“E’ da tempo che stiamo portando avanti una battaglia per Il Centro regionale di farmacovigilanza che è chiuso da circa un anno per una burocrazia opprimente e per una mancanza evidente (fino ad oggi) di volontà politica di riaprirlo. Forse non tutti sanno che il Centro regionale in questione è una struttura che opera all’interno del Dipartimento Tutela della salute della Regione e si occupa di farmacovigilanza a livello territoriale partecipando in modo stabile e continuativo alle attività del Sistema Nazionale di Farmacovigilanza che fa capo all’Agenzia Italiana del Farmaco”. Lo afferma, in una nota, Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio regionale. (ANSA).
“Sin dalla sua attivazione, dicembre 2015, il Crfv – aggiunge Bruni – ha operato come supporto per gli operatori sanitari ed i cittadini allo scopo di approfondire e diffondere le conoscenze sul profilo di sicurezza di farmaci, vaccini e dispositivi medici, nonché il loro impatto in termini di salute pubblica, argomento attualmente di grande interesse scientifico, alla luce dell’immissione in commercio di farmaci sempre più innovativi. Inoltre, svolge attività di monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva, spesa farmaceutica convenzionata, strumento necessario a garantire sicurezza ed efficacia terapeutica, nonché la razionalizzazione della spesa farmaceutica. Una lunga sequela di decreti, nomine, dimissioni, spostamenti e provvedimenti amministrativi ne hanno di fatto allontanano ogni volta la riapertura. Finalmente, dopo interminabili pastoie burocratiche la Commissione al completo si è riunita e ha deciso di dare il via libera ai colloqui che cominceranno il 29 novembre per terminare il 12 dicembre. Sin dall’inizio della consiliatura sono intervenuta tantissime volte, anche con una interrogazione, su questo argomento però mi sono trovata di fronte a un muro di gomma, insensibile e per niente ricettivo”. (ANSA).
“Adesso la soluzione sembra a portata di mano – sostiene ancora Bruni – ma non possiamo dimenticare che una Regione capace e efficiente avrebbe potuto e dovuto risolvere questo problema in tre mesi e non in oltre un anno di palleggiamento burocratico indecente sulle spalle dei cittadini, che sono stati privati di un servizio essenziale, e sui dipendenti. Ora, cerchiamo di dimostrare a tutti che anche in Calabria siamo in grado di fare le cose perbene e soprattutto velocemente. A mio avviso ci sono tutte le condizioni per riaprire il Centro, magari già nel mese di gennaio del 2023, basta andare fino in fondo, facciamo in modo che non ci siano ostacoli dell’ultimo minuto”. (ANSA)