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Cetraro: colpi kalashnikov contro muro esterno del Centro migranti

Gli investigatori escludono la matrice razziale, motivazione del criminale gesto forse da in interessi tra cosche

di Sebastiano Plutino

Ventitre colpi calibro 7,62 sono stati sparati, probabilmente con un kalashnikov, contro il muro di recinzione di un Centro di accoglienza secondaria per migranti a Cetraro.

Il fatto sarebbe avvenuto tra le 5 e le 6. Non ci sono stati feriti.
I carabinieri della Compagnia di Paola hanno avviato indagini per risalire ai responsabili del gesto che si profilerebbe come atto intimidatorio.

Secondo quanto emerso dai primi accertamenti, gli investigatori dell’Arma escludono la pista razziale o comunque discriminatoria. Le investigazioni proseguono senza escludere l’ipotesi che dietro gli spari ci possano essere interessi economici della criminalità organizzata.

Il Cas, situato nelle vicinanze del porto turistico, è denominato “Parco degli Aranci” e un tempo era un hotel. Da diversi anni l’edificio è stato ceduto in affitto da un privato ad alcune cooperative di altre regione che operano in coordinamento con la Prefettura per la gestione dell’accoglienza umanitaria. Attualmente, secondo dati forniti dal Comune, sono circa un centinaio gli ospiti del centro.

Il sindaco di Cetraro, Ermanno Cennamo, si è detto “sconcertato per l’ennesimo atto intimidatorio verificatosi in paese e che ha scosso la comunità”. Il primo cittadino ha poi rilanciato il tema della mancata attivazione della nuova caserma dei carabinieri, incagliata da anni in intoppi di natura burocratica. Cennamo ha inoltre chiesto “la convocazione immediata di un tavolo prefettizio per la sicurezza pubblica”, per adottare contromisure appropriate all’escalation di violenza che si registra da tempo a Cetraro.

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