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Naufragio a Roccella: sbarcate 6 salme, recuperati altri 3 corpi

Avviate indagini. Salgono a 6 le vittime, recuperate 3 salme ed aperto punto per parenti vittime. Vescovo Oliva chiede annuncia fiaccolata

di Sebastiano Plutino

Sono state sbarcate nel porto di Roccella Ionica le sei salme recuperate ieri nel mare Ionio appartenenti a vittime del naufragio della barca a vela carica di migranti avvenuto lunedì scorso a circa 120 miglia dalla costa calabrese.

Solo 12 le persone recuperate in vita mentre una donna di 25 anni di origine irachena, era morta durante il viaggio verso il porto di Roccella Ionica.
Le 6 vittime recuperate ieri sono quattro uomini e due donne, di età apparente al di sotto dei 35 anni.

Le prime tre sono state trasportate dalla motovedetta CP 289 di Reggio Calabria e le altre dalla motovedetta CP 305 di Roccella, giunta nello scalo all’alba. Dopo lo sbarco, le salme sono state trasportate nell’obitorio dell’ospedale di Locri dove sono iniziati i primi accertamenti del medico legale e quelli finalizzati alla successiva identificazione. A tale scopo, la Prefettura di Reggio Calabria ha attivato nel Porto delle Grazie di Roccella Ionica un Punto informativo per fornire assistenza ai parenti delle persone coinvolte. Al momento, secondo quanto si è appreso, al porto non sono ancora arrivati familiari.

Le ricerche, alle quali partecipa anche nave Dattilo della Guardia costiera, intanto, proseguono via mare e via aerea ma sono rese estremamente complicate dalla distanza dalla terra a cui è avvenuto il naufragio. I soccorritori evidenziano, ad esempio, che dal momento in cui un mezzo aereo individua un corpo al momento in cui interviene la motovedetta per il recupero, le correnti ed il vento possono avere allontanato lo stesso anche di diverse miglia. I mezzi navali stanno operando a otto ore di viaggio dalla terraferma.

Recuperati dalla nave“Dattilo” della Guardia costiera, 3 corpi, nella zona del naufragio di ieri ad un centinaio di km dalle coste calabresi di una barca a vela che era partita 8 giorni prima dalla Turchia.

Oltre alla nave, presenti anche due motovedette della Guardia costiera che da ieri pattugliano l’area alla ricerca dei dispersi, una sessantina secondo i superstiti portati in salvo a Roccella Ionica.

E’ stato anche ispezionato lo scafo del veliero semiaffondato, ma ancora a galla, senza trovare però nulla. Le ricerche proseguono.

Naufragio a Roccella: avviate le indagini per chiarire l’accaduto

Gli investigatori della Polizia hanno avviato un’indagine sul drammatico naufragio avvenuto a largo delle coste roccellesi per cercare “di capire quello che è successo come avviene per ogni sbarco, a maggior ragione se c’è stato un disastro, probabilmente colposo”.

È quanto si apprende in merito al naufragio, avvenuto ieri a circa 120 miglia dalle coste calabresi, di una barca a vela che era partita 8 giorni prima dalla Turchia. L’indagine, coordinata dalla Procura di Locri, è condotta dal commissariato di Siderno e dalla squadra mobile di Reggio Calabria.

In merito alle notizie relative a quanto riferito da alcuni superstiti su imbarcazioni che prima dell’arrivo dei soccorsi non si siano fermate ad aiutare i migranti in difficolta, secondo quanto si apprende in ambienti investigativi, per ora “non c’è traccia ufficiale di questo”. Anche perché i migranti, in gran parte ancora ricoverati in ospedale, devono essere sentiti. Cosa che avverrà nei prossimi giorni.

Naufragio a Roccella: Prefettura apre punto informativo per i parenti delle vittime

La Prefettura di Reggio, tramite una nota, comunica di aver aperto un punto informativo per i parenti delle vittime: “In relazione al naufragio della barca a vela, partita presumibilmente dalla Turchia, avvenuto a circa 120 miglia dalle coste ioniche, si rappresenta che da domani mattina alle 8:00 sarà attivo presso il Porto delle Grazie di Roccella Jonica un Punto informativo per fornire assistenza ai parenti delle persone coinvolte.”

 

Naufragio mar Ionio, Vescovo Locri ‘urge conversione politica”

“Cosa sta accadendo al nostro mondo? Com’è possibile continuare ad assistere a queste tragedie del mare che si ripetono ogni giorno? Com’è possibile tollerare ancora questi viaggi della morte, dove a morire sono esseri umani che cercano di sfuggire a situazioni di fame, di guerre, di diritti negati e, spesso, a morire sono i bambini?”. A sostenerlo, dopo il naufragio al largo della costa della Calabria di una barca a vela con a bordo una settantina di migranti di cui solo 11 tratti in salvo, è stato il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, rimasto profondamente colpito dall’ennesima tragedia del mare.

“C’è tanta rabbia e indignazione per una tragedia che da tempo si ripete – ha aggiunto il presule-  Queste tragedie avvengono davanti ai nostri occhi. Eppure nulla si muove. È alla deriva la nostra umanità. Serve un sussulto di umanità. Ogni naufragio rappresenta un fallimento collettivo, un segno tangibile dell’incapacità di proteggere le persone più vulnerabili. Mi chiedo: perché ai migranti non viene riconosciuto il diritto di poter fare un viaggio in sicurezza verso quei Paesi dove possono vivere in pace e realizzarsi? La gestione delle migrazioni richiede lungimiranza, coraggio, responsabilità. Limitarsi a misure di contenimento, costose in termini economici e di vite umane, non è la soluzione. Urge una conversione politica, che metta al primo posto i diritti fondamentali di ogni uomo, una politica per l’umanità, una politica di accoglienza. Fratelli tutti! Questa è la verità che papa Francesco ha da tempo affidato alla nostra sensibilità”, ha concluso il vescovo di Locri, Oliva.

Lo stesso presule locrese ha quindi invitato tutta la comunità diocesana ad una fiaccolata e veglia di preghiera che si terrà sabato prossimo, 22 giugno, a partire dalle 20 a Roccella ionica, “la cittadina – ha precisato monsignor Oliva – che si si sta sempre più contraddistinguendo per lo spirito di accoglienza che sa riservare ai migranti”.

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