“Mi spiace che il Governatore si sia prestato ad una tale caduta di stile, arrivando addirittura all’insulto personale. E’ un modo di fare che non mi appartiene, che non ha mai fatto parte del modo in cui interpreto il mio ruolo di rappresentante delle istituzioni. Evidentemente Occhiuto ha altri parametri e di questo me ne dispiaccio, ma è chiaro che non mi lascerò trascinare nella zuffa che probabilmente il Governatore vuole”.
E’ quanto afferma in una nota il Sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà commentando la recente affermazione del Governatore Roberto Occhiuto che nel corso di un’intervista ha definito il primo Cittadino “ignorante come uomo”.
“Al di là della vicinanza per il suo stato di salute, da me peraltro già a suo tempo manifestata, continua Falcomatà, è evidente che il Governatore stia perdendo le staffe. Le sue affermazioni sono un grave attacco istituzionale, non tanto alla mia persona, ma alla comunità che rappresento. Non può il nervosismo per ciò che sta accadendo dalle parti di Palazzo Campanella, con una maggioranza di fatto in frantumi che lo ha costretto all’ennesima forzatura con la richiesta della fiducia sulla vicenda della centrale del Mercure, giustificare una tale bassezza. È chiaro che il governatore non sia lucido. E sono convinto che i calabresi meritino un governo differente, autorevole e saldo, che a qualche sortita da influencer social sappia quantomeno associare idee chiare e capacità strategiche alla guida della Regione”.
“Entrando nel merito di ciò che afferma Occhiuto, aggiunge Falcomatà, è chiaro che quanto da me riferito, nel corso di una recente intervista tv, riguardo la sua operazione chirurgica, è un fatto ampiamente condiviso dall’opinione pubblica, che non deve essere travisato. E cioè che è un grave problema se la sanità calabrese debba ricorrere all’intervento di medici che provengono da fuori regione per affrontare le situazioni più delicate. Con questo non ho mai inteso alludere ad un’ipotetica condizione di favoritismo del governatore, che è corso ai ripari cercando una giustificazione non richiesta, ma alla necessità che i bravi medici, calabresi e non, siano messi nelle condizioni di lavorare in Calabria in maniera stabile e non a chiamata per una sorta di turismo professionale”.