Sono una sessantina le persone migranti che risultano disperse, dopo il drammatico ribaltamento, avvenuto ieri, a circa 100 miglia dalla costa di Roccella Jonica, della barca a vela sulla quale viaggiavano.
In soccorso dell’imbarcazione é giunto un mercantile che ha trasferito successivamente i 12 migranti superstiti su un’unità della Guardia costiera che è poi approdata a Roccella Ionica.
In porto é arrivato anche il cadavere di una donna morta dopo essere finita in mare. Sono state attivate adesso le ricerche delle persone disperse, ma, al momento, non ne é stata recuperata nessuna, mentre 11 feriti sosno stati trasferiti e ricoverati al Grande Ospedale Metropolitano. Sarebbero gravi, ma non in pericolo di vita.
I migranti che viaggiavano a bordo dell’imbarcazione erano partiti nei giorni scorsi da un porto della Turchia. Tra le 12 persone giunte a Roccella Ionica c’é anche una donna in stato di gravidanza. Di quanto é accaduto è stata informata la Procura della Repubblica di Locri, che sta coordinando l’attività investigativa.
Guardia Costiera: proseguono ricerche migranti nel mar Ionio.
Da questa notte la Guardia Costiera è impegnata nelle ricerche di eventuali dispersi, a seguito del naufragio a largo della costa di Roccella Jonica di una barca a vela con migranti a bordo, partita presumibilmente dalla Turchia.
L’attività è stata avviata a seguito di un “may-day” lanciato da un’unità da diporto francese, in navigazione a circa 120 mg dalle coste italiane, al limite delle aree SAR di competenza della Grecia e dell’ Italia che, dopo aver segnalato la presenza della barca semiaffondata, recuperava a bordo 12 migranti.
Raccolto il mayday il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo italiano (IMRCC) della Guardia Costiera di Roma, dirottava immediatamente sul posto due mercantili in navigazione nelle vicinanze, un velivolo ATR42 della Guardia costiera e le motovedette CP305 e CP326 di stanza in Calabria. Sul posto intervenivano anche assetti Frontex. I 12 naufraghi, prima trasbordati dall’unità francese su un mercantile, venivano recuperati a bordo della CP305 che dirigeva verso il porto di Roccella Jonica.
Qui i migranti sono stati sbarcati e affidati alle cure dei sanitari del 118.
Uno dei migranti è deceduto subito dopo le operazioni di sbarco. Le ricerche in zona sono attualmente in corso con assetti della Guardia costiera e di Frontex.
I superstiti del naufragio: “26 bambini tra i dispersi”
“Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata. I superstiti hanno parlato di 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, anche di pochi mesi.
Intere famiglie dell’Afghanistan sarebbero morte. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua. Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune barche non si sono fermate per aiutarli”. Questa la drammatica testimonianza di Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici senza frontiere, presente a Roccella Ionica dove sono sbarcati i sopravvissuti del naufragio. “La scena – racconta – era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano”.
Occhiuto: “Notizia migranti dispersi è pugno nello stomaco”
“La notizia dei migranti, sembra siano tra le 50 e le 60 persone, dispersi a causa del ribaltamento della barca sulla quale viaggiavano, a circa cento miglia a largo della costa calabrese, è un pugno nello stomaco. Quelle che stiamo vivendo sono ore di grande angoscia per tutta la regione. Ore che ci riportano alla mente il dramma immane che abbiamo vissuto a Cutro poco più di un anno fa”. Commenta così, tramite una nota, Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, il ribaltamento della barca avvenuto a Roccella su cui viaggiavano i migranti.
“Ringrazio i soccorritori – aggiunge Occhiuto – che hanno prontamente prestato supporto ai superstiti giunti a Roccella Jonica. E prego per la donna tragicamente deceduta nel tentativo di salvarsi. La tratta turca, dalla quale sembra arrivassero questi migranti, è stata troppo spesso sottovalutata in questi anni. Servirebbe invece una maggiore attenzione da parte dell’Europa e dei governi nazionali. I nostri mari dovrebbero risplendere di vita e di speranza e non trasformarsi periodicamente in immensi cimiteri”.
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