Nella Sala Zuccari del Senato della Repubblica, giovedì 9 ottobre, un riconoscimento prestigioso è stato conferito alla presidente della Fondazione Ra.Gi., Elena Sodano, per il suo impegno pionieristico nel campo della cura e dell’inclusione delle persone con demenza.
“Per aver messo titoli accademici, ricerca e competenza al servizio delle persone con demenza e delle loro famiglie”: con questa motivazione la Commissione giudicatrice di altissimo valore istituzionale, politico e scientifico ha conferito il Premio Internazionale Guido Dorso 2025 alla fondatrice di CasaPaese e ideatrice del metodo terapeutico-organizzativo TECI (Terapia Espressiva Corporea Integrata), frutto di anni di studio, osservazione e sperimentazione sul campo. Un modello che trasforma la conoscenza in vita, dando forma a un approccio che unisce scienza, empatia e responsabilità sociale.
“Ci inorgoglisce vedere riconosciuto un modo nuovo di intendere la cura come impresa di valore umano e civile, dove la competenza diventa strumento di cambiamento reale. Attraverso la ricerca e il nostro impegno quotidiano dimostriamo che le persone con demenza non vanno trattate, ma comprese” ha dichiarato Sodano durante il suo intervento alla cerimonia di premiazione.
La candidatura al Premio Internazionale Guido Dorso – Ambasciatrice del Mezzogiorno 2025, sezione Terzo Settore, è giunta dalla Fondazione Banco di Napoli, a cui Elena Sodano ci ha tenuto ad esprimere la sua più profonda gratitudine, in particolar modo al presidente della Fondazione Banco di Napoli, Orazio Abbamonte, al direttore generale, Ciro Castaldo, al presidente del Consiglio Generale, Alfredo Gualtieri, e al consigliere d’amministrazione, Dario Lamanna.
“Siamo riusciti a dimostrare che l’impossibile diventa possibile. Tra l’altro, la CasaPaese per demenze ha ridato vita al piccolo borgo di Cicala, creando lavoro per giovani meritevoli, generando un’economia gentile e attestando che anche nel Sud possono nascere modelli non sanitari sostenibili, replicabili e socialmente evoluti” ha affermato Sodano.
Le parole della presidente sintetizzano la visione che anima ogni giorno la Fondazione Ra.Gi.: dare voce e dignità a chi vive il silenzio e la solitudine della demenza. “Porto qui la testimonianza di chi spesso non ha voce, ovvero le persone con demenza e le loro famiglie, che sovente affrontano la loro quotidianità da sole. Nel nostro perimetro di protezione, tendiamo la mano a 16 persone con demenza che vivono libere, senza regole o costrizioni. Crediamo fortemente che la vera umanizzazione della cura non si misuri nei numeri, ma nella qualità delle relazioni che le persone con demenza possono instaurare con il territorio in cui vivono” ci ha tenuto a precisare Sodano, dopo aver rivolto un ringraziamento all’amministrazione comunale di Cicala, guidata dal sindaco Alessandro Falvo, che sin da subito ha accolto il suo progetto.
Insieme a centinaia di persone che hanno sostenuto CasaPaese da ogni parte d’Italia, condividendo il valore della dignità umana e della giustizia sociale e civile, danno prova quotidianamente di quanto la libertà sia la più potente forma di terapia. Ciò avviene anche all’interno del Centro Diurno che, grazie all’impegno del team della Fondazione Ra.Gi., anche nella città di Catanzaro, trasforma fragilità in opportunità e competenze in riscatto collettivo, sviluppando una concreta imprenditoria della cura.
Ad inorgoglire Sodano, oltre al prestigioso premio ricevuto, è anche il riconoscimento della demenza come fenomeno sociale, non soltanto sanitario, che chiama a responsabilità non solo l’ambito medico, ma l’intera comunità, il mondo istituzionale, culturale, scolastico e imprenditoriale. Perché, come ha sottolineato la presidente premiata, “la demenza non è solo una diagnosi clinica, ma un fatto umano, un destino collettivo che riguarda tutti”. E proprio da qui nasce il suo appello: “La mia Calabria deve farsene carico. Non per compassione, ma per visione. Perché la cura, quella vera, è un atto politico, civile e culturale. Perché dove c’è cura, c’è umanità. E dove c’è umanità, c’è futuro”.