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Reggio: I consiglieri comunali di Forza Italia scrivono al Prefetto

Oggetto: le dichiarazioni strumentali del Presidente di una "Consulta Giovanile"

di N L

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Abbiamo ritenuto doveroso scrivere al Prefetto affinché faccia chiarezza su quanto sta accadendo.
Rifiutiamo l’idea che il nome della massima rappresentanza istituzionale, possa essere strumentalizzato per meri fini politici. Non si faccia tirare nel merito da chi continua a utilizzare i giovani per fare propaganda politica.
Maldestramente associano il Suo nome a una presunta “Consulta Giovanile” che, nei fatti, è un’associazione chiaramente vicina a una parte politica.
Signor Prefetto, non possiamo non essere indignati. Non possiamo credere che si usi il suo nome per dare legittimità a qualcosa che non ha nulla di istituzionale. Una “Consulta” costruita a tavolino, per far finta di coinvolgere i giovani, ma in realtà pensata per usarli come strumento elettorale.
Durante un incontro, un ragazzo ha detto di averLe scritto per raccontare cosa stava succedendo. La risposta della presidente della Consulta è stata, testualmente: “Mi ha chiamata personalmente il Prefetto. Ha detto che non gliene frega nulla”.
Una frase gravissima. Che getta discredito non solo sulla Consulta, ma anche sulla Sua figura dall’alto valore istituzionale e in cui tutti noi riconosciamo massima fiducia e credibilità. Ecco perché Le chiediamo di intervenire. Di dire chiaramente che Lei rappresenta lo Stato sul territorio. E che, in quanto tale, è completamente estraneo a questa paradossale e triste strumentalizzazione.
Lo deve soprattutto a quei giovani che credono ancora nella democrazia, nel libero pensiero, e che vogliono impegnarsi per cambiare questo territorio. Ma che oggi si sentono disillusi e presi in giro.
Le abbiamo scritto proprio per questo e chiediamo una Sua risposta. Perché per noi, tutto questo, è un attacco alla democrazia. E’ un utilizzare una finta Consulta apolitica per attirare la buona fede giovani E ci indigna ancora di più che a guidare queste operazioni sia proprio quel Partito Democratico che si proclama paladino della partecipazione.
Se questo è il loro modo di fare campagna elettorale, allora la gente si deve rendere conto: sono arrivati alla frutta. Usare i giovani, svuotare di significato parole come “consulta” e “libertà di pensiero”, solo per raccattare qualche voto, è davvero vergognoso.

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