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Perché Il Labirinto del Fauno è l’opera più importante di Del Toro

Compie 60 anni Guillermo Del Toro, insieme ad Alfonso Cuaròn, il miglior regista messicano di sempre

di Paolo Frascati

Il 9 ottobre di 60 anni fa nasceva Guillermo Del Toro, regista messicano rivoluzionario non solo nel genere dell’animazione. Per celebrare questo traguardo importante non si può non parlare del film più significativo della sua straordinaria filmografia: Il Labirinto del Fauno. Uscito nel 2006, il film ha conquistato critica e pubblico, vincendo tre premi Oscar per Miglior fotografia, Miglior scenografia e Miglior trucco, oltre a ottenere altre tre nomination, inclusa quella per Miglior film straniero. Questi riconoscimenti hanno sancito definitivamente il talento di Del Toro, rendendo Il Labirinto del Fauno una delle sue opere più iconiche.

I lavori di Del Toro sono caratterizzati da un forte legame con le fiabe e l’horror, e dalla volontà di infondere nelle sue opere una bellezza estetica e poetica. Egli è da sempre affascinato dai mostri, che considera simboli di grande potere. Nei suoi film ricorrono frequentemente immagini religiose (in genere legate al cattolicesimo), figure insettoidi e meccanismi di orologi. Elementi distintivi delle sue pellicole sono anche la celebrazione dell’imperfezione e la rappresentazione dell’oltretomba. Del Toro è noto per l’uso di effetti speciali pratici e una dominante illuminazione color ambra, nonché per le frequenti collaborazioni con gli attori Ron Perlman e Doug Jones.

Doug Jones è stato una vera fortuna per Del Toro, che ha trovato in lui un attore alto e longilineo capace di dare vita ai suoi mostri amati, senza l’uso della CGI, ma con effetti e costumi pratici che conferiscono molto più realismo rispetto a un effetto al computer. Ovviamente, Doug Jones fa parte anche di Il Labirinto del Fauno, contribuendo al successo di quello che è il film più importante del regista.

Ambientato nella Spagna del 1944, il film segue le vicende di un esercito franchista impegnato a schiacciare le ultime resistenze al regime di Franco. Carmen, una giovane vedova, ha sposato Vidal, un capitano dell’esercito, e lo raggiunge con la figlia dodicenne Ofelia. La bambina soffre a causa dell’arrogante patrigno e cerca di aiutare la madre, che sta affrontando una gravidanza difficile. Il rifugio di Ofelia è il mondo delle fiabe, che si manifesta con la comparsa di un fauno. Questo le rivela la sua vera identità: lei è la principessa di un regno sotterraneo e, per tornare a casa, dovrà superare tre pericolose prove.

Il fauno ha una funzione di guida: una divinità dei boschi dotata di corna caprine che accompagna Ofelia nel suo rito di iniziazione e le mostra la via per allontanarsi dall’assurdità del mondo materiale.
Non a caso, il labirinto si trova accanto al campo militare, due luoghi vicini ma ideologicamente lontanissimi.

Il Labirinto del Fauno rappresenta l’apice del cinema di Guillermo Del Toro, fondendo magistralmente storia politica e realismo magico. Il film esplora temi profondi come la brutalità del regime franchista e la fuga nella fantasia, creando un mondo in cui il dolore della realtà scompare e prevale la speranza di un posto migliore. Grazie alla sua visione unica e alla capacità di emozionare il pubblico con simboli universali, questo film ha elevato Del Toro a icona internazionale e ha segnato una svolta nella sua carriera, influenzando profondamente il cinema contemporaneo.

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