Abbiamo appreso dalla stampa della sottoscrizione del “Patto per Arghillà”, un’iniziativa che – almeno nelle intenzioni dichiarate – si propone come strumento di rigenerazione urbana e sociale per il nostro quartiere. Tuttavia, ancora una volta, siamo costretti a denunciare pubblicamente la nostra totale esclusione da questo processo. Dopo essere stati esclusi dal recente documento congiunto firmato da alcune associazioni operanti sul territorio, le stesse oggi coinvolte nella costruzione di questo “Patto”, ci ritroviamo nuovamente ignorati. Nessun invito, nessuna telefonata, nessun passaggio – nemmeno formale – di coinvolgimento.
La nostra esclusione non è un caso. È una scelta. E come tale, parla chiaro.
È evidente che si sta reiterando un meccanismo selettivo che punta a coinvolgere solo realtà “conformi”, escludendo chi lavora nel quartiere con spirito critico e indipendente. NOI SIAMO ARGHILLÀ – la Rinascita è un’associazione profondamente radicata nel territorio, rappresentativa, attiva, presente nei luoghi più complessi del quartiere. Ed è proprio questa voce autonoma che si cerca di silenziare. Le tante parole spese sul “coinvolgimento attivo degli abitanti”, sulla “governance condivisa”, sulla “trasparenza” e sulla “metodologia comune” restano vuote se i processi che le producono non sono realmente inclusivi. Parlare di comunità mentre si escludono pezzi di comunità è una contraddizione evidente. Ci chiediamo: chi decide chi è “dentro” e chi è “fuori”? Con quali criteri? Dove si costruisce davvero la fiducia tra istituzioni e cittadini, se le realtà più rappresentative vengono ignorate senza alcuna motivazione? Siamo profondamente preoccupati che, dietro parole come “rigenerazione”, “innovazione sociale” e “visione condivisa”, si celino logiche di progettualità già confezionate e non radicate nei reali bisogni del territorio. I progetti finanziati in corso che fanno capo alle associazioni del “comparato”, sembrano rispondere più a strategie calate dall’alto che a un vero percorso partecipativo. Temiamo che questa occasione sia ancora una volta utilizzata come vetrina, piuttosto che come strumento di riscatto per tutta Arghillà. In merito al ruolo della Prefetta di Reggio Calabria, dott.ssa Clara Vaccaro, vogliamo affermare con chiarezza che riteniamo totalmente estranea la Prefettura a queste dinamiche escludenti. Conoscendo l’impegno e l’attenzione inclusiva dimostrati dalla Prefetta in più occasioni, siamo convinti che la sua proposta fosse quella di costruire un Patto condiviso, da estendere a tutte le realtà associative del quartiere. La nostra esclusione, dunque, è da attribuire a scelte arbitrarie compiute da alcune associazioni, sulla base di criteri non trasparenti e non legittimati da alcun processo comunitario.
NOI CI SIAMO, E CI SAREMO SEMPRE.
Siamo disponibili a un confronto pubblico, aperto e trasparente. Ma non accetteremo mai che la rinascita di Arghillà sia costruita sulla marginalizzazione di chi lotta perché questo quartiere non sia solo un “caso sociale”, ma un luogo pieno di dignità, competenze e speranze. Rinnoviamo la nostra disponibilità a partecipare in modo costruttivo a qualsiasi percorso realmente aperto e partecipato, volto al riscatto e alla rigenerazione di Arghillà, nel pieno rispetto del principio di inclusione e rappresentatività.
Perché senza tutte le voci, nessun Patto può dirsi davvero “di comunità”.