Riportiamo l’intervento integrale del Gen.B. Cesario Totaro, Comandante Provinciale dell’Arma, esposto in occasione del 211° anniversario di fondazione dell’Arma dei Carabinieri, celebrato a Piazza De Nava, di fronte al Mueo Archeologico di Reggio:
“Autorità, gentili ospiti, desidero innanzitutto rivolgerVi a nome di tutti i Carabinieri della provincia di Reggio Calabria e mio personale, un grato saluto per essere oggi qui con noi, in occasione del 211° anniversario di fondazione dell’Arma dei Carabinieri, nonché del 110° anniversario dei combattimenti sulle pendici del Podgora nel corso della Prima Guerra Mondiale, fatti per i quali il 5 giugno 1920 fu concessa alla Bandiera dell’Arma la prima Medaglia d’Oro al Valor Militare; bandiera che questa sera a Roma si arricchirà di un’ulteriore medaglia d’oro al valor civile per la preziosa attività svolta a tutela dei minori.
Una data che simbolicamente rinnova, ogni anno, anche il legame indissolubile che si è formato nel tempo tra l’Arma e gli italiani. Infatti quest’oggi, da Nord a Sud, l’anniversario riunisce idealmente attorno ai simboli e ai colori dell’Arma l’intera popolazione, che la identifica come “Benemerita”, per essere stata “NEI SECOLI FEDELE” alle Istituzioni, e sempre garante delle comunità in cui opera, conservando intatti i valori che rappresentano la sua identità e la sua bussola etica. Proprio come riconoscimento di questo legame dell’Arma con il territorio, quest’anno l’anniversario, articolato su 3 giorni di eventi celebrativi, ha preso a riferimento due luoghi simbolo della città di Reggio Calabria. il Museo Archeologico Nazionale e la rinnovata Piazza De Nava, metafora urbana di modernità che mantiene però intatta l’identità dei cittadini che ogni giorno la vivono. Un connubio tra passato e presente che rappresenta, idealmente, anche la storia dell’Arma dei Carabinieri. Una Storia che affonda le sue radici nel passato, ma vive il presente con i suoi cambiamenti e le sue sfide, guardando al futuro. Un futuro che ha visto negli ultimi mesi i giovani studenti delle scuole di ogni ordine e grado di Reggio Città Metropolitana protagonisti di queste celebrazioni attraverso una serie di progettualità in cui storia, cultura, arte e legalità si sono fuse insieme, come attestato dalla mostra di elaborati scritti e grafici allestita all’interno del MARC, che vi invito a visitare”., ha dichiarato il Comandante Provinciale, Cesario Totaro.
“Ci siamo rivolti prima di tutto ai giovani, perché come recita la prefazione al calendario dell’Arma 2025 “se c’è un tempo della vita che non va mai sprecato, è quello in cui parliamo ai giovani”, che sono chiamati a costruire l’Italia del domani, e a cui l’Arma dedica percorsi di «Cultura della legalità», nelle scuole e non solo, per contribuire alla formazione di un loro senso civico e di una partecipazione consapevole alla vita di comunità. Istruzione e legalità due facce della stessa medaglia. I ragazzi di oggi, se privati di adeguati percorsi didattici e pedagogici, sono potenzialmente destinati a diventare i delinquenti di domani, involontarie vittime di un processo di arretramento della comunità, innescato dalla povertà educativa. occorre, dunque, fare progetti per 100 anni e investire sulla legalità per promuovere lo sviluppo e il futuro di questa regione, gestendo il presente con la consapevolezza che le nostre azioni inevitabilmente riverberano i loro effetti nel futuro, «un futuro che non si aspetta, bensì un futuro che si prepara». Le iniziative assunte hanno visto un coinvolgimento entusiasta e una forte sinergia tra Istituzioni ed Enti, chiamati quotidianamente a operare per il conseguimento del bene comune, e dell’Associazione Nazionale Carabinieri, custode delle tradizioni militari dell’Arma e testimone del patrimonio di valori che unisce e accomuna i Carabinieri di ieri, di oggi e di domani. La formazione, dicevamo, rappresenta anche per l’Arma dei carabinieri un fattore strategico per potenziare le competenze e valorizzare l’azione istituzionale; è la condizione essenziale per affrontare al meglio le dinamiche dell’immediato e le sfide del futuro. Oggi, infatti, sono ben altri i “campi di battaglia” in cui siamo chiamati a confrontarci, sono i c.d. nuovi domini, in cui sono già in corso partite geopolitiche di indiscutibile rilevanza, cruciali e decisive per l’intero pianeta e quindi per l’Italia. Si tratta, infatti, di “praterie” in parte inesplorate e dalle grandi potenzialità, sia in termini di risorse da valorizzare sia di primati da conquistare, che ovviamente non lasciano indifferente anche “la concorrenza”, che ahimè è sempre un passo avanti. Il modello formativo del Carabiniere è per questo orientato, per tutti i ruoli, a un approccio multidimensionale in cui il “sapere”, il “saper essere” e il “saper fare” sono tre concetti complementari tra loro, un insieme integrato finalizzato a sviluppare competenze, abilità e professionalità. La ricerca dell’essere più che sembrare è, prima di tutto, testimonianza di valori, applicazione di principi, riconoscimento e rispetto di norme etiche oltre che giuridiche. L’obiettivo primario è, dunque, quello di far interiorizzare ciò che non è necessariamente codificato per legge e di stimolare l’accettazione dei valori attraverso una matura consapevolezza. Adempiere con intima convinzione un dovere significa, infatti, che sono la nostra morale e la nostra coscienza a guidarci e a farci superare i timori, le fatiche, le delusioni, i pericoli e i sacrifici che ne derivano. Ed è qui che entrano in gioco le qualità personali, la dedizione alla causa, l’integrità, l’intelligenza, il coraggio e l’umiltà del Carabiniere, prodromiche a suscitare stima, rispetto e fiducia”, ha continuato il Comandante.
“La militarità, d’altro canto, rappresenta – oggi più che mai – il fedele custode dei valori che sono alla base di questa istituzione ultracentenaria, che fa dell’umiltà e del coraggio due fra gli strumenti principali nella gestione delle dinamiche relazionali tra individui e pubblici poteri all’interno delle singole comunità e nel contrasto alla criminalità. L’umiltà è una delle virtù più difficili da realizzare da parte dell’uomo in quanto comporta essenzialmente la conquista della consapevolezza della propria finitezza, entrando in una relazione vera con gli altri, e la rinuncia disinteressata ad ogni vana compiacenza di sé. Quanto al coraggio, certo, se “uno, non ce l’ha, mica se lo può dare”, direbbe don Abbondio, ma ricordo a me stesso che “certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”. Ciò che conta “è saper convivere con le proprie paure e non farsi condizionare da queste. ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza”. Tutto questo ci richiede una risposta qualificata, competente e dalla quale non è possibile sottrarsi, in nome di quel ineguagliabile legame etico – istituzionale che annoda l’Arma, da oltre duecento anni, alla storia dell’Italia e degli italiani. Un legame con il territorio che si stabilì e strinse fin dagli albori dell’‘800, grazie a quell’attitudine all’ascolto e al dialogo con la gente, che da sempre caratterizzano la “cultura della sicurezza” di ogni Carabiniere. È, dunque, per questa ragione che siamo particolarmente lieti quest’oggi di condividere questo momento con la gente che anima queste comunità, a cominciare dai loro primi cittadini che ringrazio per essere oggi qui con noi. Questa lieta ricorrenza, che rappresenta per tutti noi Carabinieri sempre un momento di festa, ancorché dai toni sobri e contenuti, com’è nella nostra tradizione, è altresì l’occasione per ricordare i Carabinieri che hanno onorato il giuramento con coraggio e dedizione, fino all’estremo sacrificio. So bene che non può esserci compensazione tra le statistiche criminali e la rilevanza del nostro impegno, che è complementare a quello delle altre Forze di polizia, tuttavia, solo nell’ultimo anno, i Carabinieri hanno tratto in arresto 903 persone di cui 134 per associazione di tipo mafioso, e oltre 4milioni e 33mila euro di beni sequestrati e confiscati. Il contrasto alle mafie è dunque affrontato con determinazione e risolutezza, pur tuttavia alla risonanza mediatica nazionale che ha riscosso la recente operazione “Millennium” ha fatto da contraltare un assordante silenzio che fa gioco alla “concorrenza”, dando la netta impressione che probabilmente viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma ancora oggi non vediamo tutti lo stesso orizzonte. Riprova che la minaccia è sempre in agguato, perché la ‘ndrangheta risponde al principio della massa di Lavoisier, secondo cui “nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma”. Ecco perché per fronteggiare il fenomeno occorre porre in essere una rete di diplomazia giuridica, di cooperazione giudiziaria e di polizia coesa e funzionale, nonché mirate misure a salvaguardia delle vulnerabilità intrinseche di un “sistema Paese”, nei cui gangli riesce a incunearsi il crimine organizzato, proprio in ragione della sua attuale connotazione di fenomeno fluido, camaleontico e internazionalizzato, che minaccia non solo l’ordine economico, ma, soprattutto, la stessa sovranità degli Stati”, ha concluso il Comandante Provinciale Totaro.