“Con l’approvazione del CIPESS, quello che per decenni è stato il sogno di generazioni di calabresi e siciliani sta diventando realtà: il Ponte sullo Stretto. Un’infrastruttura capace di segnare un punto di svolta in termini di sviluppo, lavoro e modernizzazione dei nostri territori.
Eppure, mentre i cittadini attendono con entusiasmo i prossimi passi, c’è chi sembra più preoccupato di comparire sui giornali che di rappresentare seriamente la propria comunità. È il caso della sindaca di Villa San Giovanni, che non perde occasione per cercare visibilità mediatica, soprattutto in questo periodo di campagna elettorale.
In piena crisi di astinenza da interviste e pur di occupare nuovamente qualche spazio sulla carta stampata, recentemente è arrivata addirittura a sostenere che per la realizzazione del Ponte servirebbe l’autorizzazione della Corte dei conti.
Una tesi che dimostra più voglia di far parlare di sé che conoscenza della materia. La Corte, infatti, come per ogni opera pubblica, si limita a verificare la conformità economico-finanziaria delle delibere: può eventualmente esprimere un parere negativo, ma non ha alcun potere di annullarle. Si tratta di un passaggio tecnico e ordinario, che la sindaca ha invece trasformato in un presunto ostacolo, nel tentativo di gettare ombre sull’opera e ritagliarsi spazio sulla stampa.
Il risultato? Un messaggio fuorviante che confonde i cittadini e riduce la portata della delibera fondamentale approvata dal CIPESS lo scorso 6 agosto. Nel maldestro tentativo di apparire come voce critica, la sindaca finisce col sminuire un passaggio cruciale che apre finalmente la strada alla realizzazione del Ponte. Se continua così, c’è da aspettarsi che presto scriva articoli o rilasci interviste in cui, pur di occupare le pagine dei giornali, ci spiegherà che “il nuoto è uno sport completo, che le arti marziali insegnano la disciplina e che il parquet è bello ma si rovina”.
Sul piano politico, non è difficile leggere dietro a queste uscite la volontà di accreditarsi come paladina del “no” per rincorrere ambizioni elettorali personali, anche a scapito della credibilità istituzionale che dovrebbe contraddistinguere un sindaco.
In questo quadro, anche il sindaco di Reggio Calabria – che dopo anni di posizioni diverse si è improvvisamente riscoperto “no ponte” nella speranza di strizzare l’occhio alla sinistra più estrema e al Movimento 5 Stelle – finisce per restare sullo sfondo di una battaglia politica che nulla ha a che vedere con gli interessi reali delle comunità locali. Nonostante i tentativi, la sua bandiera di convenienza non gli è bastata nemmeno per ottenere la candidatura a governatore della Calabria.
Eppure, ogni amministratore di buon senso dovrebbe avere un solo obiettivo: sedersi ai tavoli decisionali non per opporsi a priori, ma per ottenere il massimo delle opere compensative e ridurre al minimo i disagi per le comunità. È già accaduto in passato: il lungomare di Reggio Calabria, “il chilometro più bello d’Italia”, nacque come opera compensativa delle Ferrovie dello Stato.
In una terra ultima in tutte le classifiche europee, il Ponte può rappresentare quello shock positivo tanto atteso:
• nuovi posti di lavoro,
• trasporti efficienti e veloci,
• turismo e investimenti,
• collegamenti stradali e ferroviari finalmente all’altezza,
• soluzioni definitive a problemi cronici come depurazione, scarichi a mare e carenza di infrastrutture.
Il tempo delle passerelle politiche e delle dichiarazioni in cerca di titoli è finito. Ai sindaci si chiede di indossare i panni delle comunità che rappresentano, non quelli di aspiranti candidati in cerca di ribalta. Basta confondere i cittadini, basta anteporre il proprio tornaconto personale al futuro dei territori.
Il momento è ora. Dimostrate che le vostre città vengono prima della vostra carriera.”