tecnico-commerciale di Corigliano-Rossano, nel Cosentino.
Le indagini sull’episodio sono state condotte dai carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano.

Alla base del comportamento dello studente ci sarebbe, secondo quanto è emerso dalle testimonianze raccolte dai carabinieri, il malcontento del ragazzo per ‘il voto, ritenuto troppo basso’, assegnatogli dal professore a conclusione dell’interrogazione.

Sul posto é intervenuto anche il personale del 118, che ha prestato le cure del caso al professore picchiato. Lo stesso professore, secondo quanto si é appreso, non ha ritenuto, almeno per il momento, di presentare denuncia contro lo studente.

“Qualche sciocco ha venduto per teoria scientifica un’autentica boutade, e cioè che per essere buoni genitori o buoni insegnanti bisogna essere i loro migliori amici, e in troppi ci hanno creduto. Ecco le conseguenze”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, nell’appendere che uno studente adolescente ha picchiato un professore per avere ricevuto un voto basso, nel cosentino.

Per Marziale: “La perdita di autorevolezza della comunità educante è certamente dovuta ad un condizionamento sociale, che individua nella violenza la chiave di soluzione dei problemi, ma è frutto di un’abdicazione di comodo di quanti, seguendo sempre luoghi comuni, contemplano i ragazzi di oggi più maturi di quanto non lo siamo stati noi. E troppi adulti – evidenzia il Garante – hanno assunto atteggiamenti da bambini, per cui si è venuto a creare un cortocircuito dove le parti si sono invertite”.

“C’era una volta una bambina che giocava a fare la mamma – incalza il sociologo ed oggi basta guardare sui social per constatare quante mamme giocano a fare le bambine. È scontato che il discorso valga anche declinato al maschile. Mentre sul fronte scuola è necessaria una rivoluzione nell’immediato, che non abbia il sapore dell’ennesima riformina amministrativa, ma contribuisca a ridare ai docenti l’autorevolezza che oggi non viene loro riconosciuta. La scuola di oggi non è aperta alla società, ma esposta, che è cosa ben diversa”.

Per Marziale, infine: A riportare a scuola il rispetto devono essere gli stessi operatori scolastici ad ogni livello, facendocela percepire come luogo di formazione e non azienda-teatro da sbandierare sui social per finalità di marketing. Il sacrosanto rispetto che i nostri genitori avevano per i docenti era dovuto all’esercizio della loro autorevolezza e non per accattivante simpatia. Oggi, i genitori danno il peggio di loro nei rapporti con la scuola e, ferme restando le responsabilità che non godono di alcuna giustificazione, è tempo che la scuola si rialzi e può farlo solo attraverso una seria riqualificazione, soprattutto in fase di selezione”.

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