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Reggio: la riqualificazione di Piazza del Popolo al centro del tavolo della Commissione Controllo e Garanzia

Svolta riunione in Commissione controllo e garanzia. Maggioranza disponibile con ambulanti che vogliono regolarizzarsi.

di Sebastiano Plutino
Si è svolta la seduta dell’ottava commissione consiliare “Controllo e Garanzia”, presieduta dal consigliere Massimo Ripepi, con un odg incentrato sulla nota questione della sospensione del mercato a Piazza del Popolo.
Per approfondire la vicenda, sul piano politico-amministrativo, sono state convocate sia la dirigente del settore Sviluppo Economico e procedimenti Suap, Loredana Pace, che l’assessore con delega Marisa Lanucara. 
Alla seduta erano presenti anche alcuni degli operatori commerciali del mercato cui è stata concessa l’opportunità di esprimere perplessità e proposte oltre che per chiarire il loro punto di vista sullo stato di “irregolarità” contestato a molti di loro dall’Amministrazione rispetto alle vigenti normative di settore.
La dirigente Loredana Pace è stata chiamata in causa per fare chiarezza su alcuni atti amministrativi e, in particolare, sul bando del 2018 cui hanno fatto appello e riferimento molti operatori; bando che ha prodotto una graduatoria degli aventi diritto per circa 41 posteggi totali, di cui 7 settore alimentare e 34 di altro settore; alcuni tra questi, in particolare, sono stati ammessi solo perché fu autorizzato un piano di rateizzazione.
Nel frattempo c’è stato non solo il cambio di tutti i quadri (sia tra le associazioni di categoria che quello del dirigente di Settore) ma anche l’avvicendamento di numerose figure dell’ufficio che ha generato non pochi problemi. “Nei mesi seguenti- ha dichiarato Loredana Pace- nessuno ha sollecitato lo scorrimento di graduatoria; agli atti non abbiamo traccia di alcuna richiesta specifica. A maggio 2020, d’altronde, con il DL 34 si chiedeva che le pubbliche amministrazioni procedessero d’ufficio per verificare le posizioni degli operatori e la possibilità di rinnovare a questi la concessione per 12 anni. Una successiva interlocuzione con le associazioni di categoria fece emergere, da parte di alcune, l’esigenza dello scorrimento di graduatoria ma solo dopo la chiusura del processo di regolarizzazione di tutte le aree mercatali; perché da questa verifica sarebbe dipeso direttamente lo scorrimento, il numero e la posizione degli aventi diritto. In alcune commissioni – ha continuato la dirigente di settore- è stato affrontato il problema del perché fossero state revocate concessioni rinnovate, in autotutela, per 12 anni; fu specificato pertanto che questa norma andava contro quelle europee.  Per evitare, dunque, il rischio di infrazione il governo, con l’ultimo Decreto Concorrenza, ha stabilito nuove linee guida; linee che avrebbe dovuto fornire entro marzo 2024 quando, nei fatti invece, non sono ancora arrivate. La graduatoria aveva durata di un anno e l’amministrazione avrebbe potuto riservarsi legittimamente, comunque, di non procedere allo scorrimento senza alcuna pretesa da parte degli operatori. Devo registrare che, nel frattempo, nessuno di loro ha mai sollecitato lo scorrimento in questione.” 
 La Dirigente ha chiuso il suo intervento con una significativa “annotazione” rispetto all’opinione pubblica ed ai presenti in Commissione; in riferimento, nello specifico, all’eclatante protesta di un operatore a piazza del popolo: aspetto umano a parte, nel pieno della comprensione, la dirigente Pace ha voluto specificare che lo stesso (risultante escluso dalla graduatoria) aveva un debito di 21mila euro già soltanto in relazione all’occupazione del suolo e, da verifica ulteriore di questi giorni, non era in regola complessivamente per circa 40mila euro -sul piano tributario- nei confronti del Comune.
Al netto di questa puntuale disamina l’Amministrazione intende garantire piena disponibilità al confronto per individuare una soluzione di concerto con chi vuole regolarizzarsi ma stabilendo in modo chiaro che il tutto deve avvenire nel pieno rispetto delle norme e nell’ottica di un riordino complessivo delle aree mercatali.
Piazza del popolo, in particolare, non giustificava più in alcun modo le spese amministrative per la pulizia e la garanzia dell’igiene quotidiana perché il rapporto era assolutamente sproporzionato. 
L’assessore Marisa Lanucara ha specificato che, da parte sua, c’è stata sempre totale disponibilità al confronto; conoscendo il problema, d’altronde, anche da prima del suo mandato politico nel ruolo ricoperto in una importante associazione di categoria.
“La scelta sul mercato di questa storica piazza -ha spiegato- è solo un punto di arrivo di un percorso amministrativo ben preciso e non certo frutto di una decisione personale del sindaco adottata improvvisamente dalla sera al mattino. Nel percorso condiviso, nelle numerose sedute di commissioni, anche dai consiglieri di minoranza sono arrivate indicazioni sempre a supporto dell’indirizzo di un contrasto al degrado, all’abusivismo ed all’illegalità”.
Su espressa richiesta di un consigliere di minoranza ha specificato che, con una delibera di giunta di ieri 13 gennaio, si è deciso di sospendere il mercato fino alla fine di giugno 2025 per consentire in questi mesi quel processo necessario di regolarizzazione degli operatori che ne faranno richiesta ed, al contempo, di individuare in modo chiaro gli interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione della piazza stessa.
Nondimeno, sul mercato di Botteghelle, verrà sperimentato da subito un modello di riorganizzazione mercatale da estendere (qualora si rivelasse virtuoso) anche agli altri mercati. In aggiunta, al fine di venire incontro alle esigenze imminenti degli attuali operatori di piazza del popolo -proprio presso il mercato di Botteghelle- sarà possibile adottare il sistema della “spunta”; consentendo, quindi, di utilizzare provvisoriamente dei posteggi vacanti.
Sia da parte del suo assessorato che del settore diretto dalla dirigente Loredana Pace è emerso, in ogni caso, che la regolarizzazione eventuale dei singoli operatori li metterà in condizione di esercitare la loro attività ma, nello specifico, in altre aree mercatali da individuare di concerto ai loro bisogni.
Per conto del centrodestra, oltre al presidente della commissione Massimo Ripepi, sono intervenuti Armando Neri, Federico Milia e Giuseppe De Biasi. 
La loro posizione, chiara e condivisa, è che il mercato deve rimanere a piazza del popolo per preservarne la storicità e l’aspetto identitario; tutte le altre funzioni che la maggioranza e la giunta vorrebbero assegnare alla piazza sarebbero conciliabili con quella del mercato attraverso una differenziazione delle fasce orarie.
Il presidente Massimo Ripepi, esprimendo netto disappunto sulla scelta operata dall’amministrazione, considera la mancata concessione della licenza –alla luce del bando del 2018- sia una chiara espressione di immobilismo amministrativo; a dispetto di quanto dichiarato dalla dirigente Loredana Pace, sull’attesa delle nuove linee guida del Ministero, chiede come sia possibile che in altre città italiane non vi sia stata questa stessa difficoltà.
Per Ripepi, dunque, la questione è squisitamente di volontà politica e non meramente amministrativa. Sulla delibera adottata dalla giunta -rispetto alla sospensione del mercato di piazza del popolo e la sperimentazione in quello di Botteghelle- Ripepi dichiara: “Con questa delibera hanno seppellito il mercato ma vogliono parlare con il morto”. Aggiunge inoltre: “La maggioranza non può vestirsi da paladina della legalità quando per 10 anni l’amministrazione Falcomatà non ha fatto nulla per regolarizzare il mercato; esattamente il contrario di quanto fatto dal padre Italo Falcomatà che, invece, ha lottato con grande coraggio portando il mercato ad avere una dimensione di grande legalità fintanto che è stato sindaco”.
Per la maggioranza sono intervenuti i consiglieri Giuseppe Sera, Giovanni Latella, Franco Barreca e Filippo Quartuccio. 
In particolare, nel difendere la scelta della sospensione del mercato (sia a livello amministrativo che politico), sono stati evidenziati gli aspetti fondamentali alla base di una decisione che giunge solo dopo un lungo ragionamento all’interno di un percorso partecipato nelle commissioni di competenza.
Il rischio di un danno erariale, ad esempio, per una spesa non più sostenibile (almeno 10 volte superiore a quella delle entrate per l’occupazione del suolo) già di per sé sarebbe stata ragione più che valida per porre fine allo scenario ultimo di piazza del popolo.
A questa si aggiungono le questioni di profondo degrado ambientale, di igiene e sicurezza nonchè l’impossibilità di tutelare la salute dei cittadini per oggettivi riscontri sulla dubbia provenienza delle merci e l’assenza di tracciabilità delle stesse; aspetti rilevati più volte e finanche in questi ultimi giorni da operazioni mirate di polizia municipale ed interforze.
La restituzione di uno spazio così importante alla collettività -secondo i consiglieri di maggioranza- nasce quindi da un’analisi di importanti criticità protrattesi nel tempo; ormai, a questo punto, non più sanabili. La piazza era divenuta “ostaggio” di abusivi ed irregolari a danno della comunità intera e degli operatori in completa regola (nei fatti soltanto due).
Attraverso le parole del consigliere Latella, in particolare, è passato un messaggio chiaro di vicinanza ai lavoratori tutti ed a chi vuole operare onestamente; con un’apertura totale al dialogo ed al confronto. Concertazione che deve avvenire nel rispetto delle regole e del decoro seguendo esempi e percorsi già tracciati da questa amministrazione: in particolare i casi virtuosi come quelli di “campagna amica” (a piazza Carmine ed Orange) e quello del mercatino del collezionismo sotto la Stazione Lido.
Il presidente Massimo Ripepi ha chiuso i lavori riconvocando la commissione consiliare per martedi prossimo 21 gennaio con rinnovato invito al sindaco Giuseppe Falcomatà oggi assente per un comitato “ordine e sicurezza” in Prefettura; specificando che è il primo cittadino a dover rispondere di questa scelta politico-amministrativa in quanto, a suo avviso, la responsabilità è in capo alla sua figura ed al suo ruolo.

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