Una delegazione del SUL Calabria ha incontrato il Console Onorario del Regno del Marocco, avvocato Domenico Naccari nella sede del Consolato messa a disposizione dal Comune di Gioia Tauro, in Palazzo Sant’Ippolito.
Nel corso dell’incontro il SUL ha sottoposto al Console alcune questioni di particolare complessità, ricevendo consigli, spiegazioni e impegno alla soluzione dei casi.
Il SUL ritiene che l’apertura del Consolato Onorario di Gioia Tauro rappresenti un’ottima opportunità per la comunità marocchina in Calabria, fatta di 15.000 persone che contribuiscono con il loro lavoro e la loro tassazione a rendere meno grave l’oggettiva difficoltà dell’economia calabrese. Spesso questi nuovi cittadini sono penalizzati da leggi inappropriate e, in qualche caso, sbagliate che ne impediscono il pieno dispiegarsi della loro capacità di rispondere ai loro doveri e di godere dei propri diritti che, va ricordato, derivano dalla lettera e dallo spirito della Costituzione Italiana.
Il SUL auspica che, nella mappa della presenza di strutture diplomatiche in Italia del Regno del Marocco, il Consolato di Gioia Tauro assurga al più presto al ruolo più ampio che può e deve ricoprire.
Alla fine della riunione il Segretario del SUL Calabria ha rilasciato la seguente dichiarazione: “abbiamo trovato corrispondenza di intenti con il Console, avvocato Naccari, e lavoreremo perché si stabilisca una collaborazione fertile nell’interesse dei cittadini marocchini in Calabria e per far emergere tutto il positivo di una grande intuizione del Comune di Gioia Tauro e del Console che ha consentito di dotare la nostra terra di una struttura diplomatica di eccezionale importanza. Siamo certi che la disponibilità e la competenza che abbiamo riscontrato nel primo incontro saranno lo stile di approccio e di lavoro che avremo nel prosieguo e serviranno per risolvere problematiche burocratiche e di legge. Le strutture del SUL che curano i diritti dei migranti sono a disposizione dei cittadini marocchini che ne hanno necessità e che saranno seguiti da volontari del loro Paese e della loro lingua”.