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A Villa San Giovanni il salotto culturale “Le donne nell’Architettura”

Svolto a Villa San Giovanni, Il salotto culturale FIDAPA, organizzato dall’arch. Cinzia Basile, tra storia, talento e ispirazione

di Sebastiano Plutino

In un mondo afflitto da persistenti divari, raggiungere l’uguaglianza per tutte le donne e le ragazze rimane una convinzione fondamentale e una sfida duratura.

A sostegno di questo presupposto, durante il salotto culturale “Le donne nell’Architettura”, organizzato dall’arch. Cinzia Basile referente della Task Force “Arte e Cultura” – Sezione FIDAPA-BPW di Villa San Giovanni, in collaborazione con l’OAPPC di Reggio Calabria, si è avviata una riflessione sulle donne che hanno fatto la storia dell’Architettura, evidenziando le sfide ancora esistenti e promuovendo azioni concrete per la parità di genere.

L’iniziativa, patrocinata della Sezione reggina di A.I.D.I.A. – Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti – ha consegnato valore simbolico all’importante lavoro svolto dalle donne architetto e al contributo da queste offerto, in modo sostanziale, allo sviluppo dell’architettura.

L’evento, ospitato presso l’Auditorium “Emanuela Loi” dell’IPALB TUR “Giovanni Trecroci”, le cui attività di regia sono state curate dalle stesse organizzatrici coadiuvate dal tecnico Saverio Verduci, è stato moderato dall’avv. Carmela Infortuna, Segretaria della Sezione FIDAPA-BPW, che ha aperto il dibattito sulla necessità di una narrazione storica, accendendo i riflettori sul rapporto tra donne e architettura in diversi contesti sociali e culturali.

A ricevere in sala le relatrici, e gli ospiti tutti, sono stati gli studenti del corso serale di “Accoglienza Turistica, Sala e Pasticceria” dell’IPALB TUR, diretto dal prof. Pontieri, accompagnati dalla prof.ssa Camilla Alampi.

Nel porgere i saluti l’avv. Michela Catanese, Presidente della Sezione villese FIDAPA-BPW, ha rimarcato “Non si possono certo dimenticare le difficoltà affrontate dal genere femminile in questo ambito professionale, nonostante la naturale propensione delle donne per il senso del bello e dell’estetica in genere… ed è proprio alla forza, alla tenacia di queste donne che hanno combattuto l’arcaismo dei due sessi forte/debole che ci siamo ispirati proponendo questo evento”.

La padrona di casa prof.ssa Enza Loiero, DS dell’istituto, sottolinea “Le donne grazie alla loro resilienza sono capaci di realizzare tantissime cose eleganti anche in circostanze poco favorevoli proprio per la loro propensione alla vita. Siamo in un auditorium intitolato ad Emanuela Loi che ha dato la vita per difendere i valori di giustizia e legalità”.

Nel suo intervento l’ing. Margherita Tripodi, Presidente di AIDIA, specificando il ruolo dell’associazione ha riportato il pensiero di Oriana Fallaci, abbinando alla figura della donna le tre parole: avventura, coraggio e sfida “Tutti concetti che le donne architetto di un tempo, di oggi e di domani, abbracciano pienamente”.

L’arch. Cinzia Basile, nell’esporre un’approfondita ricerca da lei stessa curata e nel dettaglio espletata con la proiezione di un documentario, ha spiegato che “Per molti secoli l’architettura e l’ingegneria sono rimaste strettamente legate al mondo maschile, resistendo all’avanzata delle donne e alla loro progressiva conquista. Dopo qualche tentativo pionieristico nella prima metà del Novecento, oggi le donne architetto sono molte e negli ultimi anni hanno cominciato finalmente a veder riconosciuto il proprio lavoro. Il genere femminile, nella pratica dell’architettura, di cui ad oggi possiamo vantare eccellenti esponenti, non ha certo avuto vita facile, come in tutti i campi professionali tecnici. Esplorando i risultati ottenuti dalle donne architetto, possiamo comprendere meglio il loro impatto sul settore e ispirare le generazioni future a intraprendere una carriera in architettura”.

 Con il suo intervento la Basile ha reso protagoniste del salotto alcune tra le maggiori esponenti che hanno segnato la storia dell’architettura, dalle archistar alle architette, urbaniste, designer, docenti e ricercatrici.

Promotrice del cambiamento è Plautilla Bricci, la prima a affermarsi in Italia, nel ‘600 barocco di Bernini e Borromini. La Bricci venne definita “l’architettrice”, in mancanza, prima di allora, di un nome femminile che potesse definire una donna architetto.

Sarà tra la fine dell’800 e tutto il ‘900, con l’avvento delle nuove tecnologie, le avanguardie e le nuove contaminazioni, che la figura della donna “architetto” prenderà forma. Pioniera dell’estetica dell’International Style, l’irlandese Eileen Grey, rimasta folgorata dall’esposizione Universale di Parigi, nel primo dopoguerra decise di specializzarsi in architettura d’interni e design, affiancando colleghi come Le Corbusier. Parliamo di tempi in cui alla donna non è ancora dato ricoprire ruoli tipicamente maschili, basti ricordare che lo stesso Le Corbusier quando bussò alla porta del suo studio la giovane Charlotte Perriand, sorridendo le disse “Qui non ricamiamo cuscini”, ma nonostante tutto nel 1927 con lei avviò una collaborazione per l’arredamento di interni con pezzi moderni. Indicata fra i fondatori del design contemporaneo, le creazioni della Perriand sono tuttora in produzione da Cassina.

Nel 1991 sarà grazie all’architetto e urbanista statunitense Denise Scott Brown, coautrice della bibbia del Post Modern “Learning from Las Vegas”, se il premio Pritzker, il più alto riconoscimento mondiale in architettura, può essere oggi assegnato anche alle donne.

Alla carrellata di fautrici del cambiamento non può mancare l’italiana Gae Aulenti, classe ‘27. A sua firma sono pezzi iconici come la lampada da tavolo “Pipistrello”, disegnata per gli showroom di Olivetti a Parigi e Buenos Aires, successivamente prodotta in serie e oggi esposta al MoMA di New York.

Negli stessi anni Lina Bo Bardi, una delle figure più rivoluzionarie nell’architettura del ‘900, oltre a collaborare con lo studio di Gio Ponti, assunse la vicedirezione della rivista Domus e fondò il magazine Habitat.  Grazie a edifici come “La Casa de Vidro”, oggi sede della fondazione a lei dedicata, l’apporto di Bo Bardi sarà fondamentale allo sviluppo dell’architettura brasiliana.

Sulla scia delle donne che l’hanno preceduta, l’architetto e designer irachena di Zaha Hadid è la prima donna nella storia a vincere il Premio Pritzker 2004 e la medaglia d’oro del Royal Institute of British Architects 2016. Lo stile inconfondibile, basato su prospettive ardite e forme sinuose, è riconoscibile nel Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, nella Stazione Marittima di Salerno e nel costruendo Museo del Mediterraneo nel Waterfront di Reggio Calabria.

Nello stesso scenario le irlandesi Shelley McNamara e Yvonne Farrel, attive fin dagli anni ’70, hanno vinto il World Building of the Year 2008 per l’estensione dell’Università Bocconi e il Leone d’Argento alla Biennale 2012 con il progetto del campus UTEC per l’Università di Lima. Nel 2018 curano la Biennale di Archittetura a Venezia nel 2018.

A soli 21 anni, nel 1981, è ancora una studentessa universitaria, Maya Lin, americana di origini cinesi, quando esordisce con il progetto vincitore al concorso di idee del Vietnam Veterans Memorial a Washington, monumento dedicato ai 58.000 soldati americani caduti durante la guerra del Vietnam eretto al Cimitero di Arlington.

Infine, ma non ultima, tra le pioniere dell’architettura del passato e del presente, l’italiana Jolanda Milano, special guest all’evento. La Milano oltre a essere una delle prime tre donne iscritte all’Ordine di Reggio Calabria, ha lasciato alla città, con le sue progettazioni che spaziano dall’architettura al design, traccia tangibile del suo stile ricercato, visibile nei dettagli come nelle balaustre della fossa orchestrale del Teatro Francesco Cilea del quale ne ha curato il restauro.

Sulla figura di Jolanda Milano è intervenuta l’arch. Sabrina Prestipino. Il suo contributo ha ripercorso, attraverso le emozioni, il lavoro della madre architetta e gli effetti prodotti indirettamente nella formazione della figlia.

La Milano visibilmente emozionata, nel ricevere la targa in riconoscimento della sua carriera, ha ringraziato tutti i presenti.

Nel corso della cerimonia di premiazione è intervenuta l’avv. Giusy Caminiti, Sindaco della Città di Villa San Giovanni, esprimendo grande soddisfazione per il taglio dato all’evento e per la testimonianza di Jolanda Milano.

Il dibattito è proseguito con l’arch. Giovanna Caminiti, Presidente della Commissione “Pari Opportunità” dell’OAPPC di Reggio Calabria, con una dedica alla Bricci “Palutilla non è solo un esempio per le donne che voglio diventare architetto e che da lei raccolgono questa preziosa eredità, ma un modello per chiunque, donna o uomo, volesse intraprendere il percorso per diventare ciò che desidera, credendo nel proprio talento, forte del proprio coraggio”.

Ha chiuso gli interventi l’arch. Silvia Lottero che, tracciando vecchie e nuove sfide, dichiara “Ogni giorno siamo impegnate ad affrontare sfide nella nostra professione che si occupa di architettura e non solo, essa è al confine tra l’arte e la scienza, tra la cultura e la tecnica. A cento anni dalla fondazione degli ordini professionali per la tutela del titolo e dell’esercizio professionale degli Ingegneri e Architetti, i numeri restituiscono una situazione incoraggiante in quanto evidenziano una crescita costante sia di iscrizioni che di partecipazione all’interno dei Consigli dell’Ordine, tuttavia nell’immaginario collettivo quello dell’architetto è ancora considerato un lavoro maschile. Le donne architetto, a fronte di un divario retributivo di genere che resiste ma che si sta man mano riducendo, non demordono e da sempre instillano nuova linfa nella rivoluzione silenziosa iniziata da Plautilla Bricci. La storia è certamente corredata di esempi di donne illustri che sono riuscite a distinguersi ma accanto a queste eccellenze vi sono tante professioniste derubate dei loro meriti”.

Il salotto culturale “Le donne nell’Architettura” è stato arricchito dagli eleganti intermezzi di danza eseguiti delle giovani allieve della scuola ASD Divina, dirette da Mariarosa Verduci in collaborazione con la maestra del corso di danza classica Fatima Ranieri.

Nel corso dell’evento gli ospiti hanno potuto gustare le pietanze preparate dallo Chef Francesco Figliomeni.

L’evento curato dalla Task Force “Arte e Cultura”, composta anche da Rina Morabito, Maria Cantarella, Nuccia Cardile, Isabella Iracà, Silvia Lottero, Anna Stajano, Rosy Ussia, Nuccia Ferrante e Tiziana Pansera, ha contribuito a far riflettere sul contributo che ogni donna può offrire alla società. Le socie, coadiuvate dalle allieve della “Scuola Divina”, hanno consegnato gli attestati e omaggi floreali realizzati da “Riviera dei fiori” di Francesco Giuffrè.

 

 

 

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