A partire dal prossimo anno scolastico 2024/2025, il decreto 127/2023 interministeriale, firmato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito e dal Ministro dell’Economia e Finanze, darà applicazione al dimensionamento scolastico con l’ individuazione dei criteri per l’assegnazione dei Dirigenti Scolastici e dei Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA), tenendo conto della popolazione scolastica regionale. A nulla sono valsi i ricorsi di Campania, Toscana, Puglia ed Emilia Romagna alla Corte Costituzionale che li ha respinti, e le numerose iniziative di protesta politiche e sindacali con manifestazioni studentesche. La disposizione prevede l’innalzamento del coefficiente ad un minimo di 900 studenti, rispetto agli attuali 600, per poter avere un proprio dirigente e DSGA con il conseguente accorpamento, soppressione e riduzione del numero delle autonomie scolastiche, in particolare nelle aree interne, periferiche e nei comuni montani.
L’intera operazione, genererà il taglio dei servizi di segreteria, del personale Ata, dei DSGA e frutterà un risparmio modesto: 88 milioni di euro a regime, nel 2032. Sulla questione interviene in maniera netta il sindaco di Cinquefrondi e consigliere della città metropolitana di Reggio Calabria con delega ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace, Michele Conìa che ne illustra le conseguenze: “Dall’ufficio statistica del MiM desumiamo che, in Calabria, a partire dal prossimo anno scolastico, avremo un taglio di 67 istituzioni scolastiche con una deroga pari a 7 scuole per il solo 2024/2025. A causa di questa riorganizzazione ci saranno effetti immediati non solo per dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi che si troveranno a gestire più plessi, ma colpirà anche personale di segreteria e collaboratori scolastici con una diminuzione di organico e un aggravio delle loro mansioni lavorative. Infine con lo smembramento e l’accorpamenti di istituzioni scolastiche, i docenti saranno assegnati su più plessi anche in comuni diversi, si avrà la sparizione di scuole nelle aree più interne e le classi saranno più affollate in contrapposizione alla riduzione degli alunni per classe, prevista dal PNRR”.