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Arghillà: precisazioni delle Associazioni su sgombero Comparto 6

Di seguito riportiamo le precisazioni del Comitato Civico e dell'Associazione Un mondo di Mondi sulla situazione del Comparto 6 di Arghillà

di redazione
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In seguito alla diffusione di informazioni imprecise e fuorvianti riguardanti la situazione del Comparto 6 di Arghillà, le associazioni Noi Siamo Arghillà – La Rinascita e Un Mondo di Mondi ritengono doveroso intervenire per chiarire alcuni punti che risultano incompleti, inesatti e, in diversi passaggi, del tutto errati.

“Alcune recenti ricostruzioni mediatiche lasciano intendere che lo sgombero delle famiglie del Comparto 6 si sia svolto gradualmente e che una decina di nuclei siano stati “ricollocati in strutture o in case con assegnazioni temporanee di due anni”. Ad oggi non risulta alcuna ricollocazione stabile o temporanea di due anni. Le famiglie che hanno lasciato gli alloggi, molte più di dieci, lo hanno fatto senza che venisse proposta alcuna alternativa concreta e dignitosa.

Inoltre, l’articolo riporta la dichiarazione di un’associazione del quartiere secondo cui, se negli alloggi del Comparto fossero state presenti famiglie rom, lo sgombero non sarebbe stato effettuato. Questa affermazione è errata. Nel Comparto 6 risiedono anche famiglie rom, e una di queste, in particolare, è stata sgomberata il 30 luglio, senza che le venisse offerta alcuna soluzione abitativa alternativa. La famiglia è stata lasciata in strada, l’alloggio è stato murato e i suoi mobili sono stati abbandonati inizialmente all’esterno e successivamente parcheggiati in una struttura comunale. In diversi casi, l’unica soluzione offerta è stata un alloggio in B&B o in comunità, per pochi giorni o settimane, dopodiché le famiglie si sono ritrovate nuovamente in mezzo alla strada. Alcune, disperate, hanno dovuto occupare altri immobili sfitti nella stessa zona di Arghillà, pur di non dormire all’aperto con minori e anziani al seguito. Definire queste situazioni come “ricollocazioni” è una mistificazione della realtà.

Inoltre, è importante precisare che non è mai stato avviato alcun piano strutturato di assegnazione temporanea o definitiva degli alloggi. Gli interventi successivi allo sgombero si sono limitati, nella maggior parte dei casi, alla muratura di alcune abitazioni e alla chiusura di altre già abbandonate, mentre diversi alloggi rimasti aperti sono stati vandalizzati o saccheggiati. Nessuna misura è stata adottata per la tutela o la messa in sicurezza dell’area, né tantomeno per l’assistenza continuativa alle famiglie sgomberate.

Di fronte alla prolungata mancanza di risposte da parte dell’Amministrazione Comunale, le associazioni Noi Siamo Arghillà e Un Mondo di Mondi hanno inoltrato più volte richieste formali di chiarimenti e di confronto con le istituzioni competenti, ma queste sono rimaste senza un riscontro concreto. Solo grazie all’intervento puntuale del Presidente della Commissione Controllo e Garanzia del Comune, Massimo Ripepi, sono state indette tre sedute di Commissione per discutere la questione. Il Sindaco Giuseppe Falcomatà, convocato alla seconda seduta, non si è presentat mentre nella terza sono intervenuti i dirigenti comunali dei settori Patrimonio Edilizio e Welfare. Tuttavia, le risposte fornite non hanno dissipato i dubbi: si è parlato in termini generali di “ricognizioni”, “censimenti” e “ricerche di alloggi”, senza però fornire alcuna conferma ufficiale riguardo a soluzioni abitative concrete per le famiglie coinvolte. Ad oggi, dunque, la realtà è una sola: nessuna famiglia del Comparto 6 ha ricevuto un’assegnazione di alloggio ai sensi dell’articolo 31 L.R. 32/1996 nonostante le famiglie abbiano per legge il diritto  all’assegnazione e non esiste un piano di ricollocamento reale. Il silenzio delle istituzioni non solo alimenta confusione e sfiducia, ma aggrava il disagio sociale di decine di nuclei che vivono quotidianamente nell’incertezza più assoluta.

Riteniamo inaccettabile che, a fronte di una situazione così drammatica, si diffondano notizie imprecise che rischiano di minimizzare un problema sociale gravissimo, riducendolo a una narrazione semplificata e fuorviante. Chiediamo che il dibattito pubblico sulla vicenda di Arghillà torni ad essere basato sui fatti, non su dichiarazioni approssimative o non verificate. E chiediamo, ancora una volta, che il Sindaco di Reggio Calabria e l’Amministrazione comunale escano dal silenzio e avviino un vero tavolo di confronto con le associazioni e con le famiglie del Comparto 6, al fine di individuare soluzioni stabili, dignitose e conformi alla legge. Le persone coinvolte non sono numeri ma cittadini che chiedono legalità, dignità e verità.”, scrivono il Comitato Civico “Noi siamo Arghillà” ed “Un Mondo di Mondi”

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