Home » Catanzaro: Operazione contro il clan Larosa

Catanzaro: Operazione contro il clan Larosa

"Droni e telefonini in carcere, realtà nonostante numerose denunce sindacali: schermare i penitenziari", scrive Segretario del SAPPE, Capece

di Sebastiano Plutino
“Il procuratore capo di Catanzaro, Salvatore Curcio, nel dare conto dell’indagine condotta dalla Dda che ha colpito la ‘ndrina La Rosa, ha denunciato, dall’autorevolezza della sua posizione, un aspetto del sistema penitenziario nazionale grave ed oggettivo: l’uso illecito di telefoni cellulari in. Noi lo denunciamo da anni, sensibilizzando gli uffici competenti chiedendo di schermare le carceri e di dotare tutti i Reparti del Corpo di Polizia Penitenziaria di opportuni sistemi per rendere inattivi i sorvoli sulle strutture. Speriamo sia la volta buona che si faccia qualcosa. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, commentando alcune dichiarazioni rilasciate dal Procuratore Capo della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Curcio, in occasione della conferenza stampa che ha illustrato gli esiti della indagine condotta dalla Dda di Catanzaro ha colpito la ‘ndrina La Rosa.
Nel triennio 2022/2024 sono stati sequestrati dalla Polizia Penitenziaria, nelle carceri italiane, circa 5.000 telefonini (4.931, per la precisione). Servono fatti concreti: non possiamo più permetterci che episodi di questo tipo diventino la norma. La sicurezza degli operatori, dei detenuti e dell’intera comunità è a rischio”, evidenzia Capece che sottolinea come, da tempo, il SAPPE solleciti interventi immediati affinché vengano adottate misure straordinarie per garantire la sicurezza delle carceri italiane. “Non possiamo più permetterci che episodi di questo tipo diventino la norma. La sicurezza degli operatori, dei detenuti e dell’intera comunità è a rischio”, afferma il sindacalista, che assicura come “il SAPPE continuerà a monitorare la situazione e a denunciare ogni tentativo di compromettere l’integrità e la sicurezza degli istituti penitenziari, anche stroncando il sorvolo dei droni con cui spesso i telefonini arrivano in carcere, rinnovando il proprio impegno nella tutela dei diritti e della sicurezza della Polizia Penitenziaria”.
Capece evidenzia infine come sia “indispensabile investire sulla formazione del personale nonché sulle dotazioni individuali e di reparto, affinché la Polizia Penitenziaria sia messa nelle migliori condizioni per poter assicurare allo Stato quello che forse è il più importante compito istituzionale affidatogli, cioè garantire l’ordine all’interno degli istituti di prevenzione e di pena, tutelandone la sicurezza, a tutto beneficio della collettività libera”.  

Potrebbe interessarti: