“E’ tutto un equilibrio sopra la follia”, cantava Vasco Rossi nel brano “Sally” del 1996. È proprio l’equilibrio il tema centrale di The Substance, il nuovo body horror firmato da Coralie Fargeat, che ha sconvolto il pubblico di Cannes e che uscirà sul grande schermo il 30 ottobre, con anteprime dal 18.
Con una Demi Moore nella migliore interpretazione della sua carriera e una sempre meravigliosa e brillante Margaret Qualley, il film si addentra in una riflessione profonda e inquietante sul culto dell’eterna giovinezza.
La protagonista, Elisabeth (Moore), un’attrice di Hollywood ormai dimenticata, viene licenziata dalla trasmissione di aerobica che conduceva dopo aver superato i 50 anni. In preda alla disperazione, risponde all’annuncio di un misterioso siero sperimentale di ringiovanimento noto come “la Sostanza”. Il siero, però, agisce in modo del tutto inaspettato: dal corpo di Elisabeth nasce per partenogenesi una versione più giovane e attraente di lei, chiamata Sue (Qualley).
Le regole della Sostanza sono chiare: le due donne dovranno alternarsi ogni settimana, una andando in ibernazione mentre l’altra è libera di vivere nel mondo reale, alimentata fisicamente dall’altra. In cambio, Elisabeth potrà rivivere la propria giovinezza attraverso Sue, percependo tutto ciò che quest’ultima vivrà. All’inizio sembra che il patto funzioni, ma presto Sue diventa ribelle, rifiutandosi di rispettare i limiti imposti, prosciugando lentamente la linfa vitale di Elisabeth.
Fargeat costruisce un film che attinge a piene mani dai classici del genere: da Society (1989) e Re Animator (1985) di Brian Yuzna a Videodrome di David Cronenberg, fino ad arrivare a Shining con le iconiche geometrie del pavimento dell’Overlook Hotel.
Alcune inquadrature raffinate che ritraggono Sue ricordano la cura estetica di American Beauty, rendendo il film un’esperienza visiva potente e disturbante.
Oltre agli omaggi stilistici, The Substance è una critica feroce e incisiva sulla nostra ossessione per l’apparenza, la bellezza esteriore e l’eterna giovinezza. La parabola di Elisabeth, disposta a tutto pur di ritrovare la gloria perduta, è un riflesso amaro della società contemporanea, che ci spinge a inseguire ideali impossibili anche a costo della nostra stessa distruzione.
In questo senso, il film di Fargeat va oltre il semplice body horror: diventa un manifesto contro il culto della perfezione fisica e contro l’illusione della rinascita a ogni costo. Demi Moore offre una performance intensa e tragica, incarnando perfettamente la disperazione di chi tenta di sfuggire alla realtà dell’invecchiamento, mentre Margaret Qualley dona al personaggio di Sue un’energia pericolosa e magnetica, rendendo palpabile il conflitto tra le due.
The Substance è un film che sconvolge, sia per la sua crudezza visiva che per la sua profonda riflessione sulla condizione umana, lasciando lo spettatore a riflettere su cosa siamo disposti a sacrificare pur di non affrontare il tempo che passa.