Esattamente 50 anni fa, allo Stade Tata Raphael di Kinshasa, nello Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo), si svolse uno degli eventi sportivi più leggendari di tutti i tempi: “The Rumble in the Jungle”. Così fu chiamato il combattimento tra George Foreman, campione in carica, e Muhammad Ali, il più grande pugile di sempre, che aspirava a riconquistare con forza il titolo dei pesi massimi.
All’incontro assistettero 60.000 spettatori dal vivo, mentre oltre un miliardo di persone lo seguì in diretta televisiva (un quarto della popolazione mondiale dell’epoca), rendendolo la trasmissione live più vista della storia fino a quel momento. Ancora oggi, il match viene ritrasmesso sui canali sportivi satellitari.
Il promotore dell’evento, Don King, riuscì a far firmare contratti separati a Ali e Foreman, promettendo un premio di cinque milioni di dollari, pur senza possedere la cifra. King dovette quindi cercare uno sponsor adeguato e trovò nel presidente dello Zaire, Mobutu Sese Seko, un sostenitore. Mobutu accolse con entusiasmo l’idea di ospitare l’incontro nel suo paese, consapevole del prestigio che avrebbe dato a sé e alla sua nazione.
A livello cinematografico, non sono molti i film sportivi considerati fondamentali, ma non è un caso che i più famosi riguardino proprio la boxe. Questo sport è infatti il più “cinematografico” di tutti: i rivali sono solo due e si scontrano in un ring, uno spazio ristretto che consente alla macchina da presa di catturare la paura, la determinazione e il dolore dei protagonisti. A differenza di sport di squadra come il calcio o la pallacanestro, o di sport individuali come il tennis (dove una rete separa i due avversari), la boxe permette un contatto fisico diretto, una lotta corpo a corpo che si svolge su un campo di battaglia delimitato.
Esempi iconici sono numerosi: uno dei più celebri è il capolavoro di Martin Scorsese, Toro scatenato, vincitore di due premi Oscar, un Golden Globe e due BAFTA. Rocky, diretto da John Avildsen, rimane un altro classico, con i successivi capitoli affidati allo stesso protagonista, Sylvester Stallone, che ha diretto Rocky II, Rocky III, Rocky IV e l’ultimo Rocky Balboa, lasciando tuttavia la regia di Rocky V ad Avildsen. Anche Million Dollar Baby, diretto e interpretato da Clint Eastwood insieme a Hilary Swank e Morgan Freeman, è una pellicola memorabile. Il film, ispirato alla raccolta Rope Burns: Stories from the Corner di F.X. Toole (pseudonimo di Jerry Boyd), racconta una storia drammatica e toccante del mondo della boxe, e ha ricevuto sette candidature agli Oscar nel 2005, vincendone quattro, tra cui miglior film e miglior regista.
Il pugilato, quindi, è uno sport che ha lasciato un segno indelebile nel cinema. La figura di Muhammad Ali, in particolare, continua a essere celebrata non solo come pugile straordinario ma come un simbolo di resistenza e audacia. La sua carriera ha influenzato generazioni di sportivi e appassionati, e il suo spirito ribelle ha permesso alla boxe di guadagnarsi un ruolo privilegiato nel mondo del cinema, dove il ring diventa il palco su cui va in scena l’eterna lotta dell’uomo per la sopravvivenza e la gloria.