“Dagli operai agli studenti, dal terziario ai servizi, dai ragazzi ai pensionati – afferma – tutti sono scesi in piazza per contestare una Finanziaria che grava sulle spalle dei cittadini e colpisce duramente le amministrazioni locali. Quella proposta dall’esecutivo Meloni è un’accozzaglia di mortificazioni, un’insana strategia di tagli che affossa i servizi pubblici ed acuisce le difficoltà dei lavoratori e delle lavoratrici già messi a dura prova dai salari più bassi d’Europa. La Calabria, poi, paga un prezzo salatissimo per le sforbiciate programmate al sistema sanitario, altro che più risorse. Ai cittadini calabresi saranno imposti nuovi ed ulteriori sacrifici e livelli essenziali di assistenza che saranno incapaci di soddisfare finanche le minime esigenze”.
“Senza parlare, poi – incalzano i consiglieri comunali – della vergogna rappresentata dall’aumento di 3 euro al mese sulle pensioni, una vera e propria offesa che non conosce precedenti. Ciò che si evince dall’azione del Governo Meloni e dalla sua ultima manovra è, chiaramente, la netta incapacità non solo di programmare il futuro, ma persino di saper leggere il presente fatto di lavoro povero e precario. Lo sciopero generale ha voluto significare, soprattutto, la necessità, non più rinviabile, di un cambiamento che riconosca dignità e stabilità al lavoro”.
“Serve – secondo Malara e Nocera – un piano straordinario per l’occupazione che tenga in forte considerazione le necessità della pubblica amministrazione. Gli enti locali, a qualsiasi livello, devono continuamente far fronte ad una carenza di personale che costringe i dipendenti a “tour de force” che, spesso, si traducono nella fragilità dei servizi”.
“E’ tempo che il Governo getti definitivamente la maschera – concludono i DP – prenda coscienza dei propri limiti e faccia un bagno di umiltà. Perdere altro tempo vorrebbe dire ingessare ulteriormente un Paese già in affanno. Il Sud, la Calabria e Reggio non possono continuare ad accettare altre insopportabili mortificazioni”.