Mi amareggia molto la notizia dell’approvazione da parte del Governo centrale di una normativa che prevede tra le altre cose agevolazioni fiscali per i pensionati che decidono di andare a vivere in Sicilia o per gli imprenditori che decidono di investire in questa regione. Chiaramente l’amarezza non deriva da una forma di invidia o campanilismo, perché la Giunta regionale sicula ha fatto benissimo ad avviare questo percorso normativo che si è concluso con l’approvazione. La mia amarezza, il mio rammarico derivano dalla constatazione che già due anni fa avevo presentato una proposta di legge che andava in questa direzione e che non è mai stata portata nemmeno in commissione per la discussione preliminare, non è mai stata messa all’ordine del giorno da questa maggioranza di centro-destra.
Una situazione inaccettabile: la mia proposta di legge, presentata (ripeto) nel settembre del 2023, molto simile a questa voluta dal Governo regionale Siciliano. Una normativa che intendeva rendere il Mezzogiorno d’Italia ancora più attrattivo rispetto ad altri Paesi Europei come Portogallo, Albania, Cipro etc., che da anni hanno avviato la politica dell’applicazione di condizioni fiscali di favore. La Calabria poteva essere la prima regione d’Italia a presentare una proposta così innovativa che andava contro il preoccupante spopolamento dei nostri territori, aumentandone l’attrattività, la ricchezza, il benessere e l’incremento dei posti di lavoro. E invece, come spesso accade per le proposte provenienti dall’opposizione è rimasta “chiusa in un cassetto mai aperto”. Nonostante ciò continuerò a produrre, assieme ai miei collaboratori, tutte quelle proposte che pensiamo possano migliorare le condizioni di vita dei calabresi, sperando che non rimangano, come questa, ferme al palo. La nostra regione merita di essere fautrice e promotrice di buone prassi, e non solo “osservatrice” come in questo caso.