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“Controllo governativo sugli Enti locali”: “Concludere la riforma del Tuel e riflettere sul tema degli scioglimenti che non hanno effetti sulla burocrazia”

Il sindaco Falcomatà ha preso parte al convegno promosso dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dipartimento DiGies

di N L
“Si tratta di un tema che nelle argomentazioni riguarda molto da vicino la storia recente della nostra città, rispetto a quello che è il controllo governativo sugli Enti Locali che a volte viene percepito come una ingerenza. Un rapporto spesso vissuto da diverse amministrazioni del Mezzogiorno d’Italia nei confronti di uno Stato visto come ‘padre padrone’, anziché come Istituzione che possa dare una mano alla crescita e allo sviluppo”.
Così il sindaco metropolitano e di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, intervenendo oggi al convegno ‘Il controllo governativo sugli Enti locali, problemi e prospettive’, promosso dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dipartimento DiGies, al quale hanno preso parte, tra gli altri, il prefetto Clara Vaccaro, la presidente del Tar Calabria sezione di Reggio Calabria Caterina Criscenti, il Rettore della Mediterranea Giuseppe Zimbalatti.
“E’ arrivato il momento – ha aggiunto Falcomatà – per una seria riflessione sia sulla natura di questi controlli governativi che sugli effetti e l’efficacia, sia per quello che concerne gli scioglimenti dei Comuni, come per le cause di incandidabilità di quegli amministratori che hanno fatto parte dell’Ente locale sciolto per infiltrazione mafiose. Aggiungo anche una riflessione sulle responsabilità della burocrazia, un altro tema da trattare. Oggi la legge – ha evidenziato – si occupa degli effetti e delle conseguenze sugli amministratori, quindi sulla parte politica protagonista delle cause di scioglimento, un po’ meno rispetto alla parte burocratica. Gli Enti locali hanno bisogno di dotarsi di una corazza per eliminare i rischi di infiltrazione mafiosa e soggetti che poco hanno a che fare con il bene comune, ma per far ciò occorre anche una pianta organica in grado di poter essere impermeabile a certe ingerenze. Nel nostro comune, a fronte di una pianta organica di 1.600 dipendenti, queste verifiche le abbiamo dovute fare come meno della metà di pianta organica. Stessa cosa per quanto riguarda la rotazione dei dirigenti. A fronte di 15 previsti, abbiamo lavorato con soli 8 e anche con le rotazioni non siamo sempre riusciti a garantire il livello di efficacia necessario”. “Ci sono anche altri strumenti – ha ricordato Falcomatà – si è parlato dell’articolo 143, noi in questi anni abbiamo conosciuto bene l’articolo 145 la cui natura andrebbe approfondita sempre di più, ossia la possibilità di un Ente, che rientra dopo uno scioglimento, di potersi dotare di dirigenti dello Stato per sopperire al deficit di personale. Andrebbe chiarito bene il numero”.
“Il tema dei Comuni sotto i 1.000 abitanti – ha affermato – è stato più volte affrontato, anche in merito alla sensibilizzazione ad una maggiore collaborazione in termini di fusione tra quelli più vicini. Un percorso fallito anche per aspetti di campanilismo che non hanno fatto vedere le opportunità di tale scelta. Quindi auspico che si adotti un provvedimento per legge”.
“C’è infine – ha concluso Falcomatà – necessità di concludere la riforma del Testo Unico degli Enti Locali, un aspetto sul quale come Anci stiamo lavorando da anni, abbiamo chiesto, negli ultimi 11 anni, a tutti e 6 i presidenti del Consiglio e governi che si sono succeduti, ma è evidente che non c’è una sensibilità di governo e parlamentare ad affrontare questo tema che ha ricadute essenziali sugli enti locali e sulla capacità attrattiva per chi si vuole impegnare politicamente come consigliere o sindaco”.

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