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Processo “Rinascita Scott”: emesse le motivazioni del Tribunale sulla condanna di Pittelli e l’assoluzione di Callipo

Emesse le motivazioni del Tribunale di Vibo sulla condanna dell'ex parlamentare e dell'assoluzione dell'ex Sindaco di Pizzo

di Sebastiano Plutino

“Assoluta e sistematica messa a disposizione di Giancarlo Pittelli in favore della cosca Mancuso”. Così i giudici del Tribunale di Vibo Valentia hanno moitvato la condanna ad 11 anni di reclusione inflitta all’ex parlamentare di Forza Italia per concorso esterno in associazione mafiosa, a conclusione del processo “Rinascita Scott” alle cosche di ‘ndrangheta del vibonese.
Il processo, scaturito da un’inchiesta della Dda di Catanzaro, si é concluso il 20 novembre scorso nell’aula bunker di Lamezia Terme con la condanna di 207 dei 338 imputati.

Secondo il collegio giudicante (presidente Brigida Cavasino), l’avvocato Pittelli avrebbe fornito alla cosca Mancuso “un contributo causale determinante, travalicando nettamente i limiti dell’incarico professionale.

Luigi Mancuso, in particolare, si rivolgeva a Pittelli sapendo di poter contare sulla fitta rete di relazioni del difensore e politico navigato, onde consolidare il radicamento e la forte penetrazione della ‘ndrangheta in ogni settore della società civile: nella magistratura, nelle forze dell’ordine, nelle università, negli ospedali più rinomati, nei servizi segreti, nella politica, negli affari, nelle banche, consentendo così alla cosca di rafforzare il proprio potere criminale”.

Mancuso, affermano ancora i giudici, si rivolgeva a Pittelli “per risolvere le questioni più disparate, quand’anche legate a banali e necessariamente illecite contingenze. Dalla richiesta di reperire il vino per la festa di laurea della figlia alla necessità di assumere il mandato difensivo di imprenditori vicini al capo come Rocco Delfino, Alfonso Annunziata o Giuseppe Cosentino. E Pittelli si è sempre mostrato disponibile a ogni richiesta del capo”.

Tribunale, prova insufficiente a carico dell’ex sindaco di Pizzo

“La prova, all’esito dell’istruttoria dibattimentale, appare insufficiente, non avendo consentito di individuare lo specifico e consapevole contributo causale che Callipo avrebbe fornito alla consorteria e residuando, conseguentemente, il dubbio che la condotta dell’imputato abbia effettivamente superato la soglia delle mera contiguità compiacente per concretizzarsi in un concorso nel delitto penalmente rilevante”. Così il Tribunale di Vibo Valentia motiva l’assoluzione dell’ex sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, nel processo “Rinascita Scott, in cui era imputato di concorso esterno in associazione mafiosa e abuso d’ufficio aggravato.

Per Callipo la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 18 anni di reclusione.

Nelle motivazioni della sentenza, emessa il 20 novembre scorso, i giudici affermano che “dal materiale probatorio emerge, senza dubbio, una condotta tutt’altro che trasparente da parte dell’imputato, che ha mostrato di acconsentire a contatti e rapporti con esponenti della consorteria criminale (in primis con Salvatore Francesco Mazzotta), verosimilmente anche con l’intento di ottenerne il consenso in vista delle consultazioni elettorali”. Elementi probatori ritenuti però non sufficienti da giustificare la condanna dell’ex sindaco di Pizzo.

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