La redistribuzione e la giustizia sociali sono due urgenze non più prorogabili, due necessità assolute per un paese – l’Italia, per l’appunto – che è diventato profondamente diseguale, ai limiti della moralità pubblica. Soprattutto nel mondo del lavoro e delle retribuzioni di lavoratrici e lavoratori.
Alcuni dati immediati, di oggettiva eloquenza. Un lavoratore su 10 è a rischio povertà. Circa 5 milioni di persone non riescono ad affrontare le spese di base per qualificare una vita degna. Siamo l’unico Paese OCSE dove negli ultimi 30 anni gli stipendi non sono aumentati. Se prendiamo il periodo di riferimento 1990-2020, l’Italia è l’unico Paese della zona euro a perdere il 2,9% del potere d’acquisto, mentre negli altri paesi cresce in media del 22%. Da gennaio 2019 a fine 2024, le retribuzioni contrattuali hanno avuto una perdita netta dell’11,5% del potere d’acquisto reale. Significa perdere oltre 110€ di stipendio al mese ogni 1000€.
La proposta “SBLOCCA STIPENDI” di Sinistra Italiana-AVS , presentata ieri in sede parlamentare, è un tentativo, finalmente chiaro negli intendimenti e coraggioso nell’azione, di alzare gli stipendi di 24 milioni di lavoratori italiani adeguandoli annualmente all’inflazione e al costo della vita. La proposta di legge prevede infatti che ogni anno, entro il 30 di settembre, il Consiglio dei Ministri emani un decreto in cui si stabilisce l’adeguamento all’inflazione degli stipendi, pubblici e privati: la percentuale di adeguamento viene calcolata in base alle previsioni per i 12 mesi successivi e dell’inflazione effettiva dei 12 mesi precedenti.
E’ tempo di ridare dignità e valore a milioni di lavoratori in tutt’Italia, è tempo di redistribuire la ricchezza dall’alto verso il basso: una recente ricerca dell’Università “Sapienza” di Roma mostra come dal 2019 al 2023 il fatturato delle aziende medio-grandi sia aumentato del 34% e gli utili netti del 14%, mentre la componente destinata agli stipendi ha registrato un -12%.
Sinistra Italiana-AVS si impegna sulla strada dell’eguaglianza e della giustizia sociale, a favore delle lavoratrici e dei lavoratori che ogni giorno producono la ricchezza reale di questo paese: è finalmente arrivato il momento di restituire loro quanto ingiustamente sottrattogli con un’inflazione fuori controllo. È semplice, quasi banale: se il costo della vita sale, anche lo stipendio deve aumentare di pari passo, perché non è più tollerabile che per milioni di italiani sia faticoso anche comprare una maglia in più o mangiare la pizza fuori con la famiglia il sabato sera.
La nostra comunità politica, anche qui nella provincia di Reggio Calabria, sarà impegnata nei prossimi mesi in una grande mobilitazione mediatica e territoriale, a contatto diretto con i ceti popolari: lo “SBLOCCA STIPENDI” è un imperativo morale e politico, accanto a tutte le altre battaglie contro il lavoro illegale, per un salario giusto, per la riduzione dell’orario di lavoro, per una salario minimo, a favore della sicurezza e del benessere dei lavoratori.