Uno sguardo “sotto lo Stretto” al fine di salvaguardare l’ambiente e valorizzare le bellezze naturalistiche le radici identitarie per uno sviluppo sostenibile. Questo il messaggio lanciato mercoledì sera al “Malavenda cafè” in occasione di “Ponte sottosopra: uno sguardo”, iniziativa promossa dalla sezione reggina dell’ANPI “Ruggero Condò”, da “Scilla diving center”, da Legambiente Reggio e “Deep seas”. Nel corso dell’incontro, animato dai subacquei Cristina Condemi, Maurizio Marzolla, Paolo Barone e dal docente dell’università “Mediterranea” Alfredo Ascioti, sono state mostrate molte immagini, relative alla flora e alla fauna e alle correnti dello Stretto di Messina, che, qualora ce ne fosse ancora bisogno, hanno dimostrato l’importanza ambientale e la bellezza naturalistica dei fondali e delle acque di Scilla e Cariddi, tra l’altro dalla grande portata storica, culturale ed identitaria. Non ci si è solo opposti ad un ponte inutile e dannoso, ma si è rilanciato con diverse azioni concrete di sviluppo che rispetti natura e popolazioni, a partire dalla riproposizione della candidatura dello Stretto a patrimonio dell’Unesco.
«Come affermava Giovanni Pascoli, lo Stretto “è un luogo sacro”. Questa sacralità è minacciata da un ponte che non solo non porterebbe benefici ai territori, ma li danneggerebbe irreparabilmente sulla terra, nel mare e nell’aria. Noi diciamo fermamente “no” all’opera, ma siamo positivi e propositivi. Dunque, abbiamo la consapevolezza che lo sviluppo può arrivare abbinandolo alla sostenibilità e alla vivibilità ambientale e sociale, valorizzando le nostre bellezze naturalistiche e le nostre radici identitarie.Anche per questo è stato avviato, tra le altre cose, l’iter per la candidatura dello Stretto a patrimonio dell’Unesco, uno status che aiuterebbe le due sponde a costruire questo percorso» è stato l’intervento di Maurizio Marzolla, da sempre attento ai temi ambientali ed attivo nel movimento No Ponte.