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Reggio ricorda il Sindaco Italo Falcomatà nel 23° anniversario della sua scomparsa

Il ricordo del Sindaco di Reggio, Italo Falcomatà per il 23° anniversario della sua scomparsa, l'11 dicembre del 2001

di Sebastiano Plutino

Non è una formalità né un’abitudine: 23 anni dopo il ricordo di Italo Falcomatà è quanto mai vivido nella mia memoria ma soprattutto nella mia anima. Egli non fu solo il Sindaco di una Città in rinascita ed un riferimento culturale fondamentale per me e per molti; fu ed è tutt’ora un Amico … ed un Amico supera il tempo, lo spazio e le dimensioni.

Anche in tempi, come i nostri, nei quali i ricordi delle passate realtà non vengono più tramandati dalle calde voci degli anziani ma dai gelidi schermi dei computer e dei cellulari, il volto di Italo, le sue parole, i suoi pensieri e le sue realizzazioni si stagliano , luminose, nei cuori di molti. Anche in molti di coloro che non hanno  avuto la fortuna di conoscerlo e di vederlo all’opera.

Per me in particolare, anche il clima è fortemente evocativo. In questo periodo dell’anno, quando l’estate pare lontana quando il fresco lascia il posto al freddo e l’acquerugiola invernale inumidisce un gocciolante paesaggio riaffiora nella mia memoria il ricordo di quei tristi giorni di 23 anni fa, quando giungeva ad un inatteso e immaturo epilogo la sua vita.

Quel ricordo spazia anche  in altri giorni, mesi  climi e luoghi: nelle strade assolate dell’estate quando Italo era per le strade di Reggio, a parlare con la gente e ad ascoltarla; nelle serate primaverili, sui palchi delle campagne elettorali; in molte giornate trascorse all’invisibile lavoro negli uffici, volto a pianificare, progettare , inventare ed innovare una Città che stava lentamente riprendendo coscienza della sua grandezza e della sua bellezza.

Signor Sindaco, Italo, mancate a me ad a tutta la Città. Manca il Vostro sorriso, la Vostra determinazione, la Vostra parola. Il Vostro ricordo rasserenante lenisce il dolore e la sofferenza ancora attuale per la Vostra perdita.

Fina dal pensiero più antico l’uomo ha creduto che fin quando qualcuno avesse mantenuto un ricordo la morte non avrebbe avuto il sopravvento; Voi siete più vivo che mai, Amico Italo!

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