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Ponte sullo Stretto: presentato esposto ad UE per infrazione contro l’Italia. Ad Ciucci replica: “Aumento dovuto a costi dei materiali”

Presentato da Comitato "Invece del Ponte" esposto per infrazione contro Italia per aumento costi opera. Ciucci: "Dovuto ad aumento materiali"

di Sebastiano Plutino

Il comitato cittadino messinese “Invece del ponte ha presentato alla direzione generale del Mercato interno, dell’industria, dell’imprenditoria e delle Pmi della Commissione Europea una richiesta “per valutare l’apertura di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea a carico dell’Italia sull’appalto per la progettazione e costruzione di un ponte sullo Stretto di Messina”, si apprede da una nota del comitato.

“La denuncia segnala che i provvedimenti adottati nel 2023 da governo e parlamento italiani per riattivare i contratti potrebbero violare la Direttiva 2014/24/Ue che obbliga a bandire una nuova gara d’appalto se il valore del contratto cresce oltre il 50% del valore iniziale. Rilevato che il progetto non espone i necessari elaborati di stima ne’ il piano economico e finanziario, viene evidenziato che il documento di aggiornamento analisi costi-benefici riferisce soltanto un costo totale dell’investimento di 13,5 miliardi di euro, di cui 10,855 miliardi per ‘Affidamento al Contraente Generale’.

In base al piano economico e finanziario dell’opera sottoscritto il 21 settembre 2009, il valore originario del contratto era 3.879.600.000 di euro, e l’aggiornamento prezzi contrattualmente previsto lo portava a 4.544.906.000 di euro. La maggiorazione intervenuta a marzo 2009 aveva portato il corrispettivo totale a 4.969.530.000 di euro.

L’incremento di costo risultante dal progetto definitivo è dunque compreso fra il 179,8% e il 118,4% di ogni precedente valore. Tali importi superano di molto (ben oltre il doppio) il limite di incremento posto dall’art. 72 della Direttiva 2014/24/Ue (recepita da DLgsl 50/2016 e s.m.i.) secondo cui ‘l’eventuale aumento di prezzo non deve eccedere il 50% del valore del contratto iniziale’. Gli uffici della Commissione provvederanno adesso ad esaminare la denuncia secondo il diritto dell’Unione Europea”, conclude la nota del Comitato

PONTE SULLO STRETTO, REPLICA L’ A.D. CIUCCI: “NESSUN RISCHIO INFRAZIONE UE. MAGGIORAZIONE DOVUTA AD AUMENTO COSTI DEI MATERIALI”

L’Amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci rassicura che l’Italia non rischia alcuna procedura di infrazione europea per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.
“Il rispetto dell’articolo 72 della direttiva Ue appalti riguardante il limite del 50% della crescita del costo – spiega Ciucci – è espressamente richiamato dal decreto-legge 35 ‘Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria’ che ha riattivato il progetto.
Come risulterà nell’aggiornamento del Piano Economico Finanziario, in corso, le disposizioni saranno rispettate.
In ogni caso la crescita del valore dell’investimento non si riferisce a maggiori opere ma al forte aumento dei costi dei materiali da costruzione registrato negli ultimi anni”, dichiara l’Ad Pietro Ciucci

 

BASTA VITTIME SULLA 106: “IL PONTE E’ UN’OPERA IMMORALE”

Il Consiglio Direttivo dell’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” nel giorno in cui, su Tagadà, la trasmissione ogni giorno in onda su LA7, è andato in onda un servizio sulla famigerata e tristemente nota “strada della morte” in Calabria comunica l’ennesima strage di Stato avvenuta nel pomeriggio di oggi sulla Statale 106 a Locri (RC).

Sono 19 le vittime sulla Statale 106 dall’inizio dell’annofino ad oggi abbiamo avuto in media una vittima ogni 9 giorni. Il bilancio si aggrava, inoltre, se consideriamo che mai, dal 1996 fino ad oggi, nei primi 6 mesi dell’anno abbiamo registrato così tante vittime e, fra queste, 12 hanno meno di 45 anni.

In questo momento di grande dolore vogliamo dedicare una riflessione sulle vittime per esprimere la nostra solidarietà e cordoglio alle Famiglie Simonetti e Palamara. Mentre a Giuseppe (l’unico sopravvissuto, figlio 19enne della coppia deceduta), vogliamo esprimere e la nostra vicinanza ideale. Ai loro amici ed all’intera comunità di Brancaleone ci stringiamo con sincero e profondo dolore.

Impietriti di fronte a questo olocausto, che non esitiamo a definire un’autentica Strage di Stato, tutti i componenti del Consiglio Direttivo dell’Organizzazione di Volontariato ribadiscono che il Ponte sullo Stretto sia un’opera infrastrutturale immorale.

È eticamente intollerabile che in una Calabria che piange da sempre i suoi figli migliori sull’asfalto della famigerata e tristemente “strada della morte” non siano investite risorse per ammodernare e mettere in sicurezza la Statale 106 Jonica, l’unica infrastruttura prioritaria, strategica ed urgente per la Calabria ed i calabresi.

Così come è ormai intollerabile l’immobilismo e l’omertà della classe politica dirigente calabrese incapace di chiedere ed ottenere la rimozione immediata degli attuali dirigenti della Struttura Territoriale di Anas Spa in Calabria nonostante le condizioni comatose e vergognose in cui versa la Statale 106 dove manca persino l’ordinaria manutenzione.

Il Consiglio Direttivo dell’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” nel rivolgere il proprio sincero e profondo cordoglio alle Famiglia delle vittime coglie l’occasione per sottolineare che noi non resteremo indifferenti ed in silenzio davanti alle tragedie di una strada sempre più serial killer in Calabria ed in Italia. La “strada della morte” in Calabria, non ci stancheremo mai di ripeterlo, rappresenta la più grande Strage di Stato della storia della Repubblica italiana.

 

Il Sindacato Sunia: “Il ponte sullo Stretto è un’opera inutile e dannosa. Vanta il record negativo di produrre danni prima ancora di essere realizzato”

“Il ponte sullo Stretto è un’opera inutile e dannosa, difficilmente realizzabile. Se fosse realizzato non sarebbe sicuro e neanche conveniente, né dal punto di vista economico né riguardo i tempi di percorrenza. E’ un progetto che già produce danni perché sottrae, alla Sicilia e alla Calabria, risorse che dovrebbero essere utilizzate per infrastrutture fondamentali alla mobilità delle due regioni. Ma anche perché sta già procurando danni a proprietari, inquilini e prevediamo possa procurare gravi disagi alla cittadinanza delle due sponde dello Stretto”, così Stefano Chiappelli (Segretario Generale Sunia nazionale), Giusy Milazzo (Segretaria Sunia nazionale e Sicilia) e Francesco Alì (Segretario Generale Sunia-Cgil Calabria).

“Il progetto – proseguono i sindacalisti lacunoso sotto molti profili (non ne è mai stato depositato uno definitivo), ha come presupposto un’analisi costi-benefici irrealistica, comporterebbe gravi impatti ambientali, paesaggistici e naturalistici, nonché sulla gestione dei cantieri. A dirlo non siamo solo noi, il progetto è stato, infatti, giudicato carente anche dal ministero dell’Ambiente che ha presentato circa 280 osservazioni attraverso la commissione di impatto ambientale”.

In questo contesto, il SUNIA nazionale, siciliano e calabrese che ha partecipato alle manifestazioni contro il ponte che si sono svolte a Messina e a Villa San Giovanni, “si schiera dalla parte della popolazione più debole che, senza essere adeguatamente considerata, rischia di subire gravi disagi abitativi”. Come evidenziato anche nel documento della Cgil “La questione degli espropri legati alla costruzione del Ponte sullo Stretto ha assunto sempre più centralità. Un’opera che vanta il record negativo di essere riuscita a produrre danni prima ancora di essere realizzata. Per poter aprire i cantieri, richiede infatti l’esecuzione di espropri di case, terreni, immobili di privati cittadini investiti dai disagi e costretti a lasciare l’abitazione per andare non si sa dove e neppure con quale indennizzo. Ad essere coinvolte sono centinaia e centinaia di case ed edifici sulle due sponde dello Stretto. A pagare il prezzo più alto sarebbero le fasce economicamente più fragili che rischierebbero di perdere l’alloggio in cui vivono. E sarebbero espropriate anche aree nelle quali sorgono edifici popolari”.

A ciò si aggiunga – proseguono Chiappelli, Milazzo e Alì – che “L’allarme espropri ha distolto l’attenzione da tutta una serie di altri danni collaterali. Se, infatti, coloro a cui sarà tolta e demolita la casa avranno un risarcimento irrisorio che non elimina il dramma di una casa sottratta e distrutta, ci sono migliaia di persone che subiranno dei danni senza avere nulla in cambio. Ci riferiamo alle abitazioni ricadenti nelle zone dei cantieri o vicine ai cantieri stessi, che subiranno danneggiamenti di diversa gravità: dall’inquinamento acustico protratto per lungo tempo, ai danni alle strutture e agli impianti. Tutta la popolazione subirà per molto tempo i disagi di città ridotte a cantieri e ad essere interessati negativamente saranno non solo aspetti estetici e paesaggistici, ma anche la quotidianità delle vite delle persone”. Non a caso, sottolineano i sindacalisti, “la commissione di impatto ambientale del Ministero dell’ambiente ha sottolineato la mancanza di valutazioni sulla qualità dell’aria e sulla dispersione di inquinanti nel mare, oltre a una stima delle conseguenze relative alla costruzione dei pontili del cantiere e della possibile deformazione della linea di costa. Nella documentazione, secondo i tecnici, mancano anche analisi sulla tutela della biodiversità, sugli effetti dell’inquinamento acustico, delle vibrazioni, dei campi elettromagnetici nell’area e uno studio sulle condizioni di pericolosità da maremoto, sui costi e i benefici, oltre a una descrizione più approfondita del contesto sociale ed economico per cui l’opera si considera necessaria. Tra le altre cose, la società Stretto di Messina dovrà dare più informazioni su come intende gestire le terre e le rocce di scavo e il loro smaltimento”. Infine, concludono Stefano Chiappelli, Giusy Milazzo e Francesco Alì, l’affare ponte sta scatenando interessi speculativi sul fronte degli affitti che, a breve, potrebbero arrivare alle stelle per accogliere a suon di rincari i potenziali nuovi arrivi, ma che finiranno per danneggiare solo le famiglie calabresi e siciliane”.

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