«Sono 5 sì per il lavoro, per i lavoratori, i cittadini e le cittadine italiane.
Il referendum dell’8 e 9 giugno ci dice che i diritti si estendono e non si restringono. Quindi, è responsabilità nostra condurre una forte battaglia contro l’astensionismo».
Lo ha detto il sindaco Giuseppe Falcomatà intervenendo all’avvio della campagna referendaria promossa dalla Cgil, insieme al comitato composto da Partito Democratico, Calabria Possibile, Alleanza Verdi e Sinistra, Prc, Sunia, Auser, Anpi, Arci, Libera e Ampa.
Da Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana, il sindacato ha mosso i passi verso le urne che, fra due mesi, chiameranno gli elettori ad esprimersi su cinque quesiti su lavoro e cittadinanza.
A moderare l’incontro è stato Francesco Alì, responsabile del Sunia, ricordando come il Parlamento abbia fatto poco su questi temi, peggiorando le condizioni di lavoratori e lavoratrici».
«Quando si parla di lavoro a termine, precario e incerto – ha, così, ribadito il sindaco Falcomatà – noi siamo i primi a dover sostenere le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori. Lo abbiamo fatto, per esempio, cancellando il precariato dal Comune e dalla Città Metropolitana, grazie a scelte politiche coraggiose lungo un tragitto disseminato di ostacoli e incertezze. Abbiamo riconsegnato dignità al lavoro, costruendo un percorso di fiducia e condivisione con i sindacati».
Per sottolineare la valenza e l’importanza del sì ai quesiti referendari, il sindaco Falcomatà ha ripercorse «le lunghe e travagliate vicende affrontate, negli anni, dagli operatori e dalle operatrici delle società dei servizi, da Atam e al comparto ambientale da Leonia a Avr a Teknoservice ad Ecologia oggi».
Netto il pensiero di Falcomatà anche riguardo al quesito sulla cittadinanza: «Le conferenze stampa imbarazzanti e imbarazzate del Governo nazionale sono il termometro dell’incertezza e della poca dimestichezza dell’esecutivo riguardo alla cultura politica che si ha nell’affrontare questioni come quelle della cittadinanza, dello ius soli o dello ius scholae.
Serena Sorrentino, segretaria generale della Funzione pubblica Cgil, ha specificato come, con il sostegno ai cinque quesiti, «12 milioni di lavoratrici e lavoratori acquisiranno diritti in più, a partire dalla dignità del lavoro con la ricostruzione dei principi sottratti, dalla salute e dalla sicurezza nella filiera degli appalti». «Di fronte a 1500 persone che, ogni anno, muoiono sul posto di lavoro – ha specificato – non si può continuare a denunciare la strage, ma bisogna fermarla».
Serena Sorrentino, segretaria generale della Funzione pubblica Cgil, ha specificato come, con il sostegno ai cinque quesiti, «12 milioni di lavoratrici e lavoratori acquisiranno diritti in più, a partire dalla dignità del lavoro con la ricostruzione dei principi sottratti, dalla salute e dalla sicurezza nella filiera degli appalti». «Di fronte a 1500 persone che, ogni anno, muoiono sul posto di lavoro – ha specificato – non si può continuare a denunciare la strage, ma bisogna fermarla».