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Prosegue la programmazione degli spettacoli della 25ª edizione di Primavera dei Teatri

Per la concomitanza del maxischermo per la finale di Champion, lo spettacolo "Molly" andrà in scena alle 20:15 e "Cari spettacoli" alle 18:45

di Sebastiano Plutino

Prosegue la programmazione degli spettacoli della 25ª edizione di Primavera dei Teatri, il festival dei nuovi linguaggi della scena contemporanea ideato e diretto da Dario De Luca, Saverio La Ruina, Settimio Pisano, in corso a Castrovillari dal 26 maggio al 1° giugno 2025.

Importante: per via della concomitanza della presenza di un maxi schermo per la finale di Champion League sarà effettuato un cambio di orario per gli spettacoli: Molly andrà in scena alle 20,15 e Cari Spettatori andrà in scena alle 18,45

 

Questa la programmazione dettagliata

sabato 31 maggio

 

11.30 | Protoconvento

Presentazione del libro “La non scuola di Marco Martinelli- tracce a voci intorno ad Aristofane a Pompei”

di Francesca Saturnino (Luca Sossella editore)

Saranno presenti Francesca Saturnino e Angela Albanese

 

“Cosa pensano gli adolescenti di questo mondo rotto? La scuola ha bisogno del teatro?” Queste e altre le questioni al centro del libro “La non scuola di Marco Martinelli- tracce a voci intorno ad Aristofane a Pompei” della giornalista e insegnante Francesca Saturnino. Il libro nasce dall’esperienza di osservazione dell’autrice della pratica della non-scuola di Marco Martinelli che è tornato a Napoli per dirigere un gruppo di adolescenti per la «messa in vita» dei testi Aristofane al Parco Archeologico di Pompei.

 

 

ore 12.00

Presentazione del libro Tetralogia del dissenno II

di Rino Marino

A cura di Vincenza Di Vita, con prefazione di Filippa Ilardo.

Saranno presenti Rino Marino e Filippa Ilardo

 

Il Libro raccoglie quattro testi teatrali – Lunario, La consegna, Fiele, La Verma – e si conferma un affondo nel cuore di un teatro visionario e radicale. Una scrittura feroce e poetica, capace di sondare l’abisso del dis-equilibrio e di trasformare il dolore in un linguaggio scenico spiazzante e necessario.

 

 

 

16.30 | Sala Varcasia

Domineddio

Residenza teatrale di Cecilia Foti con la complicità di Saverio la Ruina

Testo di: Saverio La Ruina
Con: Cecilia Foti

 

Dalle parole ascoltate nei laboratori, dalle storie condivise, dai silenzi che restano impressi sotto pelle. Questa residenza nasce dal confronto con donne che hanno attraversato il dolore, e hanno scelto di raccontarlo. A partire dai nuovi aspetti emersi durante un percorso umano prima che artistico, Saverio La Ruina torna a riflettere sulla violenza di genere, stavolta insieme a Cecilia Foti, partner sensibile di un’indagine scenica che si nutre di ascolto, memoria e trasformazione.

Una residenza che diventa spazio di elaborazione, per dare voce a ciò che ancora ci interroga.

 

 

18,45 | Teatro Vittoria

Cari Spettatori (Teatro – Prima nazionale)

regia, scene, costumi Danio Manfredini

produzione Teatro di Sardegna

luci Loic Francois Hamelin

con Vincenzo Del Prete e Giuseppe Semeraro

Assistente alla regia Vincenzo Del Prete

Produzione/ Distribuzione Danilo Soddu

Durata: 70’

 

Due pazienti usciti dalla comunità psichiatrica, si ritrovano a vivere insieme in un appartamento affittato alla Caritas. Condividono il quotidiano tra due letti, i comodini e una tv dalla quale proviene il suono di un dvd che trasmette filmini della comunità psichiatrica dalla quale provengono. Gino è un aspirante regista di teatro e sta cercando di concepire il suo copione teatrale per poterlo pubblicare e diventare famoso. Arturo aspira ad una casa popolare da condividere magari con il suo amore. Entrambi sperano di uscire dal contesto psichiatrico che li tiene sotto psicofarmaco, con un

monitoraggio dei medici assistenti da lontano. Tra lamentele, scontri e momenti di reciproca comprensione, passano le giornate tra i muri della loro stanza con poche e brevi uscite per le sigarette o la spesa. A turno appaiono l’uno la vittima o il carnefice dell’altro. Mentre Gino si proietta verso grandi tematiche per dare corpo al suo copione teatrale, con slanci esilaranti e plateali, Arturo dalla condizione di solitudine interiore, di bisogno di affetto, di comprensione, apre spazi di riflessione sulla condizione esistenziale umana e alla consapevolezza di essere entrambi agnelli in un mondo di lupi. L’eco delle voci di altri pazienti, che vengono dal dvd, si mischiano ai dialoghi di Gino e Arturo ed evocano l’esperienza da cui provengono, ne restituiscono la complessità attraverso frasi pennellate, raccolte dalle bocche di pazienti veri della comunità. Il mondo di fuori che arriva nella stanza con i rumori della città, le telefonate al dottore, alla dottoressa, a un amico a un operatore, creano un ponte con un mondo per il quale si sentono disadattati. La tensione è verso l’uscita dalla gabbia e la paura di non essere in grado di affrontare un fuori che non contempla la fragilità e punti di vista diversi da quelli funzionali al sistema produttivo. Mentre si arrovellano sul loro destino, forse qualcuno ha già pianificato il loro futuro?

 

20,15 | Polifunzionale

Molly (Teatro – Anteprima nazionale)

di Cubo

con Letizia Russo

parole e direzione Girolamo Lucania

colonna sonora originale e sound design Ivan Bert e Ruben Zambon

visual design Niccolò Borgia

produzione Cubo Teatro

in collaborazione con Teatro della Caduta, Giallo Mare Minimal Teatro, Catalyst ETS

progetto grafico Simone Vona – foto di scena Tommasina Giuliasi

Durata: 60’

 

Molly è la storia d’amore fra due ragazze identiche che si frequentano solo online. Le due adolescenti costruiscono un legame fortissimo, quasi una dipendenza. Si incontrano, e passano ore ed ore insieme. Un giorno però una delle due non si presenta. L’altra attende invano il suo arrivo, finché non decide di fare qualcosa: uscire, e andarla a cercare. Ma scoprirà un’atroce verità. Un mistero sulla generazione social, che prende spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto ma passato in secondo piano e che mette in luce una serie di ombre e riflessioni: il rapporto con i social, le intelligenze artificiali, la coscienza collettiva.

 

21,45 | Teatro Sybaris

Tiger dad (Teatro)

di Rosario Palazzolo

con Salvatore Nocera

musiche originali e effetti di Gianluca Misiti

video di Pietro Vaglica

costumi di Mela Dell’Erba

aiuto regia Angelo Grasso

luci, scena e regia Rosario Palazzolo

produzione Ama Factory e Cattivi Maestri Teatro

con il contributo del Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale e Europeo

e con il patrocinio del Festival del Torto

Durata: 90’

 

Padre Tigre è un uomo timido e un po’ fuori rotta. Tonto, diremmo, poiché mischia tratti lievemente ossessivi a una pacatezza fuori dal comune. E del resto sarà un’arena perfetta, questo spettacolo, per far convivere le dicotomie. Cattivo, sì, ma spostato verso la bontà. Uno sputo in bocca a chi muore di sete. La spada di Zorro nella mano di Cristo. Perché Padre Tigre – o meglio Tiger dad, come lo ha trasfigurato il popolo della rete – tenterà di combattere una battaglia che forse perderà. La battaglia contro il qualunquismo dei social, contro l’idiozia dell’intelligenza artificiale. Del resto, il luogo in cui si trova è un luogo perfetto per la disfatta, già agghindato a morte.

 

 

 

23:00 | Protoconvento

ONIRIA LUMINA (musica)

Gianfranco De Franco feat. Massimo Russo

 

 

domenica 1° giugno

 

10.00 | Protoconvento

M’a Mpari? T’a Mparu!

LABORATORIO NARRATO DELLA

PASTA TRADIZIONALE CALABRESE

di e con Giulia Secreti

per Fatti di Semola

durata 1 ora

 

Il laboratorio sulla pasta fatta a mano M’a mpari? T’a mparu! nasce dal desiderio di portare a conoscenza delle giovani generazioni, e di riproporre a coloro che l’hanno dimenticata, la tradizionale artigianale calabrese, ammassando la semola di grano duro e acqua. Attraverso la lavorazione della pasta in casa, fuori dal contesto casalingo da rito quotidiano, diventa rito nel quale creare nuova comunità, dove conoscenza, riflessione, scambio e apprendimento scaturiscono dall’imparare facendo. M’a mpari? T’a mparu! è un gioco serio al quale partecipare mettendo le mani in pasta, vedere e sentire concretamente come si forma la massa e prende vita il formato, costituire un proprio bagaglio, o far riaffiorare un ricordo, è la memoria.

 

 

11.00 | Cinema Ciminelli

Proiezione del film documentario Italianesi

scritto e diretto da Saverio La Ruina

produzione Scena Verticale

con il contributo della Fondazione Calabria Film Commission

 

Una pagina sconosciuta della storia italiana ed europea. Alla fine della seconda guerra mondiale circa 25.000 italiani tra civili e militari rimasero bloccati in Albania. La maggior parte verrà rimpatriata, ma centinaia vi resteranno bloccati fino alla caduta del regime comunista nel 1991. Pierino Cieno, uno dei tanti figli di genitori italiani e albanesi, fu internato con la madre prima nel campo di Savër e poi a Belsh. Solo alla caduta del regime, dopo quarant’anni vissuti nel sogno del padre e dell’Italia, conosce la libertà e va in Italia alla ricerca del padre. Come lui, circa quattrocento cittadini italiani e i loro

discendenti furono rimpatriati nel 1991 dal Governo italiano tramite l’operazione C.O.R.A., convinti di essere accolti come eroi ma paradossalmente condannati a essere italiani in Albania e albanesi in Italia: Italianesi, appunto.

Presentato in anteprima nel 2024 all’Agimi Art Center di Tirana, vince la categoria Best Reflecting Albania della 22° edizione del TIFF Tirana International Film Festival.

 

 

 

18:45 | Teatro San Girolamo

Io sono Verticale (Teatro – Prima nazionale)

di e con Francesca Astrei

luci di Chiara Casale

con il sostegno di Teatro di Roma

sì ringraziano Carrozzerie N.o.t. e Nidoramai

Durata: 50’

 

In una crisi depressiva, trovare le parole per comunicare al mondo esterno la propria sofferenza è un’impresa estenuante: il dolore induce alla chiusura in sé stessi rendendo l’apertura sempre più faticosa, al punto da sentirsi non più imprigionati nella propria sofferenza, ma quasi al sicuro in essa. Il dolore diventa casa mentre il mondo fuori diventa qualcosa di troppo pesante, qualcosa di ancora più doloroso del dolore stesso. Le persone vicine a chi “abita il dolore” come vivono questa sua condizione? L’avere una persona amata “chiusa nel proprio soffrire” genera a propria volta dolore: come far comunicare il mondo fuori con il mondo dentro, limitando la sofferenza per entrambe le parti?

 

 

20:15 | Teatro Vittoria

Emma B. vedova Giocasta (Teatro – Prima nazionale)

di Alberto Savinio

rito funebre e amoroso

regia, interpretazione, elaborazione, scene e costumi Marco Sgrosso

maschera di Stefano Perocco di Meduna

disegno luci Loredana Oddone

cura del suono Roberto Passuti

assistenza e cura Nicoletta Fabbri

un ringraziamento ad Elena Bucci e ad Alessandro Serra

una produzione Le belle bandiere

con il sostegno di Regione Emilia-Romagna e Comune di Russi

Durata: 55’

 

Varchi di luce tagliano lo spazio; un orologio a pendolo scandisce il tempo, inesorabile. Emma ha in mano una lettera, attende. Quando comincia a parlare, il flusso delle parole collega passato e presente aprendo uno spiraglio verso il futuro. Fioriscono immagini e ricordi, da un baule emergono le tracce di un tempo mai perduto, da uno scrigno gli strumenti di una seduzione immaginaria. Siamo in un interno borghese oppure in una stanza della memoria, una delle tante che ci affollano l’anima? Senza filtri, qualcuno racconta la storia di uno strappo feroce, mentre la Madre e il Figlio prendono corpo nello stesso corpo: un parlare a sé stessi e a qualcun altro, in totale solitudine.

 

 

 

 

21:45 | Teatro Sybaris

Goodbye Horses (Teatro – Prima nazionale)

di e con Dalila Cozzolino

di e con Dalila Cozzolino

e con Gianfranco De Franco, Mario Russo, Lorenzo Guerrieri

e con la partecipazione (in voce) di Dario De Luca

supervisione al testo: Rosario Palazzolo

musica e drammaturgia sonora: Gianfranco De Franco

coreografie, movimenti di scena: Luna Cenere

costumi Ilaria Carannante

regia Dalila Cozzolino e Lorenzo Guerrieri

disegno luci Gaetano Bonofiglio, Rosario Mastrota

organizzazione e consulenza artistica Rosario Mastrota

una produzione Solares Fondazione delle Arti di Parma – Teatro delle Briciole

Durata: 70’

 

Crotone, mercato delle bestie. Un cavallo e un asino aspettano potenziali acquirenti. Il cavallo è un bottino di guerra: viene da Sibari. Si dice che a causare la sconfitta di Sibari contro Crotone sia stata la stravaganza dei suoi abitanti. Avevano insegnato ai propri cavalli a danzare. L’esercito di Crotone, nella battaglia di Traente del 510 a.C., non portò solo i soldati: portò anche i flautisti. I cavalli di Sibari presero a danzare, sedotti dalla musica, e i corpi cominciarono a cadere. Crotone saccheggiò per sessanta giorni la città di Sibari, deviò il corso del fiume Crati. Una intera civiltà venne sommersa.  “Sibarita” divenne un epiteto, un insulto: persona dedita al lusso, al futile, ai piaceri della vita. Raccontiamo questa storia dal punto di vista di un cavallo; un cavallo con la Grazia attaccata addosso, come una maledizione. Un cavallo al mercato che nessuno compra, perché della grazia nessuno se ne fa nulla. Cosa resta di animale dopo un processo di addomesticamento? La grazia è il risultato ultimo di pratiche violente. Essere addomesticati è essere addomesticati alla violenza. Ma quando la violenza è l’unico modo che si conosce, è riconosciuta come una violenza? E allora anche la guerra diventa uno spettacolo pieno di grazia. Il cavallo è inutile per la società con questa grazia attaccata, pesante, mostruosa: una cattiva possessione. Una maledizione, quella dell’artista. Nessuno se lo compra, nessuno lo vuole. E fuori dallo spettacolo, come si può stare? Come si fa a stare nella guerra?

 

23:00 | Protoconvento

Fermagli di tempo (musica)

Sasà Calabrese

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Workshop – Durante tutta la settimana, dal 27 maggio al 1° giugno, si terrà il laboratorio teatrale R.A.C.cordi! a cura del collettivo R.A.C., ispirato al film Fitzcarraldo, a cura di Martina Badiluzzi, Paolo Coletta (regist_ associat_ R.A.C.)  e Mariano Dammacco (regista ospite) e rivolto a 15 att_rici_ori.

Mostra – Dal 26 maggio al 1° giugno nella sala 8 sarà allestita la mostra La Ferocia di pochi attimi, una personale di Renzo Francabandera, dedicata al teatro e ai disegni realizzati in live painting

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