Adesso riscatto generazionale
«Non si può più tacere di fronte a questo esodo silenzioso che sta dissanguando il Sud, la Calabria e Reggio» – dichiara Sasha Sorgonà, founder della community “Spinoza” super attiva tra i giovani reggini, reagendo alle allarmanti parole del
Ministro dell’Economia Giorgetti. I numeri citati dal ministro sono impietosi: «Proprio al Sud la popolazione potrebbe calare di 3,4 milioni di abitanti entro il 2050» così riportato da Ansa. Un Mezzogiorno che si svuota a questo ritmo rappresenta non solo una ferita sociale, ma anche una minaccia economica per l’intero Paese. Denatalità, invecchiamento e migrazione compongono una “tempesta perfetta” demografica: nel 2024 il tasso di fertilità nel Mezzogiorno è sceso al minimo storico di 1,20 figli per donna, mentre intere aree vedono prevalere la popolazione anziana. Un allarme anche dal punto di vista della sostenibilità del debito pubblico e i vincoli di finanza pubblica che saranno sempre più difficili da rispettare se il Sud continua a spopolarsi.
La Calabria è emblematica di questo dramma. La nostra regione, una delle più belle d’Italia, continua a perdere la sua linfa vitale: i giovani. “Purtroppo Reggio Calabria in particolare figura tra le più colpite d’Italia: 27.000 ragazzi hanno fatto le
valigie in questo decennio, dove stanno guardando i nostri politici?” – tuona Sasha Sorgonà – “È un’emorragia di energie e talenti senza fine, che trasforma la nostra città in una terra priva di futuro. Questi dati dovrebbero scuotere le coscienze e le
istituzioni, invece troppo spesso restano lettera morta.”.
Le cause di questa fuga di massa sono note e affondano nelle responsabilità di una classe dirigente locale miope. Sorgonà è un fume in piena “I giovani scappano e qui restano solo illusioni vuote, le buche nelle strade e i soliti favori, soprattutto
questi ultimi”. Disoccupazione endemica, servizi carenti e soprattutto un sistema socio-politico che esclude sistematicamente i giovani alimentano il fenomeno. In Calabria troppo spesso “non si premiano le competenze ma si favoriscono le relazioni personali” in una regione ancora “radicata a logiche datate e di compromesso”. Questa mentalità clientelare e gerontocratica domina molte amministrazioni locali – Reggio Calabria inclusa – e soffoca sul nascere ogni
ricambio generazionale nei posti decisionali. Sorgonà sottolinea con fermezza che la questione non è solo economica ma etica e politica: “Abbiamo una classe politica locale spesso più attenta al mantenimento di piccoli feudi di potere che al futuro delle comunità. I nostri giovani non sono considerati risorsa da coinvolgere, ma concorrenti da tenere ai margini. Questo deve finire”.
Di fronte a questa situazione, “il silenzio è complicità”, incalza Sorgonà. La restanza – cioè la scelta di restare al Sud – “deve diventare una scelta di valore, non una condanna alla rassegnazione”, prosegue il fondatore di Spinoza in tono
appassionato. Per trasformare la restanza in un atto di coraggio e opportunità servono però cambiamenti radicali che passano attraverso una nuova stagione di partecipazione giovanile e di trasparenza nelle istituzioni locali: è tempo di
aprire le amministrazioni ai talenti under 40, spezzando il circolo vizioso del clientelismo. Serve un piano straordinario per il Sud che investa in imprenditorialità giovanile, innovazione, infrastrutture moderne e cultura.
Questo rilancio deve avvenire in coerenza con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e in sinergia con le strategie europee sulla competitività. Non a caso, Mario Draghi – nel recente rapporto UE sulla competitività – ha avvertito che la sfida demografica è “esistenziale” per il nostro futuro e che solo agendo con decisione per rendere l’Europa un luogo attraente per l’innovazione possiamo invertire la fuga di cervelli. In Calabria e nel Mezzogiorno questo significa
creare finalmente le condizioni perché i nostri giovani possano costruire qui il proprio futuro, anziché altrove.
Sasha Sorgonà conclude rivolgendo un appello accorato ma carico di determinazione: “La ‘restanza’ dei giovani deve essere sostenuta da lavoro dignitoso, scuole e università di qualità, servizi efficienti e una politica pulita. Non possiamo più permettere che la rassegnazione diventi la regola. Il Sud ha bisogno dei suoi giovani adesso, nelle istituzioni, nelle imprese, nei cantieri dell’innovazione. Solo così potremo fermare il declino demografico e innescare una rinascita”. Le parole di Sorgonà suonano come un monito e insieme un invito all’azione collettiva – verso un cambio di rotta immediato. Dopo troppi anni di silenzi e complicità, è il momento di pretendere responsabilità e visione: «Non si può più tacere, né aspettare oltre. Il futuro della Calabria e dell’Italia si costruisce adesso, rimettendo i giovani al centro».