Uno dei film di guerra più importanti di sempre, diretto nel 1987, torna in sala: una critica di Stanley Kubrick, con ogni probabilità uno dei migliori registi di sempre, al cameratismo, alla vita militare e all’oscenità della guerra. Nel campo di addestramento dei Marines a Parris Island, un plotone di giovani americani si prepara alla partenza per il Vietnam. Per trasformare i soldati in vere e proprie macchine da guerra, il Sergente maggiore Hartman, uomo severo e implacabile, li sottopone a estenuanti prove fisiche e mentali.
Hartman sembra non conoscere pietà, esaltato dalla lotta contro il comunismo e dalla violenza verbale e psicologica. Nel clima di crescente frustrazione creato dal Sergente e dalla prospettiva della morte sul fronte vietnamita, il brillante Joker (Matthew Modine) resiste alle angherie, mentre il sempliciotto Palla di Lardo diventa il bersaglio principale degli insulti e delle vessazioni di Hartman. Quando il ragazzo mette nei guai l’intero plotone, i compagni si ribellano e lo puniscono. L’episodio provoca in lui un profondo trauma, che tuttavia lo spinge a migliorare nell’addestramento fisico, guadagnandosi anche qualche lode da parte di Hartman. Nonostante questo, l’alienazione e l’avvilimento lo porteranno a compiere un gesto inaspettato prima della partenza per il fronte. Qualche mese dopo, Joker si trova in Vietnam come corrispondente di guerra. Stanco di dover alterare le informazioni per glorificare ed elogiare i soldati americani, Joker e il fotografo Rafterman (Kevin Major Howard) si recano al fronte durante l’Offensiva del Tet, nel gennaio 1968. Durante la missione, Joker assiste di persona alla disumanizzazione provocata dalla guerra e alla psicosi collettiva che affligge i giovani americani, terrorizzati dalla morte. Con un gesto che non ha nulla di glorioso, Joker diventa tristemente partecipe di questa follia. I ruoli sono interpretati in modo magistrale, con un Sergente Hartman spietato, interpretato da Ronald Lee Ermey, vero sergente dal 1968 al 1972. Inizialmente chiamato come assistente, Kubrick cambiò idea dopo aver visto un video di addestramento dello stesso Ermey e gli permise addirittura di scrivere i propri dialoghi, cosa non scontata data la famosa ossessione e mania del controllo del regista americano di origini britanniche, definendolo successivamente «un eccellente interprete», che necessitava solo di due o tre indicazioni per girare una scena. Ma il ruolo più memorabile è senza dubbio quello di Palla di Lardo, interpretato da Vincent D’Onofrio, che rappresenta perfettamente lo stress e la disperazione di un ragazzo che avrebbe preferito fare altro nella vita (come mangiare e divertirsi) piuttosto che diventare un soldato. Una scelta obbligata che lo porterà a impazzire, come molti soldati dopo la guerra.
La prima parte del film è perfetta, a cui segue una seconda parte forse un po’ più timida, che non osa quanto avrebbe potuto. Probabilmente questo è dovuto al fatto che l’opera in cui Kubrick critica il sistema americano senza pietà e senza freni è Arancia Meccanica, film di 16 anni prima.
Kubrick nel 1987 decide di dirigere un film più maturo, che non significa necessariamente migliore, come dimostra questo caso.
Full Metal Jacket rimane comunque un cult assoluto, che merita di essere visto in sala, anche solo per i primi 50 minuti.