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Reggio: Gitmo e AIL uniti per la Giornata Nazionale del paziente trapiantato

L'evento, organizzato dal Centro Trapianti del Gom, si celebrerà a Reggio, il 25 maggio presso l’ èHotel, grazie all'unione tra GITMO e AIL

di Sebastiano Plutino

Si celebrerà a Reggio, il 25 maggio 2024 presso l’ èHotel, grazie all’unione tra GITMO e AIL la 1° Giornata GITMO-AIL dedicata al paziente che ha subito un trapianto di cellule staminali emopoietiche o terapie cellulari CAR-T; il Centro trapianti del Grande Ospedale Metropolitano Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria, per l’occasione, organizzerà un incontro dal titolo “Oltre ogni sfida”, rivolto e dedicato a tutti quei pazienti ed ex pazienti che hanno effettuato un trapianto autologo o allogenico o la terapia cellulare con CAR-T, e alle loro famiglie.

E’ Massimo Martino, presidente GITMO e direttore UOC Centro Trapianti Midollo Osseo, direttore ad interim UOC di Ematologia Dipartimento Oncoematologico e Radioterapico Grande Ospedale Metropolitano Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria a presentare con soddisfazione l’importanza dell’evento:“Una importante e recente iniziativa, che evidenzia e rafforza  il forte e proficuo legame esistente tra GITMO e AIL: l’istituzione, a partire dal 2025, della Giornata Nazionale del paziente trapiantato di cellule staminali, è il segno della sempre maggiore attenzione verso i nostri pazienti – dichiara il dott. Massimo Martino l’obiettivo è quello di accendere i riflettori non solo sui tumori del sangue ma su tutti gli aspetti che riguardano la qualità di vita e la quotidianità del paziente trapiantato e possibilmente guarito. Le problematiche e le sequele conseguenti a un trapianto sono tante: nutrizionali, sessuali, psicologiche, lavorative e di ordine sanitario e organizzativo della vita quotidiana e dei controlli medici. La Giornata verrà celebrata ogni anno, probabilmente in primavera, con il sostegno di AIL e dei Centri di trapianto di midollo osseo su tutto il territorio nazionale, con iniziative di sensibilizzazione e informazione e vedrà il coinvolgimento di specialisti, pazienti, istituzioni nazionali e locali, media e pubblico. Dobbiamo ricordare che il paziente trapiantato trascorre almeno due anni della propria vita affrontando un percorso molto faticoso e complesso; una volta uscito dalla fase più delicata deve ritornare alla normalità e questo pone per lui e per i suoi cari altre sfide importanti per le quali occorre tutto l’aiuto possibile da parte degli specialisti che lo hanno in cura”.

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