Riceviamo e pubblichiamo la disamina dell’Architetto Gioffrè su un territorio di alto interesse paesaggistico
“La Provincia geografica reggina può diventare realmente una Città Metropolitana, ma dovrebbero essere considerate le sue Priorità”, ricorda l’Architetto Alberto Gioffrè, Presidente del Club per l’UNESCO Re Italo di Reggio e Presidente Emerito della storica Associazione Ambientalista Kronos 1972.
“Non è facile considerare città, un territorio di 500.000 abitanti, vasto ben 3.183 chilometri quadrati e con 97 Comuni; ma l’istituzione quasi decennale della Città Metropolitana di Reggio mirava anche a rendere più vicine le diverse realtà, ricche di consistenti patrimoni culturali, naturalistici, e paesaggistici.
Rispetto alle tradizionali Province, la MetroCity è avvantaggiata sotto il profilo finanziario. Gode infatti delle economie di agglomerazione, che determinano la concentrazione di reddito, superiore al resto della Regione: diverse imposte indirizzate alla Città Metropolitana consentono di ottenere risorse tributarie dai 50 ai 100 euro per abitante (43.840.720 euro, che possono essere utilizzati per migliorare i servizi sul territorio).
La mobilità rappresenta certamente il primo interesse: riuscire a spostarsi facilmente ed in poco tempo tra i Comuni della MetroCity dovrebbe essere la più importante delle Priorità. Tutte le strade della provincia geografica reggina dovrebbero essere supportate da adeguata segnaletica. Il manto stradale inoltre dovrebbe essere totalmente privo di buche, con una manutenzione costante ed efficace. Le stesse strade inoltre dovrebbero essere dotate di tutti gli accorgimenti per una corretta percorrenza diurna e notturna.
In autostrada si notano spesso pannelli antirumore che “ingabbiano” l’arteria, impedendo qualsiasi visione dell’intorno: essi sono collocati generalmente proprio nei punti di maggiore interesse paesaggistico, tanto da potere essere definititi, più che “antirumore”, pannelli anti-panorama. È evidente che al loro posto, con lo stesso scopo, sarebbero molto più utili, e certamente più apprezzati, dei pannelli trasparenti.
Il tempo di percorrenza per raggiungere, da qualsiasi città, le altre cittadine della Città Metropolitana, si rivela sempre eccessivo: e ciò non è più sostenibile. Una strada pedemontana ad anello sui 500 m di quota risolverebbe drasticamente il problema, e consentirebbe veloci spostamenti da qualsiasi cittadina all’altra: la si potrebbe realizzare utilizzando alcuni tratti esistenti e costruendone alcuni nuovi. Inoltre appare necessario ed urgente il completamento delle arterie già progettate o realizzate a metà. Parimenti indispensabile è il potenziamento dei collegamenti frequenti con i borghi dell’entroterra con linee di pullman. Infine, risponderebbe alle reali vocazioni del territorio una Metropolitana di superficie con l’utilizzo dell’attuale ferrovia, realizzabile grazie al sistema unico di gestione del traffico ferroviario, con l’inserimento continuo di treni tra una corsa e l’altra.
Tutti questi interventi sono da considerarsi primari.
Si parla spesso dell’immagine delle città: non si pensi soltanto a come appaiono Reggio e tutte le cittadine della MetroCity agli occhi degli altri italiani. Sia il capoluogo che i 96 Comuni metropolitani verrebbero immediatamente valorizzati con un’attenta pavimentazione in pietra di tutte le strade delle aree urbanizzate. La trasformazione sarebbe evidente, e ciò consentirebbe di realizzare, contestualmente, opere che offrono ulteriori vantaggi, come i comodi tunnel dei servizi, con la conseguente definitiva cessazione dei continui lavori “di manutenzione” stradale od il ripetuto interramento di nuove reti di qualsiasi genere, che verrebbero invece sistemate all’interno degli stessi tunnel dei servizi.
Tra i servizi primari è compresa la tenuta delle strade urbane, che non possono diventare ricettacolo di rifiuti: ogni Comune può dotarsi di piccoli gassificatori a bassa temperatura, non invasivi, poco costosi, ed addirittura redditizi per il carburante prodotto e per il materiale che si ricava, utilizzabile per il rifacimento del manto stradale.
Gli altri servizi essenziali, infine, devono essere sempre garantiti a tutti i 500.000 abitanti: approvvigionamento idrico; rete di illuminazione; edifici scolastici, di ogni ordine e grado, agibili (con eventuali opere di ristrutturazione da svolgere in estate e non nel corso dell’anno scolastico) e facilmente raggiungibili; strutture sanitarie distribuite capillarmente sul territorio, e quindi riapertura degli ospedali chiusi o ridimensionati per farraginosi motivi.
La disamina dell’Architetto Gioffrè si conclude con un auspicio, che al momento, ma solo al momento, può sembrare una provocazione.
“Auspico inoltre una società futura, non tanto utopistica, nella quale le figure apicali della Città Metropolitana e del Comune possano essere individuate non per votazione segreta di auto-candidati, ma, più democraticamente, per acclamazione spontanea di chi, pur non candidandosi, esprime amore per il territorio, capacità organizzativa, onestà intellettuale e materiale, professionalità, spirito di servizio; e di chi abbia già dimostrato di avere veramente a cuore il destino della nostra terra”.