Il Comune di Reggio Calabria, l’associazione Portatori della Vara “Madonna della Consolazione”, i frati minori Cappuccini e l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria promuovono la mostra “La Madonna della Consolazione. Fede e tradizione di un popolo”: un percorso artistico e culturale dedicato alla devozione popolare e all’identità spirituale della città. L’esposizione è visibile al Castello Aragonese fino al 28 febbraio 2026.
L’iniziativa nasce su proposta dell’associazione Portatori della Vara e dei frati minori Cappuccini, con il patrocinio del Comune di Reggio Calabria; è realizzata nell’ambito del programma Coesione Italia 21–27 – Metro Plus e Città Medie Sud e cofinanziato dall’Unione Europea.
La mostra “La Madonna della Consolazione. Fede e Tradizione di un Popolo” è il nuovo progetto espositivo organizzato dall’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, a cura di Marcello Francolini a Remo Malice.
La mostra è stata progettata per svelarsi con una doppia inaugurazione; la prima, oggi, si sviluppa all’ingresso del Castello e in due sale del terzo piano. La seconda avverrà nel mese di gennaio 2026 e coinvolgerà il piano terra e il primo livello della Torre Sud del Castello. Una mostra intende costruire una narrazione diffusa del culto della Madonna della Consolazione e del suo rapporto con la città di Reggio Calabria. Ogni Sala presenta una situazione concettuale a sé, in modo tale che ogni ambiente rappresenta un micro-mondo all’interno della grande storia del “Quadro Sacro”.
Si inizia con la sala del Trionfo di Reggio, con due installazioni in rapporto dialogico: Immagine a Spalla di Davide Scialò e Organizzazione della Festa di Davide Negro. Al 3° piano si continua poi con le due sale speculari che esibiscono due aspetti del medesimo rito: uno sacrale di ufficio pubblico, collettivo nella sala del Tempio; l’altro popolare, individuale e intimo, nella sala dell’Avvocata e Consolatrice. Nella prima, si dispiega l’opera ambientale Il Tempio della Consolazione di Francesco Scialò e nella seconda, Dietro La Vara, un’opera di video-installazione di Rosita Commisso.
Fondamentale è stato l’apporto del Gruppo di Allestimento e Supervisione composto da studenti dell’ABARC: Andrea Albanese, Arianna Delfino, Jasmine Iannì, Davide La Gamba, Federica Sorace, Antonio Zappone
«L’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria come Ente di alta formazione – ha dichiarato il direttore Pietro Sacchetti – vanta al suo interno, oltre ad un corpus docenti, anche un corpus di professionisti capace di sviluppare strategie di brand identity al livello complesso utilizzando le dinamiche espositive secondo le ultimissime tendenze dell’arte contemporanea in merito all’arte ambientale e all’esperienza intesa come frontiera di integrazione dei diversi linguaggi artistici, secondo una Tendenza e una Visione nuova che l’ABARC sta attuando in questa città negli ultimi anni».
«La mostra – hanno dichiarato i curatori, Marcello Francolini e Remo Malice – si pone come esperimento, in cui le opere non sono semplicemente esposte, ma interamente integrate in un ambiente. Ogni porzione di mostra è presentata come una “situazione”, capace di estendere l’opera stessa e lo spettatore in una continua e ulteriore suggestione concettuale”. “In tale modo – sottolineano ancora i curatori – si lavora in una direzione glocale, attenta a valorizzare un prodotto locale secondo strategie di visione globale, dove l’oggetto in sé, viene caricato da ulteriori significati, espanso nella possibilità dei suoi rimandi, attraverso la riconnessione ad altri dati di tipo narrativo, immaginale, sonoro, multimediale capace di organizzare la mostra come un dispositivo mobile col fine di muovere lo spettatore in un’esperienza multisensoriale».
Il sindaco Giuseppe Falcomatà si è detto «molto soddisfatto della realizzazione di una mostra che rinsalda il rapporto tra la città e la sua Madre Consolatrice: attraverso storia ed arte; come connubio indiscutibile della cultura. Questo – ha aggiunto – è uno di quegli esempi virtuosi che restituiscono alla popolazione un’immagine assolutamente positiva della collaborazione tra istituzioni, riuscendo a concretizzare, anche grazie al lavoro positivo svolto dal settore Cultura dell’Ente, un’offerta culturale di alto livello qualitativo e di forte impatto sociale e religioso».
Nel corso dell’inaugurazione erano presenti anche l’assessore Giuggi Palmenta e il consigliere comunale Marcantonino Malara. L’evento è stato coordinato dal settore Sviluppo economico, cultura e turismo del Comune di Reggio Calabria attraverso la dirigente Loredana Pace, con il coordinamento tecnico-amministrativo della rup Daniela Neri e dal responsabile del Castello Aragonese Pasquale Borrello.