Un conclave flash che è già storia: sono bastate solo quattro votazioni e meno di 24 ore per mettere d’accordo i 133 cardinali elettori scelti da Papa Francesco sulla figura del suo successore, ricaduta sullo statunitense Robert Francis Prevost.
Ma il processo elettivo che ha portato all’elezione di quello che è oggi Papa Leone XIV passerà alla storia non solo per la brevità (nel corso dei secoli è successo che bastasse lo stesso numero di votazioni per eleggere un Pontefice, si ricordino – solo nell’ultimo secolo – quelli che portarono a Papa Giovanni Paolo I, Albino Luciani, e Papa Benedetto XVI, Joseph Ratzinger), ma anche e soprattutto per un’attenzione mediatica senza precedenti.
Dodici anni dopo l’elezione di Papa Francesco, un panorama mediatico completamente diverso
Nonostante l’elezione di Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, non sia così lontana nel tempo (era solo il 2013), l’incessante sviluppo dei linguaggi e delle tecnologie dell’informazione ha configurato uno scenario mediatico di possibilità e utilizzi impensabili solo dodici anni fa.
I social network erano già esistenti e predominavano Facebook (non ancora Meta), Twitter (molto prima di diventare “X” sotto la proprietà e le ideologie di Elon Musk) e YouTube. Instagram, libero dalle grinfie di Zuckerberg, non aveva ancora ideato le imitatissime storie che spariscono in 24 ore, e TikTok doveva ancora conoscere il successo planetario che oggi è noto a tutti. Ma non solo, l’intelligenza artificiale era solo un sogno o al massimo un esperimento in corso nei più prestigiosi laboratori informatici d’oltreoceano, mentre oggi inizia a insinuarsi irrefrenabilmente nel quotidiano, assumendo forme sempre nuove e sempre più user-friendly.
Perfino gli strumenti a disposizione del giornalismo, anche di quello web più fresco e tecnologico, erano assai limitati rispetto ad oggi, con velocità di banda molto inferiori e di certo non trasportabili sul mobile, se non a costi elevatissimi.
L’elezione di Papa Leone XIV: un conclave raccontato dai giovani
Tutto questo oggi è storia, seppur recentissima, ma l’evoluzione del campo delle telecomunicazioni non è l’unico aspetto che ha consentito all’ultimo Conclave di diventare un vero e proprio fenomeno mediatico, a livello globale ma soprattutto in Italia. Quello che ha fatto davvero la differenza, come sempre, è l‘utilizzo degli strumenti fatto dagli utenti e in particolare dai giovanissimi Millennial, Gen-Z e perfino qualche Alpha: giovani-adulti e ragazzi in un range di età dai 30 anni in giù, normalmente per lo più indifferenti al mondo religioso, che hanno riscoperto in questo avvenimento storico un tema da sfruttare sui propri canali mediatici.
Nasce così una narrazione parallela delle vicende vaticane, una narrazione giovane e veloce, da buona regola del web e dei Social Media, da consumare in assaggi da pochi minuti, come in un grande buffet informativo fatto di ironia, sarcasmo e analisi originali, del tutto diverse dall’informazione canonica del giornalismo mainstream, che a pensarci sembra quasi inglobata in una grossa nuvola di polvere, come quando si decide di tirare fuori un libro dimenticato da una grande libreria chiusa da anni.
E così, mentre nel prime televisivo imperversavano gli storici campanelli di porte finte, dibattiti tra ecclesiastici per lo più emeriti sconosciuti, raccattati in mezzo alla strada e messi sotto riflettori quel tanto che basta per avere un’opinione pseudo-autoritaria della questione “Conclave”, i nostri giovani studiavano e si confrontavano su papabili e papabilissimi, prendendo dai media tradizionali solo quelle informazioni veramente utili a portare avanti un gioco passato al pubblico come “FantaConclave“.
Secondo le logiche già collaudate del FantaSanremo, il gioco di scommesse libere e gratuite che accompagna ormai da anni la Kermesse della Canzone Italiana, e che ormai è capace di riunire milioni di italiani di tutte le età in una competizione che unisce e non divide, creata al solo scopo di divertirsi, ecco che viene sviluppata sul serio la versione “Papale”, con squadre, membri da schierare, e la speranza di indovinare il nuovo Pontefice.
Ma non finisce qui: non solo scommesse sulla figura del successore di Bergoglio ma anche tanti, tantissimi video ironici con ragazzi travestiti da cardinali o da giornalisti, parodie, green screen, trend rivisitati per l’occasione per un totale di milioni di visualizzazioni e un range tematico sostanzialmente monopolizzato su ogni piattaforma che oggi conti davvero qualcosa: TikTok e Instagram, con buona pace degli articoli e delle dirette delle testate nazionali e internazionali condivisi ancora su Facebook e YouTube.
La Chiesa verso i giovani e i giovani verso la Chiesa: l’arduo compito di Leone XIV
La Chiesa seminata da Papa Francesco, quella Chiesa dalle porte aperte, che non si scandalizza per una suora che partecipa a un talent ma anzi incoraggia gli ordinati che decidono di sfruttare i nuovi canali di comunicazione per incontrare le generazioni perdute, la Chiesa di quel Sinodo volto a individuare i giusti linguaggi e a individuare e risolvere i problemi dalle radici, dopo studi quasi scientifici e uniformi, che hanno coinvolto e chiamato al confronto i rappresentanti di ogni singola Diocesi, si ritrova così impotentemente coinvolta in un fenomeno tutto nuovo, che potrebbe davvero fare la differenza.
Al nuovo Papa, Leone XIV, l’arduo compito di interpretare questa opportunità, per una volta davvero nata dall’iniziativa dei ragazzi, e guidare la Chiesa verso il giusto utilizzo di nuovi linguaggi e tecnologie.