Nei giorni scorsi i militari del Nucleo CC Parco di Oppido Mamertina hanno individuato e denunciato un soggetto responsabile di attività di bracconaggio ai danni del ghiro (Glis glis), specie tutelata dalla normativa nazionale e comunitaria, di particolare rilevanza ecologica, la cui cattura, detenzione e uccisione costituiscono reato.
L’attività trae origine da un servizio di controllo del territorio, all’interno del Parco Nazionale d’Aspromonte, svolto in località “Izzi”, nel comune di Santa Cristina d’Aspromonte.
Durante il pattugliamento, i militari notavano la presenza di due canne in legno con annesse trappole a scatto, verosimilmente destinate alla cattura di tali specie e, quindi, decidevano di avviare un servizio di osservazione prolungato, installando all’uopo una foto trappola. L’apparato veniva lasciato in funzione per diversi giorni, consentendo di acquisire immagini utili all’identificazione dell’autore.
Grazie agli accertamenti, i militari riuscivano a individuare il presunto responsabile, successivamente convocato e ascoltato che, nella circostanza, ammetteva le proprie responsabilità in merito alla collocazione e gestione delle trappole.
Sul posto venivano sequestrate due trappole in legno con dispositivo a scatto e una carcassa di ghiro privo di vita, vittima del sistema di cattura. L’uomo veniva dunque deferito all’Autorità Giudiziaria per i reati di uccisione di animali (art. 544-bis c.p.), furto aggravato di fauna (art. 624 c.p.) e violazioni della Legge 157/1992 sulla tutela della fauna omeoterma e dell’attività venatoria.
Si ricorda che l’indagato è da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.