Un confronto intenso e profondo nel quale il Garante ha illustrato lo stato della tutela dei minori nel territorio e ha avanzato una serie di proposte concrete per rafforzare il sistema locale di protezione dell’infanzia, sulle quali c’è stato il comune impegno di una prossima riunione propedeutica all’inizio della loro messa in campo.
«L’abuso non ha un solo volto. Può essere fisico, sessuale, psicologico o assumere forme invisibili come la violenza assistita. Anche il silenzio, anche lo sguardo abbassato di un bambino che osserva il dolore in casa, può essere un trauma profondo», ha affermato Mattia, ponendo l’accento sulla necessità di riconoscere e affrontare anche le forme meno evidenti di maltrattamento.
Il Garante ha richiamato l’attenzione su un tema spesso trascurato: l’impatto devastante del linguaggio ostile, svalutante e umiliante sui più piccoli. «Un insulto, una minaccia, una parola di disprezzo possono lasciare segni duraturi quanto una ferita fisica. È urgente educare gli adulti a comunicare in modo empatico e rispettoso», ha sottolineato.
Tra le misure proposte:
• Formazione obbligatoria e continuativa per insegnanti, operatori sportivi, sanitari e sociali sui temi della violenza assistita, del linguaggio educativo e della prevenzione del trauma;
• Sportelli permanenti di ascolto psicologico nei contesti scolastici e ricreativi;
• Un protocollo comunale di safeguarding, che fornisca strumenti operativi per l’ascolto e la tutela dei minori;
• Campagne di sensibilizzazione rivolte a famiglie, scuole e comunità;
• Percorsi di educazione emotiva nelle scuole e sostegno alla genitorialità fragile.
La proposta più innovativa e strutturale dell’intervento ha riguardato l’istituzione di strutture socio-sanitarie per la doppia diagnosi minorile, ovvero per quei bambini e adolescenti che presentano contemporaneamente un disagio psichico e una dipendenza.
«Sono ragazzi che vivono nel dolore e nella marginalità, e per i quali i percorsi tradizionali spesso non funzionano. Abbiamo bisogno di luoghi protetti, multidisciplinari, non stigmatizzanti. Strutture che curino, accompagnino e non giudichino», ha affermato Mattia.
Concludendo l’audizione, il Garante ha ringraziato la presidente della commissione, la consigliera Maria Ranieri, e tutti i componenti della medesima e rivolto un messaggio a tutte le istituzioni e agli adulti che ogni giorno entrano in relazione con i minori: «Ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo ha un potenziale educativo – o distruttivo. La responsabilità non è di pochi, è di tutti. Dobbiamo smettere di affidarci solo alla riparazione del danno e iniziare a investire seriamente nella prevenzione.»
E ha aggiunto: «Ogni bambino ha il diritto non solo di essere protetto, ma di sapere che il mondo attorno a lui si prende cura della sua crescita. Questo è il nostro compito: farglielo sentire, ogni giorno.»