Lo scorso anno, proprio in questo stesso periodo, Fabio Giuliani si apprestava all’esame di maturità sportiva: ancora minorenne, attraccava le sue aspirazioni presso la squadra della sua città, lui, che aveva trovato nel volley lo sport da praticare a livello adolescenziale soltanto un triennio prima. Era il tempo in cui rifletteva con curiosità al modo in cui si sarebbe comportato nel confronto con un campionato insidioso come quello di Serie B. Domotek Volley La riconferma da parte della Domotek Volley ha fortificato le sue aspettative: sa che, dopo una stagione segnata da duri allenamenti quotidiani e dalla smania di apprendere i segreti custoditi nei rispettivi bagagli dei compagni di squadra già navigati e gli incessanti consigli di mister Polimeni e dello staff tecnico, i progressi sono qualcosa di tangibile. “Il primo anno in una categoria importante come la B è stato – rivela Fabio, che un mese fa ha raggiunto la maggiore età – abbondante di soddisfazioni. Non solo sul parquet, ma anche nella nascita e nel consolidamento di rapporti interpersonali essenziali per il mio percorso formativo. Diversi, e tutti notevoli, i punti di riferimento che, sul piano umano, mi hanno reso un ragazzo migliore. Io ho ricambiato questo riguardo con generosità mettendoci applicazione nelle sessioni in palestra e disponibilità totale ad imparare per farmi trovare sempre preparato ogni qual volta si sia reso necessario”. Occasioni che, per il diciottenne reggino, si sono presentate con frequenza, a partire dall’esordio, prima giornata del torneo, a Bisignano: “Un’emozione intensa, come intenso è il ricordo della felicità espressa dai miei compagni di squadra, non importava se fossero in campo o in panchina, in tutte le circostanze in cui ho fatto punto. Ho avvertito il loro sostegno nei miei confronti, nei confronti del “ragazzino” del team, in tutti i momenti della nostra marcia indimenticabile”. Una marcia che si è spinta fino alla sommità apicale: il match di Grottaglie, quello dell’8 giugno, quello del 3-0 che ha fatto alzare le braccia al cielo, quello che portava inciso a caratteri cubitali le forme della promozione in A3. Fabio in sestetto e oggi, candidamente, lo rivela: “Non pensavo che nella partita più importante, quella che avrebbe deciso l’intera stagione, avrei giocato io, ancora alle prime armi in battaglie senza un domani”. Glaciale, si è piazzato sotto rete, e denotando beata sicurezza, ha svolto egregiamente il compito assegnatogli. Un attestato di stima talmente convinto che la conduzione tecnica si è ripetuta di lì a poco nel momento della definizione del roster da presentare nella categoria acquisita sul campo: “Essere riconfermato dalla società della mia città mi riempie di fierezza e, allo stesso tempo, mi fa sentire sulla pelle tutte le speranze riposte su di me e che io accolgo con un altissimo senso di onore e responsabilità. Confrontarmi con giocatori che, per prestanza fisica e valori tecnici, sono su standard di eccellenza, sarà un banco di prova tanto serio quanto fenomenale. Io, come sempre, proverò a carpire tutto quello che mi sarà possibile: movimenti, colpi, tempi di gioco, approcci alle gare, in sintesi qualsiasi elemento sia necessario per crescere anno dopo anno perché, sì, grazie agli insegnamenti del mister, grazie a quanto ho vissuto nella stagione appena trascorsa, ho la certezza che posso fare qualcosa di importante realizzandomi come atleta e come persona”.
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