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FAI CISL Calabria soddisfatta del riconoscimento “DOP” al “Cirò Classico”

«Riconoscimento risultato storico che valorizza il lavoro di chi produce qualità», dichiara il Segretario, Francesco Fortunato

di Sebastiano Plutino

La FAI CISL Calabria accoglie con grande soddisfazione la decisione della Commissione Europea di attribuire la Denominazione di origine controllata e garantita (DOCG), approvandone l’iscrizione come Denominazione di Origine Protetta (DOP) nel registro dell’Unione Europea, al Ciró Classico.

«Si tratta di un traguardo di rilevanza strategica – commenta il Segretario Generale della FAI CISL Calabria Francesco Fortunato – che premia non solo la qualità e la tradizione di un prodotto simbolo della Calabria, ma anche l’impegno quotidiano di centinaia di lavoratrici e lavoratori che, con professionalità e competenza, garantiscono da generazioni la continuità di un patrimonio enologico unico.

Il “Cirò Classico”, ottenuto dal vitigno Gaglioppo nel territorio di Cirò e Cirò Marina (provincia di Crotone), rappresenta da sempre un’espressione autentica delle peculiarità pedoclimatiche del territorio, in cui si produce un vino identitario e inconfondibile, ora tutelato finalmente anche a livello europeo.

Questo riconoscimento è il risultato di un percorso iniziato oltre cinquant’anni fa, con l’istituzione della DOC Cirò (1970), che ha visto crescere il numero di cantine fino alle attuali 52, e ha favorito l’evoluzione delle tecniche produttive, di lavorazione e trasformazione delle uve. È un successo di territorio, ma soprattutto di chi ogni giorno lavora nei vigneti e nelle cantine, mantenendo vive le conoscenze tradizionali e adattandole a sistemi innovativi.

Dopo questo importante risultato – evidenzia Fortunato – è però necessario investire nella formazione continua dei lavoratori, affinché possano integrare competenze tradizionali e tecnologie moderne, senza sacrificare la qualità e la centralità del lavoro. Cosi come sarà fondamentale rilanciare e valorizzare gli istituti scolastici agrari, che ad oggi sono troppo scollegati dai contesti produttivi territoriali, ma che invece possono diventare veri luoghi di eccellenza per la formazione di tecnici, cantinieri, sommelier ed esperti del settore, in stretta sinergia con le imprese. Serve inoltre un piano condiviso che garantisca occupazione stabile, diritti, sicurezza e crescita economica, affinché questo risultato non resti solo un simbolo, ma diventi leva per lo sviluppo sostenibile dell’intera area cirotana e dell’agricoltura calabrese.

Il riconoscimento europeo al “Cirò Classico” non è soltanto un traguardo per il vino: è un’opportunità per costruire un modello che metta al centro la qualità del prodotto, la tutela del territorio e la dignità di chi lo lavora».

«Le produzioni agroalimentari calabresi di qualità – conclude Fortunato – sono un volano per i livelli di export regionale, la cui crescita negli ultimi anni è dovuta anche all’importante lavoro promosso dalla Regione, con Dipartimento e Assessorato regionale all’Agricoltura, che hanno accresciuto la visibilità di questi prodotti, anche attraverso eventi come il “Merano WineFestival” a Cirò e il “Vinitaly and the City” a Sibari.

Nonostante l’impatto dei nuovi dazi internazionali, le produzioni agroalimentari calabresi riconosciute con marchio di qualità possono rafforzare la presenza sui mercati esteri, aumentando il loro valore, con positive ricadute sul lavoro. È quindi indispensabile un impegno comune – istituzioni, imprese e parti sociali – per salvaguardare l’accesso ai mercati e sostenere la competitività del settore».

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