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Conia: “Le persone non sono merci, il carico residuale è quello che ci portiamo dietro da 70 anni”

Il Consigliere Metropolitano, con delega all’accoglienza, tuona contro le definizioni e l'intransigenza del Governo per impedire lo sbarchi di questi giorni

di Sebastiano Plutino

Viene da lontano, dall’ideologia più becera della destra la definizione di carico residuale per i migranti lasciati a guardare dalle navi la costa che per loro era salvezza e che si è trasformata in muro invalicabile.

Viene dalla pancia più crudele dell’iperliberismo che parla di risorse umane, di capitale umano, rendendo cose le persone, numeri da utilizzare o da smaltire a seconda della situazione.

Non ci rassegneremo mai a questo stato di cose e continueremo a lottare per rendere il mondo più giusto, per dare a tutte e tutti gli strumenti per comprendere che i confini non sono nati come i fiumi o il mare, ma sono stati disegnati come strumento di potere e di discriminazione.

Yuri Gagarin il 12 aprile del 1961, primo uomo ad andare nello spazio, disse: “Da quassù la terra è bellissima, senza frontiere né confini”.

Un’utopia che ci deve indicare la strada della fratellanza fra i popoli che la destra ancora non riesce a vedere.

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