Home » Reggio: il SUL denuncia la carenza di personale nel reparto Malattie Infettive e Cardiochirurgia del GOM

Reggio: il SUL denuncia la carenza di personale nel reparto Malattie Infettive e Cardiochirurgia del GOM

Il Sindacato, riportando l'esperienza del ricovero del suo Dirigente Errante, marca l'efficienza del personale, ma ne segnala la carenza

di Sebastiano Plutino

Nei giorni scorsi, a causa di un serio problema di salute, il nostro dirigente Antonello Errante è stato ricoverato agli Ospedali Riuniti di Reggio per oltre 20 giorni.

Risolto bene, seppur provvisoriamente e rientrato in buone condizioni di salute, ci ha spiegato la sua odissea partendo dal riconoscimento del grande e efficace lavoro che è stato svolto sia nel reparto Malattie Infettive che in Cardiochirurgia.

Abbiamo una buona struttura ospedaliera e validissimi primari, ottimi collaboratori medici, paramedici e ausiliari, persone che si prendono cura dei pazienti con competenza e attenzione. Il dott. Kunkar del reparto Malattie Infettive, i dottori Fratto e Bellieni della Cardiochirurgia, il caposala di quella struttura Paolo Pennestrì lo hanno risollevato dalle sue precarie condizioni e gli hanno ridato una vita attiva e più che dignitosa.

Rimane, però e si acuisce, l’incomprensione per la scandalosa carenza di personale che carica sulle spalle di pochi lavoro, responsabilità e tensioni, li costringe a tempi di intervento non compatibili con la necessità di dare a ogni paziente l’attenzione e il tempo che merita. Scarsità di personale significa anche che gli errori possono crescere in funzione dell’eccessivo carico di lavoro e stress; significa tempi ingestibili di attesa per persone che non possono permettersi di rivolgersi al privato; significa l’abbandono delle cure per i più disagiati economicamente. Mettiamoci anche che una delle forme di prevenzione più semplici, ma con grande tasso di efficacia come quella del tumore al seno, ha visto il finanziamento sostanzialmente cancellato nella ultima legge di bilancio.

Questo accade quando la sanità, anche pubblica, diventa business e non servizio sociale, si perdono le coordinate del servizio alla collettività, del fondamentale aiuto a chi ha di meno e non può permettersi di ammalarsi. Nel contempo, però, non si critica la spesa comprovatamente inutile di Commissari alla Sanità e di Dirigenti di strutture che sono responsabili di non aver alzato il livello e la quantità di prestazioni se non a scapito dell’immane lavoro dei dipendenti della sanità e di non aver intaccato per nulla l’enorme debito sanitario calabrese verso altre regioni pari a 300/350 milioni di euro per anno.

Abbiamo voluto segnalare un caso di sanità positiva, ce ne sono a decine ogni giorno, così come ci sono attese insopportabili per prestazioni necessarie. Ci auguriamo che si decida, sia a livello governativo centrale che calabrese, di intervenire per rimpolpare in maniera consistente il numero di addetti alla sanità e per dare migliori e più numerosi e tempestivi servizi a chi ne ha bisogno, come sarebbe dovere per chi governa comunità con persone in difficoltà.

Potrebbe interessarti: