Una azione corale di Regione, Tribunali per i minorenni, Città Metropolitana, ASP, enti locali e associazioni per dare la possibilità al maggior numero possibile di bambini e ragazzi calabresi in grave difficoltà di potere crescere in una famiglia, quella d’origine laddove possibile o in una sostitutiva attraverso l’affido e l’adozione. Questa la sfida che è stata lanciata dal centro comunitario Agape nella giornata di studi tenutasi nel mese di novembre a palazzo Alvaro che è servita ha rilanciare il tema dell’accoglienza dei minori in situazione di abbandono o a rischio, con la novità di nuove linee guida nazionali sull’affido precise ed esaustive che hanno dato una precisa indicazione: l’obiettivo non può mai essere quello di separare, ma di riunificare una famiglia in difficoltà. Anzi si dice esplicitamente che l’obiettivo dell’affido è preventivo, in particolare quello diurno e di appoggio, perché può prevenire un allontanamento, non certo favorirlo.
La giornata di studio, moderata da Giuseppe Marino giudice onorario, ha ribadito che per la fascia d’età 0-5 anni l’affidamento familiare è sempre da preferire e si dovrebbe puntare a far scomparire l’inserimento nei servizi residenziali. Nella sua introduzione Nicoletta Latella in rappresentanza di Agape, ha indicato questa come priorità attraverso un progetto condiviso che preveda l’attivazione di una rete di famiglie- ponte e di singoli da formare e da sostenere come ha chiesto anche la Magistrata Mirella Schillaci del Tribunale per i Minorenni Anche per i piccolissimi (0-36) mesi si raccomanda un lavoro in rete per definire procedure e compiti. Meglio se in accordo con l’autorità giudiziaria e nell’ambito di un “progetto neonati” come è stato fatto in diverse regioni e che preveda il collocamento dei bambini in famiglie affidatarie “ponte”, specificatamente preparate, preferibilmente con propri figli biologici. Si tratta di obiettivi a cui devono concorrere, insieme, Comuni, Servizi sociali e sanitari, Autorità giudiziaria minorile che devono valorizzare le associazioni familiari e il volontariato con accordi di programma e protocolli condivisi .Positivo che la giunta regionale della Calabria, come ha riferito ai partecipanti all’apertura del seminario l’assessora regionale Caterina Capponi, abbia deliberato recentemente il recepimento delle linee guida e l’avvio da parte dell’ assessore al Welfare di un tavolo di confronto con il coordinamento regionale delle associazioni che si occupano di affido e adozione. Ma il ritardo da colmare è notevole come testimoniano i dati recenti forniti dall’istituto degli Innocenti di Firenze dai quali si evince che al 31 dicembre 2023 nel territorio regionale i minori fuori famiglia inseriti in servizi residenziali erano 484 (con il 10 % della fascia d’età 0-5 anni) mentre 440 sono stati collocati in affido parentale e etero familiare. Vi è quindi una prevalenza delle comunità rispetto all’affido. Altro dato preoccupante è quello che riferisce che solo per il 17% dei minori allontanati era stato predisposto un progetto di accoglienza, di rientro nella famiglia d’origine o di proposte di altre soluzioni. Un vuoto che costringe i minori a vivere in un limbo che spesso si può prolungare fino al raggiungimento della maggiore età. Dallo studio emerge che In Calabria solo il 20% degli ambiti territoriali ha attivato centri per l’affido in grado di fornire alle coppie interessate informazioni, sostegno, preparazione, sostegno ed accompagnamento. Ancora le problematiche dei minori con bisogni speciali su cui ha relazionato il neuropsichiatra Giovanni Schipani, che non trovano famiglie disponibile anche per la mancanza di servizi di neuropsichiatria in grado di sostenerli Per questo servono investimenti anche per la formazione degli operatori e delle famiglie da parte della Regione, della Città Metropolitana, degli ambiti territoriali .La giornata di studi ha visto confrontarsi la mattina esperti, magistratura minorile, servizi i soggetti istituzionali, nel pomeriggio il Focus ha riguardato le reti associative educative come Azione cattolica ed Agesci che nei loro interventi hanno dato la loro disponibilità a promuovere un modello di famiglia aperta e a seguire le conclusioni di Lucia Lipari vice presidente Agape. Relatore principale della giornata è stato Marco Giordano, genitore affidatario, Docente di Servizio Sociale Università di Bari e di Salerno, presidente Centro Studi Affido progetto Famiglia, cofondatore del tavolo nazionale per l’affido, uno dei massimi esperti nazionale nel settore che ha dato disponibilità a accompagnare anche per il futuro a livello formativo Enti Locali e Associazioni del territorio reggino.
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